CAPITOLO 20

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Camminavamo lungo il viale del parco, Harry si era presentato da me questa mattina poco prima che mia madre uscisse per il lavoro, anche se ci saremmo dovuti incontrare poche ore dopo, come facevamo ogni pomeriggio con Niall per ripassare.
-non mi hai ancora spiegato la storia di Ed- gli chiesi portandomi un ciuffo di capelli all’indietro e sistemandomi gli occhiali da sole che avevo sul naso vidi le sue labbra inarcarsi con la coda degl’occhi –l’ho conosciuto molto tempo fa, quando sono andato in Irlanda- disse sedendosi ad una delle numerose panchine che davano sul lago, era una splendida giornata il sole era caldo e un lieve venticello piacevole Niall doveva arrivare a momenti, anzi strano che non era già arrivato
-perché non me lo hai MAI detto?- lo rimproverai con un tono da finta offesa –non sapevo che ti piacesse- si giustificò lui con una risata soffocata –e appena l’ho scoperto l’ho chiamato per i biglietti-
Mi guardava con un sorriso sul volto con quello sguardo brillante, il ricordo che avevo di lui ricomparse nella mia mente, il ragazzo trasandato che usciva sempre dalla direzione prima che ci entrassi io che mi faceva un sorrisetto sghembo, che sembrava più un ghigno, forse, forse è stato in quel momento, quando vidi il suo vero sorriso, che capìì che ormai il riccio non era più il ragazzo della direzione, non era più il bambino insopportabile che eri costretta a sopportare , ma quello sguardo felice che aveva si rabbuiò un ricordo cattivo gli venne in mente mi accarezzava le braccia coperte da un giacchetto in pelle leggiero decorato con delle borchie tirai –come…- non riusciva a parlare, i ricci gli coprivano il volto chino verso il basso –come vanno i lividi?- disse con un filo di voce che per un attimo mi parve solo di sentirlo solo nella mia testa, delicatamente alzai le maniche, le macchie violacee che coprivano la pelle avevano lasciato il posto a piccole macchie grigiastre contornate da un giallo pallido la sua voce tesa ringhiò una frase incomprensibile –se lo vedo lo ammazzo- finì coprì velocemente le braccia  scuotendo la testa –No Harry- gli dissi tirando il suo mento verso l’alto come fece lui all’inizio dell’anno i suoi occhi verde smeraldo riflettevano i miei –non ne vale la pena- non mi interessava nulla di quel mostro, mi bastava averlo fuori dalla mia vita mi bastava non rivedere il ghiaccio dei suoi occhi un’altra volta –non si doveva azzardare a sfiorarti- i denti ancora stretti che si allentarono solo sotto il tocco delle mie labbra sulla sua guancia i nostri nasi si sfioravano gli sguardi fissi l’uno sull’altro –vorrei tanto darti un bacio- sussurrò lui un sorriso spuntò sul mio volto, involontario mentre ci avvicinavamo uno all’altro quando una voce si schiarì –vi ho interrotto?- chiese sorridente il biondo, Niall era li  volevo sprofondare dalla vergogna ma lui fece finta di nulla – dai iniziamo! Manca poco al test- disse incamminandosi verso lo spazio verde libero alle nostre spalle nel grande prato e in quel momento ne fui veramente grata un sospiro di sollievo mi sfuggi mentre mi alzavo per seguirlo

Non era neanche passata un’ora da quando aprimmo i libri e il telefono di Niall squillò lui guardava lo schermo allarmato iniziava ad agitarsi –scusate d-devo rispondere- disse alzandosi e uscendo dal nostro campo uditivo, non era mai successo, non voleva farci sentire la conversazione, mai prima di allora ci aveva tenuto nascosto qualcosa, eravamo i suoi migliori amici, non capivo lo osservavo mentre si passava una mano tra i capelli nervosamente gesticolava eccessivamente, qualcosa non andava… c’era un problema, il biondo tornò verso di noi –hei hem…devo andare! Ho..ho una cosa- balbettava e le mani gli tremavano leggermente mentre riprendeva tutte le sue cose –si ecco…- la voce tremolava –va tutto bene Nialler?- fu il riccio a parlare –c’è qualche problema?- aggiunsi io preoccupata –NO!- quasi urlò –devo solo andare!- disse d’un fiato prima di correre via con lo zaino in spalla.
Io ed Harry ci guardammo per un secondo lui aveva già tutto via in un secondo e stava riordinando anche i miei libri nella borsa –Che Fai Harry!- lo bloccai sapevo che voleva fare, voleva seguirlo voleva sapere cosa preoccupava così il suo migliore amico, cosa lo aveva spinto a mentirci e scappare via –Ragiona!- gli dissi tenendogli le mani bloccate tra le mie, si muovevano a spasmi tremavano mentre il suo sguardo confuso guardava me –c’è un motivo se ha fatto quello che ha fatto!- ancora non capiva corrugò la fronte, non capiva, eppure per me era così chiaro –se Niall voleva che sapessimo della chiamata, ce lo avrebbe detto!- cercai di spiegare nel modo più semplice possibile, non era un tipo complicato Niall ti diceva tutto quello che dovevi sapere, e se chiedevi, anche di più –ma siamo i suoi migliori amici- disse il riccio con voce triste, è vero, eravamo i suoi migliori amici, e ci aveva mentito ma io credevo in lui e sapevo che c’era un motivo dietro a tutto –magari vuole farci concentrare solo sull’esame di lunedì- lo guardai, guardai quegl’occhi verdi nel quale si leggeva una tristezza immensa, un dolore che mai avevo visto in lui, gli accarezzai il volto con il dorso della mano mi spezzava il cuore vederlo così , ma davvero, seguire Niall in quel momento mi sembrava la cosa più sbagliata da fare –Dai, andiamo a casa mia!- mi alzai prendendo la mia borsa e tendendo una mano al riccio ancora seduto a terra –poi chiamiamo Niall okkey?- il suo sguardo incrociò il mio, speranzoso mentre quella chioma folta prendeva quota sopra di me.

Camminammo in silenzio mano nella mano fino a casa mia dove c’era mia madre ad aspettarci, Harry era come su un altro mondo passivo con lo sguardo in un punto fisso, ero sicura che in quel momento nella sua testa c’era una confusione lo accompagnai fino al divano per poi andare in cucina –che gli succede?- chiese mia mamma spaesata, nessuno aveva mai visto Harry così, e onestamente nemmeno io credevo che l’avrebbe presa così male – è preoccupato per Niall, se ne è andato, o meglio è scappato via dopo una chiamata strana- misi dei toast nel tosta pane e versai il latte in due grandi bicchieri –e se l’è presa così tanto?- scossi le spalle, nemmeno io sapevo che dire presi la nutella e i Toast appena pronti e misi tutto su un vassoio che posai sul tavolo della sala mi sedetti accanto a lui, che subito posò il suo sguardo su di me –è successo qualcosa.- non era una domanda era un affermazione, il suo tono freddo mi fece preoccupare sempre di più, la mia totale fiducia verso il Biondo irlandese piano si stava abbassando è vero ci nascondeva qualcosa, ma cosa. Presi il telefono e composi il numero che ormai conoscevo a memoria, portai l’apparecchio all’orecchio, suonava, una, due, tre, quattro volte ma nessuno rispondeva –magari non ha il telefono sotto mano- lo giustificavo così anche se infondo mi iniziavo a preoccupare anch’io

-riproviamo tra un po’- dissi porgendo il vassoio ad Harry, prima mangiamo –non ho fame.- non mi guardava neanche, giocherellava nervosamente con le dita guardando terra, mi avvicinai sempre di più a lui lo abbracciai –Hei Harry…vedrai che è tutto a posto- gli sussurrai in un orecchio senza mollare la stretta.

Una chiamata era Niall

-è Niall, visto? Ti avevo detto di non preoccuparti-

*Hei Ni...*

*Lola mi…mi dispiace..* la sua voce era strana, singhiozzante, stava piangendo.

*Niall che è successo?* la mia voce allarmata allarmò anche Harry

*Niente! Niente tranquilla! Solo…non posso più aiutarvi con le ripetiz…*

Non gli feci nemmeno finire la frase riagganciai il telefono e corsi fuori casa, ignorando Harry e mia madre corsi fino alla fine della strada fino a quel vialetto fiorito che tanto conoscevo, ma la macchina non c’era iniziai a suonare freneticamente alla porta per poi iniziare a bussare, urlavo il suo nome –NIALL! NIALL APRI LA PORTA!- ma nessuno mi rispondeva la porta era chiusa a chiave ero presa dal panico dovevo vedere Niall. Harry arrivò –Ferma! Ferma Lola! È chiusa! Non puoi aprirla!- disse con un tono di voce sopraelevato per superare le mie grida, dopo di che alzò lo zerbino tirando fuori una piccola chiave, Aprimmo la porta, la casa era silenziosa, vuota –non c’è nessuno- disse Harry –li aspetterò qua- gli dissi sedendomi sul divano non sapevo che era successo, sapevo solo che mi sentivo una completa idiota Harry aveva ragione, era successo qualcosa, qualcosa di grave e io volevo sapere cosa.

Quando la portà si riaprì era ormai notte fonda, Harry si era addormentato sulle mie ginocchia mi scostai leggermente da lui cercando di non svegliarlo Niall era all’ingresso con suo padre lo quando mi videro –che ci fai qui?- mi chiese disorientato per poi notare la figura sdraiata sul divano –voglio sapere che è successo- imposi -io vado su- avvertì l'uomo salendo le scale, -Senti Lola è meglio che tu vada a casa! Ad Harry ci penso io- lo guardai allibita, non ci potevo credere… mi stava cacciando ma un piccolo particolare mi saltò alla menta, non c’era Maura… la casa era vuota, e poco prima c’era solo Bobby –Dov’è Maura Niall?- gli chiesi gli occhi cielo si illuminarono nella penombra sospirò, stanco –in…in ospedale.-

Do You Trust Me? [Harry Styles]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora