Finalmente entriamo nel suo appartamento. L'aria si fa pesante, per tutto il tragitto non abbiamo smesso di osservarci, senza però mai sfiorarci nemmeno per sbaglio.
Appoggio il cappotto e la borsa su una delle poltrone nel salottino in entrata, mentre lui si toglie la giacca sistemandola sull'attaccapanni, pronta da far portare in lavanderia il giorno dopo.
Mi fermo un secondo ad osservare meglio l'ambiente, il corridoio, le pareti. L'altra volta quando sono stata qui, l'ansia la faceva da padrone, avendo altri problemi da affrontare, e non mi sono goduta in pieno la vista di queste stanze. Una regalità che a me sinceramente non è mai piaciuta molto, così come a Giuseppe, che ogni tanto si trovava a commentare l'eccessivo sfarzo a cui però era stato costretto ad abituarsi. Ma è tutto davvero splendido.
Conte: «Senti...vuoi...vuoi qualcosa da bere? Posso offrirti qualcosa?», mi dice cercando di trattenere l'eccitazione evidente. L'elettricità tra di noi è chiara. Questa volta decido io di fare il primo passo.
Mi avvicino lentamente a lui, ammiccando, fino a quando non siamo faccia a faccia.
«Non sono qui per bere un bicchiere di vino, signor Presidente. Lo sa anche Lei...» gli dico sfiorandogli il braccio. Dargli del Lei in questa situazione rende il tutto ancora più provocante tra di noi, visto il suo sorriso compiaciuto.
Fa per avvicinarsi alle mie labbra, ma mi giro di scatto. Non può averla vinta subito, dopo oggi pomeriggio in ufficio.
«Sai, prima quando mi hai messa contro al muro forse mi hai fatto male alle spalle...controlleresti se ho qualche segno...per favore?».
Lo sento deglutire e fermare il respiro per un attimo. Poi divertito comincia a tracciare linee immaginarie sulla nuca, alternando a piccoli tocchi con le labbra. Ho avuto una pessima idea, ora sono io che non so quanto potrò resistere.
Inclino leggermente la testa per lasciargli spazio e comincia ad abbassare lentamente la cerniera del mio vestito, continuando a baciare e a mordicchiare il mio collo e la mia schiena. E per finire accompagna il vestito finchè non cade a terra, lasciandomi solo in intimo davanti a lui.
Conte: «No cara Giada...la sua pelle è perfetta...ma ci penso io...» e comincia a lasciare piccoli segni rossi che mi fanno scappare qualche sospiro e gemito.
Non posso resistere oltre, decido di girarmi di nuovo verso lui, prendendomi le sue labbra avidamente e continuando ad approfondire questo bacio, mentre lui senza staccarsi si toglie la cravatta lanciandola da qualche parte e comincia a sbottonarsi i polsini e i primi bottoni della camicia, ma lo fermo.
«Lascia fare qualcosa anche a me» gli sussurro, mentre proseguo sbottonandogli il resto della camicia e facendola cadere ai suoi piedi.
Ora le mie mani possono finalmente toccare la sua pelle che al tocco sembra quasi infuocata, dai pettorali all'addome con quell'accenno di pancia che adoro. Lui con una mano sul mio fianco che stringe forte e l'altra sul mio viso, continua a torturare il mio collo e lasciare piccoli baci sotto l'orecchio, mentre io percorro molto lentamente con un dito quella sottile linea di peli che dal suo ombelico scende.
Riesco ad aprirgli la cintura dei pantaloni, ma mi ferma stringendomi il polso.
Conte: «Non tutto subito, hai voluto giocare?» e mentre mi dice questo sottovoce, senza che me ne accorga riesce a sollevarmi da terra togliendomi le scarpe e portandomi con lui verso il letto, su cui mi fa stendere dolcemente.
Lui si appoggia con un ginocchio al bordo del letto e tenendosi sulle braccia, prosegue a baciarmi dal collo all'addome e continuando a salire e scendere, in questa piacevole tortura che mi sta facendo impazzire. Mi abbassa le spalline del reggiseno e riesco a sollevarmi quel tanto che basta per lasciare che lui con una mano dietro la schiena lo slacci, per tirarlo poi in mezzo alla stanza.
STAI LEGGENDO
Il sole torna a splendere || Giuseppe Conte FF
FanfictionUna ragazza di 29 anni come tante altre. Una vita normale, sogni nel cassetto per un futuro migliore, e la volontà di essere finalmente protagonista della sua vita. Un giorno, all'apparenza come tanti altri, le darà l'opportunità di cambiare e stra...