Capitolo 3 - Una scrivania per due

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Lunedì 20 gennaio, ore 08:30

Primo giorno della mia nuova vita a Roma (o almeno, per i prossimi 6 mesi). Nuovo lavoro che mi rende euforica e ansiosa al tempo stesso. Sarò in grado di destreggiarmi in questo ambiente così lontano dalla mia solita vita? Riuscirò a legare con i nuovi colleghi? Riuscirò a svolgere un lavoro almeno decente che sia all'altezza del Presidente del Consiglio?

La mia testa è un vortice di pensieri ed emozioni contrastanti, che vengono messe in pausa dall'arrivo di Raffaella.

Raffaella: «Buongiorno Giada! Puntualissima, questo è un punto in più a tuo favore! Vieni, beviamo un caffè e intanto ti presento gli altri collaboratori con cui condividiamo l'ufficio».

Faccio così la conoscenza di Federico e Beatrice, che subito mi mettono a mio agio e cominciano a chiedermi un po' di me e di come sia arrivata qui. Pian piano comincia ad arrivare un altro gruppo di persone che si dirigono verso la sala riunioni. Mi presento anche a loro e si dimostrano tutti davvero carinissimi e disponibili in caso di dubbi o domande. Non avrei potuto immaginare un'accoglienza migliore: questo primo step è andato.

Raffaella, Federico e Beatrice si uniscono al gruppo invitandomi a seguirli, e mi spiegano che ogni lunedì al mattino Conte chiede sempre di vederci tutti insieme per capire le priorità della settimana eseguire una linea comune.

Beatrice: «Spesso vengono organizzati anche più incontri durante la settimana, magari divisi per ufficio e competenze, ma il lunedì mattina è appuntamento fisso per tutti. Pensa Giada, praticamente facciamo colazione col Presidente!». Scatta una risata contagiosa di gruppo che non accenna a diminuire, quando proviamo ad immaginare Giuseppe Conte come potrebbe essere appena sveglio, con zero voglia di uscire dal letto e spettinato.

«Buongiorno a tutti! Scusate il ritardo. Prendete posto che cominciamo». Conte è entrato così all'improvviso nella sala che per un momento ci siamo spaventati. Ci sediamo nei posti liberi più vicini a noi, attorno a questo tavolo rettangolare immenso, e il Presidente apre la riunione.

Federico: «Guardalo Giada, a me sembra un po' addormentato, come dicevamo prima... Chissà, magari si è divertito questa notte e ha fatto le ore piccole!». Raffaella lancia un'occhiata severa, ricordandogli che sta pur sempre parlando del Presidente del Consiglio, e finalmente si mette tranquillo e riusciamo a seguire le direttive del giorno.

Terminata la riunione, nel momento in cui stiamo per uscire, incrocio per caso lo sguardo di Conte, che ha alzato gli occhi dal giornale che stava leggendo, e mi saluta con un leggero sorriso e un occhiolino tanto innocente quanto...sexy.

"Di nuovo questi pensieri, Giada ma cosa ti prende? Ti ha vista e ha semplicemente fatto un normalissimo cenno di saluto e di incoraggiamento per il primo giorno a Palazzo Chigi. Nulla di strano".

Eppure mi rendo conto che sto arrossendo, ricambiando velocemente il saluto e seguendo i miei nuovi tre colleghi nell'ufficio accanto.

La giornata prosegue in maniera molto tranquilla: comincio a prendere confidenza con i nomi dei nostri principali interlocutori, invio qualche mail per presentarmi e rendermi disponibile a colleghi interni ed esterni, passo in rassegna l'archivio per familiarizzare con i documenti, seguo le dritte di Raffaella sull'utilizzo di alcuni programmi.

Uscendo, al termine di questo giorno molto intenso, lancio un'occhiata alla porta dello studio del Presidente, chiusa dall'ultima volta che l'ho intravisto passare in corridoio. Me lo immagino seduto alla sua scrivania, ancora preso dal suo lavoro, tra mille documenti e carte. Chissà se riuscirò davvero ad essergli di aiuto.

Il sole torna a splendere || Giuseppe Conte FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora