Clarice Pov
È davvero sorprendente come un singolo avvenimento possa ripercuotersi nella vita di tutti i giorni e come possa sconvolgere completamente la quotidianità o cambiare radicalmente il futuro.
Se mi limito a prendere in considerazione solo il mio punto di vista, la morte di Lucrezia mi ha mostrato un percorso diverso da quello che mi aspettavo di intraprendere e ha avuto il potere di provocare un passaggio di responsabilità che ora gravano sulle mie spalle.
Ma non devo fermarmi ad analizzare la mia prospettiva: devo essere lungimirante e cercare di vedere l'intero quadro; devo pensare al cambiamento che la morte di Lucrezia ha provocato nella vita di Giulio, dei miei figli, della città e di Lorenzo.
Lorenzo.
Mi si stringe il cuore non appena il suo nome si formula nei miei pensieri e la sua immagine compare davanti ai miei occhi; mi domando come stia e come abbia affrontato la perdita della madre in totale solitudine, senza l'appoggio della sua famiglia.
Mi domando quale possa essere stato l'esito della Conferenza di pace e prego ogni istante perché lui abbia mostrato una forza d'animo costante e abbia mantenuto integro il suo spirito già profondamente segnato.
Cammino avanti e indietro per la stanza, in trepidante attesa di udire il nitrito del suo cavallo, un rumore di zoccoli o sentire la sua voce; questa sua assenza mi mette in agitazione e un profondo senso di ansia e di inquietudine si sono ormai impadroniti di me da diverse ore.
<<Torna, Lorenzo.>> mormoro al nulla, aumentando l'andatura del mio passo nella speranza che questa infinita camminata scarichi un po' di tensione e calmi i miei nervi. <<Ti prego, Signore.>> giungo le mani in una disperata preghiera <<Ti prego: fa che stia bene, che il dolore non lo abbia lacerato ulteriormente e che non abbia reso la sua anima ancor più debole.>>
Sono consapevole del fatto che pregare in questo modo sia totalmente sbagliato e che non si dovrebbe mai chiedere nulla durante un momento come questo, ma sono disperata e anche terrorizzata; di conseguenza sto agendo come tale e non da buona cristiana e da donna di fede quale sono.
<<Mi domando come tu possa ancora avere fede, Clarice.>>
Sollevo lo sguardo al termine della mia preghiera, osservando attentamente Lorenzo
<<Dio non ha colpe per quanto accaduto.>>
<<Ma non ha fatto nulla per impedire che Giuliano venisse assassinato in quel modo.>>
Rivivo per diversi attimi le atrocità di quei momenti in totale silenzio
<<Lorenzo..>>
<<Ti prego, Clarice. Risparmiami i ragionamenti che vengono fatti dai cristiani in merito al disegno divino. Non dire nulla, non voglio parlare di fede; in questo momento non ne ho e credo non ne avrò mai più.>>
Sospiro sconsolata al ricordo di quella conversazione e quello della lite avvenuta in seguito; da quel giorno io e Lorenzo abbiamo avuto vedute totalmente diverse e ci siamo scontrati spesso.
Il primo conflitto, provocato dall'opinione riguardante la fede, è stato il primo strappo nel nostro rapporto; a quello strappo ne sono seguiti altri, sempre più forti e sempre più violenti, fino a provocare un distacco definitivo e gelido.
Arresto il mio passo, sospirando nuovamente.
Quanto mi manca la nostra complicità, i nostri gesti quotidiani e le nostre lunghe chiacchierate; quanto mi mancano le sue carezze, i suoi baci, i suoi sguardi. Quanto mi mancano i nostri momenti di dolcezza, le nostre discussioni, le nostre riappacificazioni, le nostre riflessioni. Quanto mi manca sentirmi sua, sentirmi amata, protetta e desiderata.
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I Medici - Un gelido inverno
Fanfic"Quando Clarice gli volta le spalle e si allontana, Lorenzo sente un freddo prepotente invaderlo nel profondo, sente chiaramente quel freddo diventare un gelo tale da togliergli il respiro e penetrargli nelle ossa, nel cuore e nell'anima. Clarice co...