Lorenzo POV
Il cuore batte violentemente nel mio petto, seguendo lo stesso ritmo del mio respiro affannato a causa della velocità con la quale mi sono precipitato alla Banca e per via di questa situazione così strana e sospettosa. Appoggio la schiena contro la pietra fredda e chiudo gli occhi per un solo istante, giusto il tempo per potermi concentrare e per scacciare una sensazione di malessere che sembra non volermi lasciare in pace.
<<C'è troppa quiete e la cosa non mi piace affatto.>> la voce di Vanni giunge alle mie spalle, ma ben presto la mia guardia mi supera, posizionandosi davanti al portone di ingresso
Ha ragione: c'è uno strano e pesante silenzio, uno di quelli che sembra essere il preludio di una catastrofe
Sfodero la spada e mi avvicino all'imponete portone di legno massiccio, imitato dai miei uomini; nessuno l'ha toccato, ha provato a sfondarlo o a forzarne la serratura
<<Tutti i vetri sono perfettamente intatti.>> uno dei miei uomini giunge trafelato dopo un giro di ispezione del perimetro
Tutto questo mi rende terribilmente irrequieto e non ha alcun senso logico; come si può fare irruzione in un edificio senza lasciare alcuna traccia del proprio passaggio?
Mentre rifletto su questa assurda situazione, Bernardi offre un ottimo punto di prospettiva
<<E se fossero entrati dal tetto per non destare sospetti e non creare allarmismi?>>
Avanzo e raggiungo Vanni, mettendomi al suo fianco
<<Credi sia possibile?>>
Annuisce
<<Non sarebbe la prima volta. Vi sorprenderebbe sapere cosa può escogitare un uomo disperato e bisognoso di denaro.>>
<<Entriamo, dunque. Non c'è tempo da perdere.>>
Vanni allunga il braccio destro e avanza di un paio di passi
<<Vado prima io. Voi state dietro di me, Lorenzo.>>
Decido di dar retta alle sue parole e gli porgo la chiave del portone, fondamentale per poter entrare all'interno della Banca, poiché la via di accesso non è stata compromessa in alcun modo.
Una volta entrati, sguainiamo tutti le spade e ci inoltriamo con passo felpato e lento nell'edificio, con tutti i sensi attivati e sensibili al minimo rumore; pochi metri dopo i miei uomini iniziano a dividersi per controllare meglio ed avere la possibilità di operare su un'area più vasta.
Resto dietro Vanni e lo intimo di controllare il mio studio per verificare che sia tutto in ordine.
Mentre percorriamo la scala ed il corridoio che portano alla stanza in questione, la sensazione di malessere si fa più intensa e sono certo che qualcosa non vada e che quel qualcosa sia proprio nel mio studio.
Vanni apre la porta con studiata cautela, ma una volta dentro sguaina la spada e si aggira guardingo per la stanza; mi avvicino al tavolo e lo trovo come lo avevo lasciato, esattamente come i registri che avevo riposto prima di rincasare.
<<Qualcosa non va...>>
Vanni sembra allarmato e il fatto che nemmeno lui sappia cosa stia succedendo, mi reca ansia e mi causa un nodo alla gola; deglutisco, guardandomi intorno alla ricerca del minimo indizio o del minimo particolare che dia modo al mistero di essere finalmente svelato, ma non c'è niente.
Non c'è nessuno. Solo noi e questo pesante silenzio
Nel frattempo, tutti i miei uomini ci raggiungono e si guardano increduli
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I Medici - Un gelido inverno
Fanfiction"Quando Clarice gli volta le spalle e si allontana, Lorenzo sente un freddo prepotente invaderlo nel profondo, sente chiaramente quel freddo diventare un gelo tale da togliergli il respiro e penetrargli nelle ossa, nel cuore e nell'anima. Clarice co...