Capitolo 10

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SEVERUS’S POV
Per fortuna che ha accettato. Mi sento un po’ più tranquillo sapendo di non essere da solo, anche perché ho la sensazione che gli incubi non mi lasceranno in pace neanche questa notte.
Una doccia… certo anche lei non è proprio nelle migliori condizioni.
Mi alzo e dal mobiletto in corridoio, vicino alla porta del bagno, le prendo un accappatoio e degli asciugamani puliti.
“Devi scusarmi ma il bagnoschiuma e lo shampoo che uso non hanno un profumo molto femminile” le dico con un sorriso.
“Andranno benissimo lo stesso”.
Sono seduto sul letto mentre sento che sta aprendo l’acqua della doccia. Non le ho dato dei vestiti puliti, che idiota!
Prendo una t-shirt e i pantaloni più stretti che ho dal mio armadio e li appoggio sul mobiletto che contenente gli asciugamani, insieme ad un biglietto.
Mi sembra di aver fatto tutto. Posso finalmente mettermi sotto le coperte e sperare di addormentarmi.
Come immaginavo però non è così semplice. Questa volta non per colpa degl’incubi ma perché non riesco a non pensare a Hermione che si sta facendo la doccia a pochi metri da me. Sento l’acqua che continua a scorrere e lei che canticchia. Non posso fare a meno di sorridere. Continuo ad ascoltare questi suoni che mi rilassano all’inverosimile.
L’acqua ha finito di scorrere e dopo qualche minuto sento la porta aprirsi per poi chiudersi quasi subito.
Speriamo che i vestiti le vadano bene.
“Grazie. Buonanotte Severus.” la sento sussurrare dietro alla mia porta.

HERMIONE’S POV
Questa bella doccia ci voleva proprio. È stata più rilassante del previsto, merito soprattutto del bagnoschiuma. Sa di pino silvestre ed è il profumo che da sempre ho associato a Piton.
Pergamena, legno e pino silvestre. Ecco i tre odori che avevo sentito quando, durante una lezione del professor Lumacorno, mi ero avvicinata al calderone contenete l’Amortentia. È stato proprio in quel momento ho ammesso a me stessa di essermi presa una bella cotta per il professor Piton.
Mi avvolgo nell’accappatoio e tampono i capelli con uno degli asciugamani.
Cavolo, non ho dei vestiti puliti. Vorrà dire che dovrò dormire in intimo.
Apro la porta, ancora con l’accappatoio addosso, ed eccoli lì, sopra il mobiletto del corridoio, puliti e piegati. Una maglia e un paio di pantaloni accompagnati da un biglietto.

Ho cercato la taglia più piccola che avevo ma ti staranno enormi comunque.
La stanza degli ospiti è già pronta, spero che riuscirai a dormire bene.
Grazie ancora e buonanotte.

Indosso il pigiama, o meglio, la t-shirt perché i pantaloni mi stanno davvero grandi. Appena faccio un passo mi cadono. Tanto questa maglia mi fa da vestito.
Mi avvicino alla porta per dargli la buonanotte. Sono sicura che sia ancora sveglio e la tentazione di aprire la porta è davvero tanta ma alla fine desisto e vado nell’altra stanza. Ho rischiato già troppe volte di trovarmi tra le sue braccia.
Anche quella camera, nonostante immagino venga usata veramente poche volte, profuma di lui.
Mi infilo sotto le coperte e chiudo gli occhi. Credo di non essere mai stata più rilassata.

