Capitolo 7

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SEVERUS'S POV
“Buonanotte Hermione” la saluto guardandola mentre esce sul vialetto andando verso la macchina.
Che strana serata. Le cose che mi ha raccontato mi hanno incuriosito molto. Ho la sensazione di averle già sentite. Ma dove? Sono sicuro di non aver letto nulla del genere. Eppure mi suonano così familiari.
Sarà meglio che vada a dormire, domani inizia una nuova settimana di scuola e gli esami incombono.

Mi sveglio in un letto di sudore. È stato l’incubo peggiore che abbia mai fatto.
Un serpente mi si scagliava addosso. Continuava a mordermi, collo, viso, braccia. Poi degli uomini mascherati mi sollevavano da terra e mi torturavano. Calci, pugni e poi un dolore lancinante mi trafiggeva dalla testa ai piedi ma loro non mi stavano neanche toccando. Mi lasciano a terra in fin di vita e una voce, che sento lontana, chiama il mio nome. Delle lacrime calde mi bagnano la guancia e poi sono su una strada, sanguinante, bagnato dalla pioggia battente.
La pizza mi deve essere rimasta sullo stomaco.
Mi alzo dal letto, mi preparo il caffè e dopo essermi lavato e vestito vado a scuola.
La giornata passa tranquilla. Una volta a casa mi faccio una doccia ma non mangio. Ho lo stomaco chiuso. Sono esausto, devo solo andare a dormire.
È mattina e, come il giorno prima, mi sveglio sudato e con le palpitazioni.
Questa notte ero su una torre. Non so di preciso dove si trovasse. Da lassù potevo vedere una distesa di acqua nera. Sono davanti ad un uomo con lunghi capelli bianchi e una barba altrettanto lunga. Mi guarda negli occhi. Vedo le sue labbra muoversi ma non sento la voce, così come sento anche le mie muoversi ma senza emettere alcun suono. Immediatamente l’uomo cade dalla torre e io scappo.

Tutta la settimana va avanti così, continuo a sognare cose strane e che mi lasciano un senso di inquietudine una volta sveglio.
Finalmente è arrivato il weekend e sono deciso più che mai a rilassarmi. Questa volta ne ho proprio bisogno.

HERMIONE'S POV
È da una settimana, quasi, che non vedo Severus. Più di una volta volevo andare a trovarlo, a vedere se stava bene ma mi sembrava di essere troppo pressante.
Ed è da altrettanto tempo che mi tormento sul dover o meno avvertire Minerva di ciò che è successo.
È sabato pomeriggio, oggi fortunatamente c’è Rosa in libreria, e io sono in cucina mentre scrivo una lettera alla preside di Hogwarts. Ho deciso che è meglio metterla al corrente di tutto.

Ciao Minerva,
non ti scriverei se non fosse urgente. Ti prego di venire a casa mia il prima possibile. Anche appena ricevi la mia lettera, se puoi. Io sarò a casa ad aspettarti.
Hermione

Dopo dieci minuti dall’invio della lettera sento qualcuno bussare alla porta.
“Lo sapevo che ti saresti precipitata immediatamente qui. Vieni accomodati, ho preparato del the. Ci sono grosse novità”

