Ventisette anni - 52

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All'interno di ogni persona esiste un posto sicuro che niente può scalfire. Un centro luminoso e caldo dove rifugiarsi nel pericolo, ritrovare l'equilibrio nel caos.

Alcuni chiamano questo posto: anima.

L'anima di Yu era una locanda a tre piani costruita a pochi passi dal mare.

Aveva una porta di legno rosso che dava sulla strada, mentre una passerella si allungava dall'altra parte, attraverso la spiaggia, fino a un pontile dove ormeggiavano le barche.

A volte c'era il sole e altre la pioggia, ma il mare era sempre tranquillo, e all'interno della locanda c'era cibo genuino e musica.

Soprattutto, nell'anima di Yu c'erano tutti i suoi cari. Qi e Wen, che giocavano tra i tavoli, e Loto Danzante con Piccola Furia e il loro piccolo Xin.

Abbondanza in cucina, che brontolava ogni giorno per gli ingredienti che non erano mai abbastanza freschi, e Farfalla Notturna, che di solito si rifugiava sulla spiaggia a meditare.

Tigre Scarlatta e Gigante di Pietra giocavano a domino in un tavolo vicino all'ingresso.

Yu invece stava ad aspettare i clienti, che per un motivo o per l'altro, non arrivavano mai.

Ma non importava.

La locanda nell'anima di Yu non era per i clienti, era per lei.

Il suo qi.

Il nucleo del suo essere che nessuno, nemmeno il Maestro delle Torture, in quei tre lunghi anni di interrogatori era riuscito a scalfire.

Il primo periodo alla Corte Infernale era stato il peggiore, un incubo così terrificante che Yu non lo ricordava nemmeno. Sforzandosi molto (cosa che si guardava bene dal fare) le ritornavano in mente poche immagini, lampi abbaglianti di lei rannicchiata sul pavimento di una cella, coperta di ferite, in attesa che venissero a prenderla per ricominciare tutto da capo.

Le tre domande.

Quelle tre, maledette, domande.

Ancora e ancora.

Dopo il primo mese circa, perché nelle sue condizioni era difficile tener conto del tempo, il Maestro delle Torture si era lasciato sfuggire che Yu era la sua paziente più difficile, la più dura.

Dopo tre mesi, Yu era stata rinchiusa in una cella e abbandonata lì per settimane. Forse, si era detta, l'eunuco aveva lasciato la Corte Infernale per andare a chiedere istruzioni ai suoi padroni.

E loro gli diranno di torturarmi di più.

Quando l'eunuco era tornato, in effetti gli interrogatori si erano fatti più duri. I peggiori avvenivano in piscina: una grande cisterna d'acqua gelata in cui Yu veniva calata a testa in giù per due, tre, quattro minuti alla volta, sempre sul punto di affogare.

Era stato allora che per la prima volta aveva scoperto la propria anima e ci si era ritirata in cerca di rifugio.

La prima persona che aveva incontrato alla locanda era stata Farfalla Notturna. Yu sapeva che era solo un fantasma, meglio un ricordo, ma era proprio uguale al maestro che l'aveva addestrata per tanti anni.

— Il wushu dell'Aria e dell'Acqua si compone di due parti — le aveva spiegato. — Tu domini l'Aria, mentre non riesci ancora a controllare l'Acqua. È il momento di imparare a farlo. Questa non è una tortura, ma un allenamento. Concentra il tuo qi. Lotta.

E Yu aveva lottato. Aveva imparato a mantenere la calma, a controllare il freddo e la paura, a rallentare il battito del cuore per non consumare energie inutili in attesa del prossimo respiro.

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