Spalanco gli occhi spaventata e guardo la sveglia sul comodino. Sono le tre di mattina. Cerco di mettere a fuoco dove mi trovo e soprattutto il rumore che ho sentito.
“Severus!” è lui che sta urlando.
Corro nella sua camera e lui si sta divincolando sul letto, è completamente sudato e sta lottando con le coperte come se fossero una persona pronta ad ucciderlo.
“LASCIAMI! LASCIAMI TI HO DETTO!”
“SEVERUS! SEVERUS SVEGLIATI!” lo scuoto per le spalle cercando di svegliarlo.
Apre gli occhi all’improvviso e si siede sul letto con il fiatone.
“Un altro incubo?” gli chiedo preoccupata.
“Sì..”. Ha gli occhi lucidi, possibile che stia piangendo?
“Vuoi...”
Mi abbraccia. Mi trascina a sé e mi stringe al suo petto. Sento il cuore che sembra gli voglia uscire dal petto.
“Non ce la faccio più”
Non rispondo. Gli stringo le braccia al collo e gli accarezzo i capelli. Restiamo così. Non lo lascio andare finché non sento il suo respiro tornare regolare.
“Severus me ne vuoi parlare?”
“Ti va se ci facciamo un the prima?”
Sto preparando il the e vedo Severus che continua a torturasi le mani. Quando gli porgo la sua tazza, beve un sorso e dopo un lungo sospiro, inizia a parlare.
“Come ti ho detto anche prima, è da una settimana che questi incubi. Non mi lasciano in pace neanche per una notte. Il primo che ho fatto era come se io fossi una terza persona. Mi vedevo accasciato a terra mentre un serpente enorme mi attaccava, mi mordeva ovunque. Poi degli uomini incappucciati e con delle maschere mi torturavano. Infine mi sono ritrovato steso a terra, sanguinante, steso su una strada deserta.
Poi ero su una torre. Questa volta, ero proprio io a fare le azioni. Ero davanti ad un uomo anziano con lunghi capelli bianchi, e  anche una lunga barba. Ho visto che mi stava dicendo qualcosa però non sentivo le parole. Poi anche le mie labbra si sono mosse ma hanno emesso nessun suono. Dopodiché l’uomo è precipitato dalla torre e io sono scappato.
Gli altri sogni sono stati, più leggeri se così si può dire, mi vedevo torturare e sentivo come se delle fruste  e dei coltelli mi colpissero in continuazione.
Nell’ultimo, quello di poco fa, mi trovavo seduto ad un lungo tavolo. Ancora gli uomini incappucciati. A capotavola c’era qualcuno, non riuscivo a metterlo a fuoco, però avevo la sensazione che fosse pura malvagità. D’un tratto mi volto dall’altro lato e vedo una donna che è sospesa a mezz’aria e mi fissa negli occhi piangendo. Vedevo che implorava. Neanche questa volta sentivo cosa mi diceva però avevo capito che si stava rivolgendo a me. Improvvisamente un lampo verde la colpisce e lei cade a sul tavolo con gli occhi spalancati ma vuoti. Mi stava ancora guardando”
Non riesco a smettere di piangere. Quelli non erano incubi. Erano ricordi. Terribili ricordi. La sua mente stava riportando a galla ciò che ha vissuto. Ma lui non lo sa, ecco perché li associa ad incubi. Mi chiedo come ha fatto a sopportare tutto ciò.
È stato torturato dai suoi stessi “compagni”. Chissà perché. Forse avevano capito che qualcosa non andava.
No, impossibile; lo avrebbero ucciso. Forse quando non portava informazioni abbastanza soddisfacenti a Voldemort veniva torturato. Ecco il perché di tutte quelle cicatrici. Deve aver subito talmente tante Cruciatus che non è più riuscito a cancellare i segni. Ora sono stupita che sia ancora viva.
Quando ancora eravamo ad Hogwarts, ci sono stati giorni in cui non si è presentato a lezione e altre in cui c’era ma era ridotto davvero male. Ron credeva che avesse fatto a botte con qualcuno, cosa di cui non ci poteva stupire dato il suo caratteraccio. Ora però è tutto chiaro. Non faceva a botte ma veniva  torturato.
“Non avrei dovuto raccontarteli. Sei sconvolta. Scusami Hermione”
Lo abbraccio. Non riesco a fare altro. Non voglio fare altro.

WHAT IF SEVERUS PITONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora