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Un mese dopo:
La convivenza con Payton procede bene. È finalmente tornato con Sara che ne ha approfittato ed è venuta anche lei a vivere con lui ahahah.
Io ho trovato un lavoretto in uno studio di architetti. Ovviamente lavorerò nel settore del design. Inizio Lunedì ma dato che dobbiamo festeggiare Payton ha deciso che sta sera ci porta a ballare. Saremo io, lui, Sara, Josh, Nessa, Anthony con Avani, charli, e un ragazzo nuovo che non avevo mai visto si chiamava Mattia anche lui era italiano ma viveva in America da anni ormai.
Arriviamo in discoteca e ci dirigiamo al tavolo. Bevo un po' ma non voglio esagerare anche perché cioè devo andare a casa di un amico non casa mia, non posso fare troppo casino. Sono al secondo drink e mi definisco allegra ahahah.
Sono al tavolo che parlo con Sara e gli altri mentre inizio il terzo drink. Vedo entrare l'ultima persona che avrei voluto vedere. C'era Jaden. Con Tyler, Bryce, Addison, Jackson e altri che non riconoscevo. Quando i nostri occhi si incrociarono Payton e gli altri ci guardarono  paralizzati
P: ce, vuoi che torniamo a casa?
Vidi Jaden fare un ghigno e poi girarsi.
C: affatto, non c'è problema.
Buttai giù tutto il terzo drink e subito dopo due shottini di vodka liscia. Ero molto ubriaca. Presi Sara per mano e la portai in pista. Eravamo lì a ballare quando sentii due mani prendermi per i fianchi. Dopo un po' a ballare così mi girai e incontrai i suoi occhi. Eravamo molto vicini. Non sapevo se baciarlo oppure no. Ero troppo ubriaca per capire cosa fare, così decise l'alcool. Mi avvicinai ancora e ci baciammo.
Jaden pov's
Sapevo che era sbagliato però non me ne fregava un cazzo.
Si avvicinò al mio orecchio e sussurrò: "ti voglio adesso" non me lo feci ripetere due volte e annui. Mi prese per mano e mi portò a casa sua. Sapevo che il giorno dopo mi avrebbe odiato, ma me ne fregavo. Entravo e uscivo da lei continuamente senza fermarmi, cercando di farlo durare il più a lungo possibile. Quando poi venii ci sdraiammo vicini, addormentandoci abbracciati.
Era prestissimo e mi sentivo chiamare sottovoce.
P: jaden! Svegliati su...
Mi svegliai e vidi il mio migliore amico.
J: cosa c'è payt?...
P: devi andare via.
J: perché?...
Sapevo benissimo il perché
P: perché se si sveglia e ti vede qua si incazza ancora di più e non solo con te ma anche con se stessa quindi per favore...
J: si, hai ragione ora vado.
P: dai, prendi tutti i tuoi vestiti per favore.
Mi rivestii e poi andai alla porta guardandola un'ultima volta dormire
J: dici che si ricorderà?...
P: spero per te di no.
J: oh... okay... ciao payton.
P: ciao.
Io e payt non eravamo rimasti in buoni rapporti. Lui teneva troppo a lei per vederla soffrire.
Tornai a casa e la domenica la passai sdraiato sul divano a ripensare alla notte scorsa.

Ceci pov's
Mi sveglio con un bruttissimo mal di testa. Per fortuna sono nel mio letto. Nuda, ma nel mio letto. Sono tipo le 2 di pomeriggio. Mi alzo infilandomi la prima tuta che ho trovato nell'armadio e scendo di sotto. Giù c'erano payt e Sara che amoreggiavano.
P: ma buongiorno....
Dice sorridendo.
C: buongiorno fiorellini. Amoreggiamo già di prima mattina qui?!
P: è pomeriggio
Dice sorridendo
S: vabbè vi lascio un attimo soli
C: cos?... no non c'è bisogno
S: si sì devo andare a comprare due cose.
P: ciao amo.
Si salutano e poi Sara esce
C: perché? Cosa ho fatto???
P: ti ricordi qualcosa?
C: di ieri?
P: eh
C: no... cioè a grandi linee. Diciamo che dal terzo drink in poi non mi ricordo niente.
P: oh ok...
Sorride e si gira.
C: no payton! Ora mi dici che ho fatto!
Mi metto davanti a lui sbarrandogli la strada. Forse un po' troppo vicina. Ci guardiamo entrambi abbastanza increduli e straniti.
P: mmm...
Non so cosa volesse dirmi, cosa avevo fatto. A un certo punto però iniziò a far dondolare il suo sguardo tra i miei occhi e le mie labbra, e mezzo secondo dopo mi stava baciando. Mi staccai subito. Non potevo farlo, ne a lui ne a Sara.
C: no pay, è sbagliato...
P: si scusa hai ragione, non so che mi è preso.
C: cosa ho fatto ieri.
Dissi fredda.
P: tu ieri.... mi hai baciato.
C: cosa?
P: già...
C: e sara lo sa??
P: si glielo ho detto
C: per questo mi odia?...
P: ma va non ti odia, sa che eri andatissima. Però voleva che chiarissimo.
C: okay... e abbiamo chiarito? Giusto??...
P: si si direi di sì.
Detto questo tornai in camera e non mi mossi da lì fino al mattino dopo.
Ero molto in ansia. Dover ricominciare a lavorare, in un posto tutto nuovo! Ero molto emozionata. Mi vestii e andai all'indirizzo che mi avevano indicato.
Entrai e una segretaria mi guidò nell'ufficio del boss ahahahah.
Appena entrai mi si gelò il sangue.
Era di spalle ma lo riconobbi subito. Salutai gentilmente la segretaria che uscii e chiuse la porta. Mi avvicinai alla scrivania e finalmente si girò rimanendo anche lui scioccato quanto me.
Quegli occhi. Non ci misi neanche un secondo a ricordare tutto ciò che era successo quella sera.
J: c-ciao....
Era anche lui imbarazzato e sorpreso e aveva quasi paura a guardarmi negli occhi.
C: salve.
J: puoi darmi del tu.
C: no, tu sei il capo di questa azienda e io sono qui per lavorare in questa azienda, quindi ti do del lei.
Ero congelata.
J: o-okay...
C: bene..
J: posso chiederti una cosa?
C: dipende. È strettamente legata al lavoro?
Sbuffò.
J: se la sente di lavorare nell'azienda del suo "ex"?
C: ex. Senza virgolette. E si, non ho nessun tipo di problema.
J: bene allora può andare, la mia segretaria la guiderà nel suo ufficio.
Mi alzo e vado alla porta ma prima di uscire sentii di nuovo la sua voce.
J: ti ricordi dell'altra sera?...
Disse quasi sotto voce.
Non dissi niente, lo guardai e uscii.
Come ho potuto farlo?!!!
Iniziai a disegnare dei mobili d'arredo per una casa di cui mi avevano consegnato foto e piante. Ero particolarmente ispirata oggi e erano uscite anche delle idee abbastanza decenti. Sentii bussare alla porta, e pregavo con tutta ne stessa che non fosse lui.
C: avanti...
Entrò un ragazzo alto, con i capelli castani, molto carino. Sorrisi sollevata.
X: ciao! Scusa non volevo interromperti, però ho saputo che c'era un'altro dipendente nel settore del design e volevo presentarmi.
C: ciao. Si, piacere, Cecilia...
Si avvicinò e mi strinse la mano.
D: piacere sono David. Penso che ci toccherà lavorare insieme anche perché siamo gli unici qua ahahah
C: oh davvero?
D: già! Però vabbè meglio pochi ma buoni.
Si vedeva che gli piacevo, e ci stava provando spudoratamente.
C: ahahah bene. Okay io ora vado che devo far vedere questi a J- al signor Hossler.
Feci un dei miei migliori sorrisi finti e uscii.
D: va bene, ci vediamo.
Mi diressi nel suo ufficio e entrai senza bussare, forse per abitudine. Appena aprii la porta vidi quella ragazza, quella dell'ultima volta sulla scrivania e Jaden davanti a lei....
Sbarrai gli occhi e richiusi la porta.
Aspettai fuori e dopo circa 5 minuti uscii quella... ragazza. Così entrai io.
J: si bussa.
C: scusa, l'abitudine.
J: okay, avevi bisogno?
C: dovevo solo lasciargli questi...
Mi avvicinai e appoggiai i miei lavori sul tavolo con un po' di schifo ahaha
J: tranquilla, ho pulito...
Disse con un ghigno. Ora faceva ancora più schifo.
Prese i disegni e li esaminò attentamente.
C: bene ora vado, così sistemo un po' l'ufficio....
J: sono perfetti. Sapevo che eri la persona giusta. Puoi andare a casa, per oggi basta.
Mi sorrise. Cercai di trattenere le lacrime e uscii. Mi fermò prima, prendendomi la mano.
C: cosa... cosa c'è?
Mi girai cercando con tutta me stessa di non piangere. Richiuse la porta.
J: come stai?
C: come vuoi che stia?
J: pensavo fossi felice...
C: come... come posso essere felice?
J: se questo lavoro ti crea qualche problema... non esistere a dirmelo... posso trovarti un altr-
C: fa niente. Non è un problema.
J: okay...
C: tu? Tu sei felice?...
Mi guardò, cercando di trovare la risposta nella mia espressione.
J: oh, ti riferisci a Cynthia...
Non risposi e abbassai lo sguardo.
J: comunque, no non sono felice. O per lo meno, non come lo ero con te.
C: you left me first.
Lo vidi sorridere. E mi si strinse il cuore.
J: straight coats and empty cabinets
C: ashes form all the mess you left
J: okay, okay. Non ho intenzione di andare avanti
E sorrise. Di nuovo.
C: il tuo geniale piano è fallito.
J: cioe?
C: "non voglio altro che vederti felice e so che io non posso farlo...."
J: no... lo so che stai meglio senza di me
C: e da cosa lo capisci? Dal fatto che non dormo da mesi? O forse perché sono molto stressata o non lo so dimmelo tu... non sorrido da...
J: non è vero. L'altra sera ti ho visto.
C: non conta ero ubriaca.
J: oh non in discoteca. Quando eri a letto con me.
C: shh perché devi rigirare il dito nella piaga?
J: perché ci penso sempre.
Ormai stava sussurrando sopra le mie labbra. Avevo brividi ovunque, ma non potevo dargliela vinta. Cioè dieci minuti fa si stava trombando quella brutta....
mi girai dall'altra parte
C: i love you but fuck you.
Uscii dalla porta e corsi nel mio ufficio a prendere le mie cose. Ormai piangendo a dirotto uscii e tornai a casa.

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