CAPITOLO 21

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Alla fine mi sono lasciata convincere e siamo usciti a fare shopping, anche se l’idea mi attirava molto poco. Non mi piace nulla del fare compere, la gente, i luoghi affolati con la musica assordante, la felicità che non potrò mai avere e il dovermi vedere in tutti quegli specchi. Odio la mia immagine, il mio fisico, il mio viso, i segni che mi deturpano e il dover fare il confronto con tutte le altre persone perfette. Quindi stamattina sono uscita di casa con un umore pessimo, decisa a collaborare il meno possibile.

Però adesso che sono qui distesa sul letto e ripenso alla giornata appena trascorsa, forse in fondo non è stata così male. Sieg è stata un vero gentiluomo e un’accompagnatore splendido, mi ha fatta sentire importante e preziosa, ma poi è caduto tutto il mio castello di sabbia quando li ho visti. In un negozio, uno dei tanti che abbiamo visitato, uscita dal camerino, con l’ennesimo vestito, l’ho vito parlare con la commessa. Una ragazza bellissima, alta molto più di me, bionda, felice e sorridente, un fisico invidiabile, soprattutto nei punti dove gli uomini soffermano lo sguardo. E lui le parlava altrettanto sorridente, a suo agio, rilassato, non ho idea di cosa si stessero dicendo, ma vederli insieme era una visione che mi ha tolto il fiato. Stavano così bene insieme, sembravano fatti l’uno per l’altra. A vederli mi si è stretto il cuore, poi mi sono girata e mi sono guardata. I miei anonimi capelli neri, incolti, occhi spenti, senza luce, di un colore non ben definito. Verdi, marroni, color nocciola? Non ne ho idea, non si capisce, il tutto è nascosto da un’alone di disperazione e rassegnazione. Il mio corpo, ormai distrutto, segnato, usato, per niente eccitante. Un mucchio di ossa disgustose.

E li ho capito che lui non avrebbe mai visto nulla in me, se non un caso patologico da dover salvare, come se fossi un cucciolo abbandonato sul ciglio della strada. In me non avrebbe mai visto una donna, una possibile compagna di vita, non mi avrebbe mai guardato con amore, con desiderio, non sarei mai stata nulla per lui, se non l’ennesimo successo. Devo essermi immaginata tutto fino ad adesso, tutte le sensazioni, gli sguardi, le parole. Sieg è diverso da tutti gli altri uomini solo perché vede la verità, non vede solo la possibilità di soddisfare i suoi bisogni, si accorge di quello che ha davanti, di cosa sono.

Mi scende una lacrima sul viso, una lacrima di vero dolore e mi duole il cuore. Tutto il bello di quella giornata, tutti i suoi gesti e tutte le sue parole gentili erano false, doveva fare così per forza se voleva convincermi a collaborare, a stare li con lui, a non scappare.

Rilascio un lungo sospiro e il cuore mi fa più male di prima.

Assalita dalla tristezza abbandono il letto e mi dirigo in bagno e faccio l’unica cosa che conosco per stare meglio, non mi importa se mi scopre, non mi importa se vede i segni, il sangue. Voglio solo che questo dolore sordo smetta di assillarmi, che se ne vada, voglio smettere di provare tutto.

Ho sempre desiderato una famiglia, l’amore, la felicità, ma mi rendo conto che le persone non fanno che deluderti e ferirti, non si interessano degli altri, sono egoisti, qualunque cosa facciano c’è sempre un motivo, qualcosa che voglio. Lui non è diverso. Nessuno lo è stato mai.

Dovrei ritirarmi in un posto isolato, da sola, nel più totale silenzio. Sono disposta a pagare qualunque prezzo, anche morire li senza nessuno, senza che qualcuno se ne accorga, lasciando che il corpo si deteriori. Non voglio più sentire parole vuote, non voglio più sentire il dolore e vedere il tradimento, accorgermi della mia stupidità, di quanto la genta possa approfittarsi di me senza ritegno, senza che io possa fare niente.

Sono sola al mondo e sono stanca di ribellarmi a questa verità, di lottare.

Bussano alla porta e sussulto. Solo in quel momento mi rendo conto di come ho ridotto il pavimento del bagno, era tutto così perfetto prima e adesso è un disastro come me.

The Darkness of LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora