70

632 46 20
                                    

Era molto tempo che Yu non tornava alla locanda che sorgeva in fondo alla sua anima.

Quando ci arrivò pioveva, ed era notte. Il pontile per le barche era lucido come marmo, l'acqua scorreva dal cielo con un rombo sordo, costante, tanto che Yu faceva fatica a capire quale fosse il sopra e il sotto.

I vestiti le pesavano addosso, la opprimevano.

Così li tolse.

Lasciò cadere a terra l'unico spallaccio che le restava, il pettorale e lo schienale, i gambali di cuoio. Si levò gli stivali, la maglia e i pantaloni, e restò lì, sotto la pioggia, respirando piano.

Sentiva un grande dolore dentro ma non ricordava perché.

Si voltò a guardare la locanda che sorgeva alla fine del pontile, sulla spiaggia. Era proprio come se la ricordava, a tre piani, a forma di ottagono, con l'elegante tetto a pagoda.

Ma le luci erano spente e la porta sbarrata.

Strano.

Eppure doveva essere ora di cena.

Dov'erano finiti i clienti?

Yu percorse il pontile, i piedi nudi che schioccavano sul legno viscido di pioggia.

Raggiunse la porta e tolse la spranga, la fece scivolare di lato, entrò in sala da pranzo.

Era deserta.

O meglio, si accorse dopo un istante, c'erano due persone.

Qi. E Locusta Verde.

Stavano sedute a un tavolo di fondo, da sole, al buio. Bevano una tazza di tè.

Quando videro Yu, le fecero segno di avvicinarsi e sedersi con loro.

Lei obbedì, poi si accorse che Locusta aveva un taglio che le attraversava il viso, e Qi era pallida come una...

Come. Una.

Yu si prese la testa fra le mani e pianse.

— Mi dispiace — disse. — Mi dispiace tanto.

Qi le appoggiò una mano sulla sua. Era gelida.

— Scusa — singhiozzò Yu. — È stata tutta colpa mia.

— Perché dici così, mamma? Il principe Cao mi ha ucciso. Non tu.

— Ma sono io che ti ho mandata a Dangan.

— Credevi che fosse più sicuro che restare a Hong Kong.

— E ho sbagliato.

— Tutti sbagliano — disse Qi.

Locusta annuì: — È vero, non bisogna piangere per questo. Non potevi prevedere quello che sarebbe successo. Nessuno capisce le ragioni del Tao.

Il dolore salì dal diaframma di Yu, su su per i polmoni. Le spaccò il cuore, la afferrò alla gola.

— Mi hai chiesto aiuto! — gridò. — Mi hai chiesto aiuto, e non ho fatto niente. Non ti ho mandato nemmeno una nave. Se solo fossi venuta con Gigante di Pietra! Almeno Cao avrebbe ucciso me al tuo posto, sarebbe stato giusto così, invece...

Yu lasciò che le lacrime la svuotassero, si piegò sul tavolo di legno e lo graffiò con le dita.

Qi e Locusta Verde aspettarono che si calmasse.

Poi sua figlia esclamò: — Non avresti potuto salvarci, mamma. Quando Cao ha attaccato Dangan, ho mandato Gigante di Pietra a chiedere rinforzi. È stato sciocco da parte mia, sapevo che non avresti potuto mettere a rischio la flotta per noi... Ma avevo paura. L'ho fatto ugualmente. Per fortuna non hai risposto al mio messaggio.

— Cosa vuoi dire?

— Gigante di Pietra era appena sparito all'orizzonte quando l'ammiraglia di Cao si è abbattuta sulla Seconda Flotta. Quell'uomo ha il potere del fuoco e delle fiamme. Ha incendiato la nave di Piccola Furia, poi ha attaccato la Ninfea Rossa. Wen si è fatto avanti per primo, ma Cao non sapeva che fosse tuo figlio. Con una mossa l'ha fatto cadere in mare ed è stata la sua salvezza, è ancora vivo. Allora si è fatta avanti Locusta.

— Pensavo di essere un'abile combattente — mormorò la ragazza. — Sono stata cresciuta da una banda di assassini, tutti dicevano che il mio talento non aveva eguali. Ma non avevo mai incontrato un uomo con un simile qi. Così forte e crudele. Il principe Cao non conosce pietà.

— Ha ucciso Locusta, poi me — disse Qi. — Ho combattuto, ho fatto del mio meglio. Eppure nonostante gli allenamenti, non ero ancora abbastanza forte. Non è colpa di nessuno.

— Non è vero — disse Locusta Verde.

Si voltò verso Yu, e nel buio della locanda i suoi occhi scintillarono come giada.

— Un colpevole c'è. È quell'eunuco. Cao. Ha ucciso Peng, ha reso nemici te e Wei. Ti ha fatto torturare allontanandoti dalla tua famiglia per tre anni. Ti ha dato la caccia e ha scatenato una guerra. Ha ucciso noi.

— In realtà ha ucciso anche me — mormorò Yu.

Qi le strinse forte la mano, e adesso, attraverso quel contatto, passò un po' di calore. Dalle loro dita unite si levò un bagliore: una lucciola, un insetto minuscolo, che volò davanti al volto di Yu, leggera e brillante come in una notte d'estate.

— Tu non sei ancora morta — rispose Qi. — Puoi tornare indietro e mettere fine al combattimento.

— Non ce la faccio.

Qi sorrise. — Tu sei la mia mamma.

Gli occhi di Yu si riempirono di lacrime.

— Tu sei la mia mamma, quindi puoi farcela. Puoi salvare Wen, i tuoi pirati, trovare la fine di questa storia.

— Senza di te — disse Yu — non potrò mai trovare pace.

— Allora passa la vita cercandola. Devi essere felice. Te lo meriti. E quando avrai voglia di parlare con me, mi troverai qui.

Mi troverai qui.

La voce di Qi le rintoccò dentro come un colpo di gong, sfumò, si fece lontana.

E Yu aprì gli occhi.

Aveva ancora addosso i suoi vestiti e la mano destra stringeva Schiuma del Mare.

Si trovava... Impiegò un istante a capire dove.

Sott'acqua.

Il peso dell'armatura la stava trascinando verso il fondo, accompagnata da un corteo di bolle luccicanti.

Aveva rischiato di lasciarsi andare.

Ma non poteva.

Non prima di aver affrontato Cao.

Lo aveva promesso a Qi, e non avrebbe mancato alla sua parola.

Non sai che cos'hai fatto, eunuco, pensò. Non ne hai la più pallida idea.

Raccolse il suo qi e lo incendiò, lasciò che l'energia bruciasse dentro di lei come un uragano.

Il mare smise di trascinarla verso l'abisso e invece la sostenne, la abbracciò.

Maestro Peng, dammi la forza. Locusta, Piccola Furia, datemi la forza. Qi... Lo farò per te.

All'improvviso una colonna d'acqua si levò dal centro del mare, guizzò in alto in una torre azzurra e verde, vorticosa. Trascinò con sé pesci, pezzi di legno, conchiglie.

E Yu.

L'onda eruttò verso il cielo con la forza di un vulcano, verso il sole, e quando Yu si trovò abbastanza in alto saltò, si librò nell'aria come un uccello marino, e atterrò di nuovo sul pennone di maestra della giunca.

Cao era lì, aveva ancora in mano la sua sciabola infuocata.

Per lui era passato solo un istante.

Per Yu, una vita intera.

— Stai per morire — gli disse.

Poi si lanciò all'attacco.

La più grandeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora