closet.

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Vide avanzarlo sempre di più nella sua direzione e lʼansia aumentò sempre di più. I loro sguardi si incrociarono. Quel dannato ragazzo dallo sguardo enigmatico e profondo. Distrattamente la piccoletta chiuse l'armadietto e girò subito l'angolo del corridoio per andarsene ma qualcosa o meglio qualcuno le afferrò il polso strattonandola in un'aula non troppo lontana dagli armadietti.

Il maggiore chiuse la porta alle loro spalle con un calcio e le tappò la bocca con la mano. Yoora si sentì mancare la terra sotto i piedi al quel gesto. Pericolosamente, come una bestia affamata, Jungkook si avvicinò al suo orecchio. La castana poté ben sentire il fiato caldo schiantarsi contro il suo candido collo e chiuse gli occhi in due fessure, « Allora ragazza carina,  ho visto come mi guardavi nel corridoio, sono così bello ? » le leccò il lobo dell'orecchio e una scarica di brividi si fece capolinea su tutta la spina dorsale di Yoora.

La più piccola rispose seccata guardando altrove, allontanandosi di qualche cm, « Mhh, non credo proprio, ti sbagli mio caro » . Jungkook sorrise beffardamente alzando gli occhi al cielo, leccò le labbra e riportò gli occhi su di lei, « Mmh, hai ragione ma una ragazza così carina non si può non guardare » ribattè senza troppi giri di parole.

Le guance di Yoora si tinsero di un rosso chiaro, era evidentemente imbarazzata. Jungkook lo notò e prima che lei potesse abbassare il capo, portò due delle sue dita sotto al suo piccolo mento alzandolo, facendo incontrare così i loro sguardi. Ancora una volta.

Le guance le formicolarono. Indossava gli occhi della notte. Un sguardo cinico, lucente, ingannevole. Quelle iridi da lupo risaltavano la sua carnagione lattea come due diamanti neri.

Ammaliante. Jungkook era ammaliante.

Yoora era completamente persa. Era in uno stato di trance e non ascoltò nemmeno una delle parole del maggiore. Non riusciva a capacitarsi. Coma faceva ad essere così.. così. Jungkook dall'altro canto iniziò a sventolarle una mano davanti agli occhi facendola finalmente risvegliare dal quel mondo, sognante.

Ma la castana continuò a studiare ogni minimo dettaglio del suo volto. Ogni piccolo pezzo di quel ragazzo era affascinante. E non l'aveva mai notato. Posò di nuovo lo sguardo sul ragazzo difronte a lei e morì interiormente quando notò che il moro aveva un che negli occhi che trapelava qualcosa di indefinito, lontano e inaspettatamente la baciò.

Rimase spiazzata da quel gesto e presa dall'imbarazzo lo spinse via correndo fuori dallo sgabuzzino. Corse incessantemente finché non trovò un posto abbastanza isolato situato nel retro della scuola e si fermò. Aveva il fiatone, le sue gambe tremavano proprio come le pareti del suo stomaco. Si sfiorò le labbra con le dite ricordando e mettendo a fuoco tutto ciò che era appena successo in quella stanza. Lui l'aveva appena baciata.

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