Capitolo 27

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HERMIONE’S POV
Ora lo riconosco. È passata un’altra settimana e Severus è tornato ad essere il potente mago di un tempo.
Ce ne siamo resi conto un paio di giorni fa.

Come al solito lui e Lucius, duellavano continuando a punzecchiarsi. Ma questa volta Severus stava perdendo la pazienza. Le battute di Malfoy erano più taglienti e sprezzanti del solito, stava puntando a quelli che sapeva essere i suoi punti deboli, le ferite che non era riuscito a rimarginare, i fantasmi del passato che spesso lo tormentavano durante la notte. Ero consapevole che lo stesse facendo per ottenere la reazione definitiva ma non potevo fare a meno di pensare che stesse esagerando.
Ormai Piton non rispondeva più verbalmente ma solo muovendo la bacchetta. Ad ogni parola che la bocca di Malfoy faceva uscire, la collera negli suoi occhi cresceva sempre di più.
“Che succede Piton? Ti stai rammollendo?”, una luce bianca volò verso Lucius, che la deviò senza problemi.
“Forza Piton, non sono debole come il vecchio Albus. Ti servirà più impegno per uccidermi”, un’altra scintilla uscì dalla sua bacchetta.
“Non ci siamo! Adesso capisco perché non sei riuscito a salvare tante persone, sei debole Severus, o meglio dire Mocciosus.Ci credo che Potter riuscisse ad attaccarti così facilmente” l’ennesima scintilla, che venne parata ma con più difficoltà.
“Mi sembra di combattere contro un bambino, contro quel bambino che non faceva niente mentre vedeva la madre venire picchiata dal marito ubriaco”. Severus si irrigidì e si bloccò all’istante. La mano destra stringeva forte la bacchetta, così forte, che mi aspettai di vederla spezzata a terra da un momento all’altro.
“Piton, non guardarmi così; lo sai anche tu. Sei debole, codardo, vigliacco. Ecco perché Lily non ti ha voluto, ecco perché ha preferito Potter a te. E lo stesso farà Hermione, sceglierà un altro. Ti lascerà solo. Sarai di nuovo solo”.
Severus stava tremando. Ogni muscolo, ogni nervo, ogni fibra, era scosso da spasmi.
Un alone nero si formò attorno al suo corpo, emanava così tanta rabbia da far venire i brividi.
L’aura attorno a Piton diventava sempre più scusa finché non esplose emanando un luce del colore opposto. Un bagliore bianco ci investì.
Io e Gaia ci ritrovammo a una decina di metri dalla fonte di quella luce. Lucius, invece, ebbe la peggio. Venne scaraventato a un centinaio di metri di distanza; era lui il bersaglio della rabbia di Severus.
Quando riaprii gli occhi vidi Piton inginocchiato a terra ansante con ancora la bacchetta stretta in mano. Mi avvicinai senza toccarlo, per assicurarmi che stesse bene.
Poi mi voltai, cercando Malfoy e lo vidi muoversi tra i mattoni di un muretto che aveva distrutto durante l’impatto.
Gaia corse dal marito, per accertarsi delle sue condizioni, almeno così credevo. Invece la sentii urlare.
“Cosa diavolo ti è saltato in mente! Mi avevi promesso che non avresti fatto nulla del genere! Guarda come lo hai ridotto. Nessuna persona con un briciolo di umanità avrebbe mai detto quello che tu, invece, gli hai urlato contro senza problemi, ridendogli in faccia. Ti devi vergognare, sei un bastardo” e si allontanò, lasciandolo lì, senza dargli il tempo di replicare. La seguiva con lo sguardo, incapace di fare qualsiasi movimento.
Mi girai verso Severus quando udii un suono uscire dalle sue labbra.
Era un singhiozzo.
Stava piangendo. Severus Piton stava piangendo.
Le lacrime scendevano veloci ed incessanti sulle sue guance per poi cadere a terra, bagnando l’erba sotto di lui. Rimasi inerme davanti a quella scena, non lo avevo mai visto così. Non lo avevo mai immaginato così. Invece chissà quante volte deve aver versato quelle lacrime. Lacrime cariche di odio, senso di colpa, tristezza, impotenza, verso una vita che lo stava distruggendo un po’ alla volta. Una vita che lo stava trascinando giù, tra le tenebre, senza nessuno spiraglio di luce, senza una minima speranza.
Chissà quanto deve essersi sentito fragile in quei momenti, anche se non lo dava a vedere.Era abituato a mentire, a celare le sue vere emozioni.
Non faceva trapelare nulla, con nessuno. Quasi con nessuno. Perché una persona c’era, una persona di cui lui di fidava. L’unica di cui si fidava e, anche lei, lo aveva tradito. Gli aveva chiesto di fare una cosa orribile, gli aveva chiesto di ucciderlo.
Ora era davvero solo. Solo con quell’enorme peso sulle spalle. Ma non era solamente il peso di aver ucciso il suo migliore amico; era una cosa che si trascinava da molto più tempo, da quando era solo un bambino. Lo aveva accompagnato nell’adolescenza, portandolo a fare scelte sbagliate, e gli aveva tenuto compagnia anche da adulto.
Un solo uomo non poteva portare dentro di sé tutta quella sofferenza, non era umanamente possibile. Ma lui ci riusciva. Lui era più forte di quanto pensasse. Lui era il più forte. Severus era davvero il migliore.
Non ha ceduto neanche un attimo in tutto questo tempo,in tutti questi anni ma oggi non aveva più resistito. Il dolore si è fatto strada dentro di lui. Ha invaso il suo corpo ed è uscito come un fiume in piena pronto a travolgere qualsiasi cosa, chiunque. Ed ha travolto anche me.
Mi ritrovai ad abbracciarlo e piangere insieme a lui. Le nostre lacrime scendevano dai nostri volti e si univano sul terreno, si mescolavano come avevano fatto le nostre anime.
“Non sei solo. Io non ti lascerò mai solo”. Riuscii a sussurrargli solo questo, prima di stringerlo a me, ancora più forte.

WHAT IF SEVERUS PITONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora