CAPITOLO 11

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** Sieg - Due Settimane Prima **


Da quando Mark mi ha chiamato per dirmi che Natalie se n'era andata non sono riuscito a concentrarmi su altro. Anche il caso su cui sto lavorando ha perso ogni attrattiva, mentre prima occupava tutto il mio tempo. Adesso ogni cosa mi riporta a lei.

Natalie Brooks, questo nome mi dice qualcosa. Sono sicuro di averlo già sentito, ma proprio non ricordo dove. Sicuramente non è uno dei casi a cui ho lavorato, perché non dimentico mai il nome di chi è stato mio cliente o di chi ho aiutato a mandare in prigione.

Sospiro e mi passo una mano tra i capelli.

Lo faccio sempre quando sono pensieroso o ho davanti un caso complicato che non riesco a risolvere e quella ragazza, lei è un puzzle complicatissimo, intricato, pieno di insidie e terribilmente affascinante ed attraente. Devo risolverlo a tutti i costi.

Prendo il cellulare e compongo il numero del mio contatto alla FBI, quando fai il mio lavoro meglio avere amici nei posti giusti. Appena risponde gli spiego che ho bisogno di un favore, personale sottolineo, lascio le generalità di Natalie e gli chiedo di farmi sapere al più presto tutto quello che trova su di lei. Ringrazio e chiudo la conversazione. So di potermi fidare ciecamente di lui, mi ha aiutato diverse volte, per molti miei casi e io gli ho sempre restituito il favore. Quello che preferisco del mio informatore è la sua discrezione.

Mando un messaggio a Mark per tranquillizzarlo e dirgli che mi sono già messo all'opera. Al telefono l'ho sentito molto preoccupato e mi ha messo ancora più agitazione, perché lui ha sempre un piano, sa sempre cosa fare, quindi se questa situazione lo mette in allarme, io devo esserlo doppiamente.

Sospiro. Mi rendo conto che da quando ho conosciuto quella ragazza pochi giorni fa lo faccio sempre più spesso. E mi viene da sorridere, niente e nessuno aveva mai scalfito la mia corazza, aveva mai messo sottosopra la mia vita, eppure lei è stata in grado in due soli giorni di stravolgermi.

Scendo a patti con il fatto che mi è entrata dentro, si è scavata un posto e non ne uscirà mai. Torno in ufficio e congedo la segretaria, ormai è tardi, anche se ho ancora del lavoro da fare, è giusto che lei vada a casa. Mi risiedo alla scrivania e torno al mio lavoro, non perdendo mai d'occhio il cellulare, sperando in notizie positive da Mark o dal mio contatto.

Alla fine si è fatta mezzanotte e tutto tace. Riordino i documenti su cui stavo lavorando e mi preparo per andare finalmente a casa, è stata una lunga giornata, terminata non nel migliore dei modi. Speriamo domani ci siano buone notizie.


** Mark **

Sono passati quasi due giorni da quando ho chiamato Sieg per dirgli di Natalie e non mi ha ancora fatto sapere nulla. Non sono abituato a stare con le mani in mano, avrei voglia di andare da lei e di parlarle, voglio aiutarla, ma so che non sarebbe la cosa migliore.

Il locale non è più lo stesso da quando non c'è lei e non è passata nemmeno una settimana, anche i clienti ci sono rimasti molto male alla notizia che se n'è andata, si erano affezionati. Nessuno ha mai lavorato così duramente come lei, le si leggeva proprio l'impegno negli occhi, così determinati anche se così tristi. Poi la trovavano tutti estremamente carina e dolce, perennemente in difficoltà eppure sempre fintamente allegra e sorridente.

No, non sarà per nulla facile rimpiazzarla. Buona fortuna a chiunque verrà dopo di lei.

Alla fine si è fatta ora di chiusura, il locale è vuoto e tutto tace, e quando parlo di tutto intendo Sieg ovviamente. Sono troppo agitato e mi chiedo che diamine stia combinando, con cosa sta perdendo tempo per non aver trovato ancora niente su di lei.

Sbuffo scocciato e quando sento aprirsi la porta del locale non mi spreco nemmeno a girarmi e caccio chiunque sia entrato in malo modo. Non è serata.

- Quindi non ti interessa sapere cos'ho trovato? -

- Sieg! - lo guardo stupefatto, non solo non si è fatto sentire per due giorni, ma si presenta qui come se nulla fosse e si siede tranquillo al mio bancone - Che diavolo di fine avevi fatto! e cos'è tutta questa calma? non ti rendi conto della situazione? - urlo, sono veramente esasperato dal suo atteggiamento

- Ti dispiacerebbe non urlare per favore? sono ubriaco ed ho un mal di testa che mi sta uccidendo - mi risponde, supplicandomi con lo sguardo

Effettivamente, ora che lo guardo bene, non ha un bell'aspetto. Ha la camicia stropicciata fuori dai pantaloni, i capelli che sembrano un rovo abbandonato, ma quello che mi colpisce di più è lo sguardo. Mi vengono i brividi. Non l'ho mai visto con un sguardo così triste ed abbattuto, per la verità non l'ho mai visto nemmeno ubriaco.

- Perchè sei ridotto così? - in tutta risposta mi lancia un fascicolo sul bancone e mi dice di leggere e di preparare due Whisky. Ne avremo bisogno? Così dice lui.

Prendo il fascicolo tra le mani e lo apro titubante. Quando vedo il nome e la foto di Natalie l'ansia mi assale. Sieg ha lavorato a molto casi difficili, situazioni assurde ed omicidi efferati. Cosa può averlo ridotto così?

Inizio a leggere subito il rapporto contenuto all'interno e mi si raggela il sangue.

Natalie Brooks, 16 anni, violentata dal padre da quando aveva 8 anni, obbligata a prostituirsi, abbandonata dalla madre. Sul suo corpo sono stato rinvenuti segni di percosse, bruciature, tagli, auto inflitti e non. E questa è solo una parte. Tutti i dettagli del processo e i documenti della struttura dove è stata ricoverata.

Ricoverata? Dopo tutto quello che è successo hanno avuto il coraggio di ricoverarla? E per cosa?

- Hanno dubitato di lei - è Sieg che mi risponde prima che io possa andare avanti a leggere.

- Come? - sono sconvolto, non so che altro dire.

Lui prende un bicchiere con il Whisky e lo beve in un sorso solo. - Hanno messo in dubbio la sua storia, nonostante le prove e i testimoni oculari. Bipolarismo, depressione, schizofrenia, manie di persecuzione, ricerca di attenzioni. Sono solo alcune delle cose che pensavano avesse. Quel bastardo del padre l'ha quasi fatta franca per questo. - si beve anche l'altro bicchiere

Sono sconcertato, faccio il giro del bancone e mi siedo di fianco a lui. Non ho il coraggio di andare avanti a leggere, mi basta questo per il momento. Non so nemmeno cosa dire, quella povera ragazza ne ha dovute passare così tante. Ecco spiegate le crisi, eppure non ha mai ceduto, nonostante tutto. Si spiega anche la poca fiducia in chiunque.

- Sai cosa proprio non mi spiego? - rompe il silenzio Sieg - sono anni che mi occupo di casi simili, per me sono cose ordinarie. Di storie affini ne ho viste e sentite, eppure quando ieri mi hanno mandato questi documenti, quando li ho letti, non so - si ferma, sospira e mi fa segno di riempirgli il bicchiere. Allungo la mano, prendo il Whisky e riempio il suo e il mio di bicchiere. Aveva ragione, mi serve. -Ho sentito il mio cuore frantumarsi. Non sono più riuscito a fare niente, nemmeno un minuto di lavoro. Sono uscito dall'ufficio e ho iniziato a girare a vuoto. Più pensavo a cosa le hanno fatto, più stavo male e chissà quante cose non sappiamo. Non puoi capire cosa succede in quelle cliniche, quante cose insabbiano. Alla fine mi sono ritrovato davanti a casa sua - beve di nuovo in un solo colpo

- Sei andato da lei? Ubriaco? - non è da lui

- No, ero ancora sobrio. Ma non è da me vero? I miei piedi si sono mossi da soli, non ho potuto fare niente. Ma lei non c'era, se n'è andata. Ha abbandonato la casa e i documenti ed è sparita. Lì mi sono ubriacato - si passa una mano tra i capelli, deve averlo fatto tante altre volte oggi, è distrutto

- Ma non mi importa niente. Mark io la troverò, costi quel che costi. La troverò e la salverò, da tutto anche da se stessa. Non so dire cosa provi, perchè io ci tenga così tanto. So che sento una connessione, dalla prima volta che ho posato lo sguardo su di lei, mi è entrata dentro. Devo essere certo che lei sia al sicuro. Con me. -

La sua determinazione e la sua sicurezza, chiare nei suoi occhi, mi danno speranza. Forse c'è speranza per Natalie e anche per Sieg. Loro hanno bisogno l'uno dell'altra. Non c'è bisogno di altre parole, sono sicuro ci riuscirà, lui la salverà e io sarò lì per aiutarlo.


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