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Ora che la decisione era presa, inutile tirarla per le lunghe. Quando si sciolse la riunione Abbondanza finì di cuocere il pesce e quella diventò la prima cena di Yu e del suo piccolo equipaggio.

Intanto Piccola Furia iniziò a fare un elenco delle cose che dovevano ottenere da Drago d'Oro per salpare.

— La giunca è nuda come una ballerina — spiegò. — Ci servirà tutto. Per cominciare le vele, poi provviste, botti per l'acqua dolce, paglia per i giacigli, corde, cannoni e munizioni...

— La stiva è piena di barili di polvere nera — ricordò Yu. — Erano sulla nave, perciò ci appartengono. Possiamo barattarne qualcuno in cambio del necessario.

— Buona idea. E con il primo arrembaggio ruberemo il resto. — Il nano finì di inghiottire il pesce. — Comandante, se me lo permetti, mi occuperò io di parlare con Drago d'Oro.

Era la prima volta che qualcuno chiamava Yu "comandante". Il primo istinto della ragazza fu di sorridere, ritrarsi, rispondere che non c'era bisogno. Ma Piccola Furia era molto più vecchio di lei, e saggio. Le stava offrendo faccia e lei non poteva rifiutarla.

Perciò esclamò: — Perfetto. Gigante, Maremoto, andate con lui e aiutatelo a trasportare a bordo il necessario. Lontra d'Acqua, prendi i due gemelli e preparate la nave, voglio che sia pronta a salpare prima dell'alba. Tigre Scarlatta, tu mettiti sul ponte di coperta e fai la guardia. A parte noi della ciurma, nessuno deve salire o scendere senza il mio permesso.

— Sì, comandante — rispose Tigre Scarlatta.

Eccola lì, ancora quella parola, per la seconda volta. "Comandante". E ora che l'aveva detta anche un'altra persona, diventò all'improvviso vera. Avrebbe dovuto esserne all'altezza.

Tutti si allontanarono per mettersi al lavoro, vicino al fuoco rimasero solo lei e Abbondanza. Il cuoco spense il falò versandoci sopra della sabbia.

— Scusa — mormorò Yu. — Avrei dovuto parlartene prima.

Il volto scavato d'ombra si girò verso di lei.

— Un comandante non parla a un cuoco dei suoi piani — disse. — E un comandante non chiede scusa.

— Sono felice che tu abbia scelto di seguirmi. Non so cos'avrei fatto, senza di te.

— E io non so se è stata una buona idea. Ormai sono vecchio per fare il pirata, e tu sei una ragazza irrequieta. Perciò ho un favore da domandarti: quando te lo chiederò, lasciami andare. Fammi sbarcare su un'isola come questa, o dove vorrai, ma lasciami libero. D'accordo?

Yu annuì. — D'accordo.

— Allora fammi vedere com'è la mia nuova nave.

Salirono insieme a bordo della giunca e la ispezionarono palmo a palmo. Yu controllò la poppa e il castello di prua, che era molto più alto rispetto al resto della nave, imponente e squadrato. La ragazza provò la ruota del timone, ispezionò l'ancora e gli ormeggi, si arrampicò in cima agli alberi. La stiva puzzava di acqua di sentina ma il legname era solido e non c'erano perdite. Visitò gli alloggi che si trovavano a prua ed erano minuscoli e senz'aria, facevano sembrare la Morte Rossa un albergo di lusso.

— Poco male — mormorò Yu. — Ci adatteremo, o dormiremo in coperta.

Quando tornò sulla spiaggia trovò un gruppetto di pescatori ad aspettarla. Erano due coppie, marito e moglie, e una famiglia di sei persone. Tutta gente di Wailingding stanca di fare la fame su quell'isola. Avevano deciso di diventare pirati.

Dato che Yu avrebbe avuto bisogno di marinai, li arruolò all'istante.

Mentre li accompagnava a bordo per affidarli a Lontra d'Acqua, tornò Piccola Furia. Non era riuscito a farsi dare nemmeno un cannone (e questo era un problema che Yu avrebbe dovuto risolvere in fretta) in compenso aveva rimediato tutto il resto, cioè vele e corde e provviste.

La più grandeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora