Capitolo 26 - Pettegolezzi

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Lunedì 24 agosto 2020

Conte's POV

Giacca e cravatta con il caldo afoso di fine agosto non vanno molto d'accordo, ma il lavoro lo richiede. E, nonostante tutto, questa formalità mi piace. Ho sempre amato vestirmi elegante, fin dai tempi dell'università. Tutto questo permette di dare anche un'immagine di se stessi positiva agli occhi di chi là fuori ci osserva. Ma quando stacco dal Parlamento e da Palazzo Chigi per tornare ad essere solo Giuseppe, mi spoglio di queste vesti per concedermi dei semplici pantaloni della tuta o, con questo caldo, dei pantaloncini e una maglietta.

Giada sorride sempre quando mi vede così, e a me piace che mi veda così. Quando siamo a casa insieme, solo io e lei.

Questa mattina sono uscito di fretta senza nemmeno fare colazione per recarmi qui in Senato per l'ennesima informativa. Mi siedo al mio posto che mi permette di osservare tutta questa gente di fronte a me, mentre mi gusto il mio caffè macchiato che ho gentilmente chiesto appena arrivato. Non posso cominciare la giornata senza un caffè.

Il mio sguardo vaga svogliato sui senatori presenti. C'è chi condivide le mie stesse idee, persone con cui riesco a lavorare bene per l'Italia, soprattutto in questo periodo in cui l'emergenza sanitaria deve ancora esser tenuta sotto controllo. C'è chi invece ha un pensiero politico con cui non mi trovo d'accordo, ma riusciamo ad avere in ogni caso un buon confronto civile. Anzi, molte volte le critiche costruttive e sensate da parte dell'opposizione mi hanno aiutato ad avere uno sguardo più ampio su alcune dinamiche, o a capire maggiormente il loro punto di vista.

Ma c'è anche chi, e purtroppo si tratta della maggior parte dei presenti, parla solo per dar aria alla bocca. Parole e attacchi violenti, insensati, e molti dimostrano di non aver nemmeno letto le proposte o le leggi presentate.

Io riesco finalmente a terminare il mio discorso di circa 30 minuti, con qualche interruzione a caso messe prontamente a tacere dalla presidente Casellati.

Riprendo posto e, mentre qualche collega comincia a prendere la parola secondo il turno previsto, dò un'occhiata veloce al cellulare.

📲 Giada: «Ti ho seguito come al solito...e come al solito sei stato perfetto. Non ti curar di loro, ma guarda e passa 😘».

Sorrido e cerco con lo sguardo la telecamera che trasmette le immagini in diretta, come se questo sguardo fosse solo per lei che probabilmente mi starà guardando dalla tv che si trova in cucina, mentre sistema alcuni documenti al pc per andare nel suo studio oggi pomeriggio.

📲 Io: «Scusa se non ti ho svegliata questa mattina, ero già in ritardo e tu mentre dormi sei sempre bellissima. A stasera. Giuseppe».

📲 Giada: «Non serve che ti firmi se scrivi alla tua ragazza, lo sai vero?».

📲 Io: «Sì...ma so anche che questa cosa ti diverte e a me sta bene così 😊».

Appoggio il cellulare sul tavolo e torno a prestare attenzione ai miei colleghi, ed ecco che ora tocca a lui. Matteo Salvini.

Parte con la solita retorica, le solite frasi fatte, i soliti elenchi senza una proposta concreta per aiutare il nostro Paese. I suoi compagni di partito lo sostengono con applausi buttati qua e là senza un motivo specifico. Non so più davvero cosa fare con questo partito, e mi stupisce che abbia nonostante tutto un consenso così alto per i cittadini.

Ad un certo punto il discorso di Salvini prende una piega inaspettata: «Cari colleghi, cari italiani, cosa potete aspettarvi da uno che se la fa con una ragazza che ha quasi la metà dei suoi anni?! Uno che spreca il suo tempo che dovrebbe passare qui, a lavorare per voi, e invece va a farsi un viaggio in Olanda dove questa ragazza stava lavorando? Ed ora se la tiene buona buona come se fosse un giocattolo, a casa sua».

Il sole torna a splendere || Giuseppe Conte FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora