Yu non aveva mai visto nessuno così magro. Sembrava uno scheletro rivestito di carta: la pelle grigia, i denti gialli, gli occhi infossati.
La guardava come Bai Bai, al mercato, controllava una pesata di carne.
— Sarebbe questo l'aiutante?
— Faceva la locandiera a Canton — spiegò Piccola Furia. — Siamo andati a fare bisboccia nel suo locale, ma Tigre Scarlatta era un po' fuori di testa...
— Quello è fuori di testa sempre.
— ... Non si è accorto che era solo una bambina e l'ha rapita.
Il cuoco fece un'espressione disgustata: — E perché non l'avete uccisa?
— Ci ha provato Montagna Che Cammina, ma lei gliel'ha impedito. Gli ha fatto perdere la faccia davanti a tutta la ciurma, perciò è possibile che adesso quello provi a...
— Montagna è un imbecille e un grassone orribile. Se questa ranocchietta gli ha fatto perdere la faccia, allora per me può restare.
Piccola Furia annuì: — È quello che speravo. Perciò vi lascio a fare conoscenza e, con permesso, vado a combattere la mia battaglia.
— Mi raccomando, pochi scossoni, se mi cadono le spezie poi chiamerò voi a tirarle su da terra.
Il nano fece un cenno con la testa e corse via. Abbondanza invece si voltò verso Yu, che fino a quel momento era rimasta in silenzio ad ascoltare la conversazione.
— Dunque — disse. — Come ti chiami, ranocchietta?
— Shi Yu.
— D'ora in avanti, ti chiamerai Ranocchietta. Cosa sai di cucina in una giunca pirata?
Yu ci pensò su. — Credo di essere brava ai fornelli. So preparare la zuppa di pinne di squalo, quella di nidi di rondine, le cosce di rana, la salsa di interiora, il tè coi piattini, il tofu saltato...
Abbondanza le diede una scoppola dietro la nuca. Sbuffò.
— Ti ho chiesto cosa sai di cucina in una giunca pirata.
Yu ammise che, in effetti, di quel particolare tipo di cucina non sapeva quasi niente. E il posto non assomigliava neanche un po' al regno della vecchia Jia alla locanda: era un bugigattolo stretto e senza finestre, pieno di barili, botti e botticelle, scatole e cassette di legno ammucchiate dappertutto.
Yu non vedeva un forno, né una stufa, né una vasca per lavare le verdure, né coltelli e bacchette per mangiare.
— Io sono il cuoco di bordo — disse Abbondanza. — Che cosa significa secondo te?
— Che... cucini per tutti?
Altra scoppola dietro la nuca.
— Sbagliato. Quale idea è questa? Cucinare per tutti... Bah. Dicono che fanno così i diavoli stranieri, ma questa è una giunca cinese, perdiana, siamo civilizzati. Ogni pirata cucina per i fatti suoi, se ha fame si accende un fuoco in coperta oppure mangia crudo o si arrangia. I pirati hanno famiglia, che ti credi, e vivono tutti su questa nave, papà mamma figli. Quello che è più libero, o non è ferito a morte, cucina per gli altri. Quindi...
— Quindi?
— Ognuno fa come crede. Il mio compito è di occuparmi solo di Drago d'Oro e gli altri eroi, a volte, quando me lo chiedono. Ma il vero lavoro è controllare le scorte di viveri. Ognuno deve avere qualcosa da mettere sotto i denti e se si muore di fame è colpa mia. Bisogna dare a ciascuno qualcosa, né troppo né poco. È chiaro?

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La più grande
AdventureVerso la fine del 1700, la giovane Shi Yu lavora in una locanda vicino al porto di Canton, nel Sud della Cina. Non sa ancora che il suo destino è di diventare la più grande piratessa di tutti i tempi. (ATTENZIONE: "La più grande" è un romanzo pubbli...