“Ma ne sei proprio sicura allora?” mi risponde la preside non appena finisco di raccontarle tutto.
“Sì Minerva, ne sono assolutamente certa”
“Non ci posso credere… il mio Severus” dice con le lacrime che le rigano le guance. Mi abbraccia come se fosse tutto merito mio, anche se ho fatto ben poco in verità.
Dopo questa chiacchierata ho scoperto che Minerva è legata a Severus più di quanto pensassi. Lo ha aiutato a crescere durante gli anni di studio ad Hogwarts. Ha sofferto quando lui aveva deciso di unirsi al Signore Oscuro però, non appena aveva fatto ritorno alla scuola di magia, lo aveva accettato e trattato come un figlio.
Gli avvenimenti degli ultimi anni non avevano completamente cancellato la fiducia che riponeva in lui però l’avevano incrinata molto. Ma una volta saputa la verità si era pentita di non aver creduto nel ‘suo Severus’, come lo chiama lei.
“Ti andrebbe di vederlo?”
“Come? E com’è possibile?”
“Beh ci inventeremo qualcosa. Le diremo che sei mia nonna e che sei venuta a trovarmi. Ti ho parlato di come ha salvato il gattino e siccome in passato hai lavorato come veterinaria, ti piacerebbe vedere l’animale e ringraziare lui per averlo salvato. L’importante, ricorda bene, è non usare minimamente la magia né accennare nulla della sua vita passata in maniera troppo esplicita”.
Minerva mi guardava con il sorriso più bello che le avessi mai visto.
“Allora andiamo. Il cappello e il mantello è meglio che li lasci qui”.
Dopo cinque minuti di macchina, in cui la McGranitt non faceva altro che farmi domande su come funzionasse questo 'strano aggeggio', parcheggiamo davanti alla casa di Piton.
“Pronta?” le chiedo.
“Prontissima”.
Spero solo che questa volta apra la porta vestito.
Dopo pochi secondi, da quando ho suonato il campanello, ecco la porta aprirsi piano e Severus comparire dietro ad essa, vestito fortunatamente.
La mano di  Minerva mi stringe il braccio, capisco che lo fa perché vorrebbe abbracciarlo ma non può.
“Ciao Severus. Perdonami se sono venuta senza preavviso. Spero di non disturbare”
“Ma figurati, non disturbi mai” mi risponde sorridendo e guardando la donna accanto a me.
“Lei è… è…”
“Minerva Granger, molto piacere sono la nonna di Hermione” dice lei porgendogli la mano per presentarsi.
Lui la stringe. Vedo nei suoi occhi una piccola scintilla e il suo volto irrigidirsi leggermente.
“Prego accomodatevi. Hermione, non mi avevi mai parlato di tua nonna”.
È di nuovo sorridente e rilassato.
Ci fa accomodare in salotto e ci offre una tazza di the con dei biscotti.
“Spero siano buoni, è la prima volta che li faccio. Se non vi piacciono ditemelo tranquillamente che vado a prenderne degli altri. Non fatevi scrupoli eh”
Intanto che sorseggiamo il the e mangiamo i suoi buonissimi biscotti (sa anche cucinare, ma c’è qualcosa che Severus Piton non riesce a fare?) gli spiego il motivo per cui ho portato Minerva da lui.
“Oh ma se è così vado subito a cercare Artù, chissà dove si è cacciato”.
Lo sento salire le scale.
“Allora Minerva, come lo trovi”
“Splendidamente! Per tutti questi anni l’ho creduto morto e adesso è davanti a me in carne ed ossa. Non posso ancora crederci. È diventato così gentile e solare. Sembra quasi un’altra persona”
“Per un certo verso lo è… non dimenticare che lui non ricorda niente del suo passato. Non sa di essere un mago né tanto meno di essere stato un Mangiamorte. Non ha la minima idea di aver dovuto uccidere Silente e di aver perso la donna che amava perché aveva riposto la sua fiducia nella persona sbagliata”
“Già… povero il mio Severus. E se lo lasciassimo così, ignaro di tutto. Perché non possiamo fargli fare questa vita? Non lo vedi come è tranquillo e felice?”
“Non ti nego che ci ho pensato anche io, e non poche volte, però non è giusto. Non possiamo nascondergli chi è stato. Lui deve sapere e deve accettare soprattutto”.
“Accettare. Hai detto bene Hermione. Se lo conosco, una volta che riacquisterà la memoria non sarà una cosa facile. Proprio per niente”.
Piton sta scendendo le scale, noi interrompiamo il discorso e lo guardiamo entrare con in braccio Artù.
“Ecco qui la piccola palla di pelo”.
Lo poggia sulle gambe di Minerva che inizia a giocare con il gattino. Io ne approfitto per avvicinarmi un attimo a lui.
Gli poggio una mano sul braccio, o meglio sull’avambraccio sinistro, e lui lo ritira immediatamente come se si fosse bruciato.
“Severus stai bene? Sei strano oggi. È successo qualcosa?”
“No, no è tutto ok, tranquilla. Sono solo un pochino stanco”.

WHAT IF SEVERUS PITONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora