14. Ho ucciso un ragazzo con la carbonara.

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"Cheryl, oddio." dice Cole tra un boccone e l'altro "Questa è la cosa più buona che io abbia mai mangiato in vita mia."
"Sei esagerato." rispondo sorridendo.

Non so come, ma sono riuscita a metterli tutti quanti a tavola nello stesso momento. Mi hanno detto che non lo fanno mai e che al massimo sono in due a mangiare assieme.
Beh, è triste.

"Io sono d'accordo con lui. Ti prego, devo mangiarla almeno una volta ogni due settimane." Jason entra a far parte della conversazione. Diciamo che ora che sono tutti qui ho imparato a conoscerli meglio.

Si sono conosciuti tutti alle elementari, così come i loro genitori, e da allora sono sempre stati tutti assieme. Un po' come una grande famiglia. Di cui io non faccio parte.

"Non ve l'ho ancora detto, ma grazie a tutti quanti. Mi avete ospitata qui senza fare drammi e vi siete semplicemente accordati fra di voi: devo un grande favore a tutti." dico senza alzare lo sguardo.

"A noi fa piacere averti qui. Ad alcuni serviva una mamma." commenta ironicamente Alec, guardando male alcuni dei suoi amici.
"Sempre sul pezzo Robinson, sempre sul pezzo." borbotto ridendo.

"Siete pronti per la scuola domani?" chiede Bryan. Ho scoperto che è il più grande qui e ha 19 anni, mentre gli altri tutti 18.
Poi ci sono io: diciassettenne con problemi mentali e alto tasso di disagio.

Si alza un mormorio di disapprovazione generale e ho voglia di sbattere la testa contro il tavolo, molto forte, solo a pensarci.
Tornare a scuola: trauma.

"Domani con chi vai, Lyl?" mi chiede Cole attirando l'attenzione.
Finisco velocemente di ingoiare il boccone appena messo in bocca e mi pulisco col tovagliolo per poi fare una faccia confusa.
In che senso scusa?

"A scuola intendo, chi ti ci porta?" continua lui.
Oh non ci avevo ancora pensato.
"Uhm nessuno, prendo l'autobus."
"Ti ci porto io." interrompe Peter. "Sempre se vuoi."
Cala il silenzio. Perchè questi ragazzi rendono tutto più pressante?

"No, la porto io." sto per rispondere, ma è Alec a spezzare il silenzio.
"Come prego?" chiedo sperando di aver capito male.
"Hai sentito. Ti porto io."
"Devo ricordarti che non sei mio padre, Robinson?" dico incrociando le braccia e smettendo di mangiare.

"Lo so benissimo principessa, ma ti ci porto io a scuola." dice ridendo e battendo il cinque a Trevor. Così sei dalla sua parte eh?
Colpo basso Trev, colpo basso.

Vedo Peter rabbuiarsi e finire di mangiare in silenzio alzandosi per primo da tavola, mentre gli altri tornano a parlare. Non merita di essere trattato così.
"Credo che andrò volentieri con Peter invece." dico alzandomi anche io da tavola.
Quest'ultimo si gira di scatto e gli si illumina il volto mentre mi avvicino al lavello dove lui ha posato il suo piatto.

"Per che ora usciamo?" continuo senza far caso agli altri e allo sguardo pungente di Alec.
Lui sembra un po' indeciso, ma poi mi risponde "Verso le 7:40. La scuola è abbastanza vicina."
Mi limito a sorridergli e ad annuire mentre gli altri sono rimasti in silenzio ad osservare.

"Beh? Cosa fate li con le mani in mano? La tavola non si sparecchia da sola." detto ciò, rimetto a posto il mio piatto e faccio per salire le scale, ma sento qualcuno alzarsi: Alec.
Viene velocemente verso di me e si ferma a pochi centimetri di distanza.
Fa caldo qui vero?

Mi guarda sperando di farmi paura.
Non ci siamo proprio Robinson.
"Se hai finito, io andrei in camera." dico incrociando le braccia per delimitare la distanza tra di noi.

Rimane fermo e boccheggia.
Di nuovo, non sa cosa dire. Oppure vuole dire qualcosa ma non ci riesce.
"Come immaginavo." in un misto tra orgoglio e delusione, mi giro e salgo le scale chiudendomi in camera.

Soffio un po' d'aria fuori dalla bocca e mi concedo alcuni respiri profondi.
Che problema hanno in questa casa?
Anzi, che problema ha Alec?
Quella scommessa non significa che devo fare tutto con lui.

Dopo essermi stesa per alcuni minuti, decido di andare in terrazzo e prendere un po' d'aria per digerire la situazione.
E la mia carbonara.
Devo ammettere che era buona.

Passati alcuni minuti sento una porta aprirsi e vedo Trevor uscire in terrazzo.
Poco dopo si accorge della mia presenza e mi viene in contro.
"Hey Lyl." dice lui appoggiandosi al bordo subito di fianco a me.
"Ciao. Avete sparecchiato?" chiedo non sapendo bene cosa dire.

Lui infatti ride mentre annuisce "Si mamma, abbiamo sparecchiato."
"Bene." dico abbassando lo sguardo e ridendo.

"Sai, ti ammiro."
"Cosa?" chiedo confusa.
"Sei l'unica ragazza che conosco che non si è buttata addosso ad Alec appena lo ha visto. Sul serio." dice giocando con il braccialetto.
"Non capisco cosa ci vedano le altre. Voglio dire: sì, è un bel ragazzo, ma è troppo arrogante e crede sempre di averla vinta lui." Piano piano mi rendo conto che parlare con Trevor è piacevole e non mi stupirei se diventassimo amici.

"Alec è fatto così, è una gran testa calda, ma sa anche essere ragionevole." detto ciò scoppia a ridere e io subito di seguo.
"Non avevo ancora sentito le parole 'Alec' e 'ragionevole' nella stessa frase." dico tra una risata e un'altra.
"Sì, non so perchè l'ho detto." conferma mettendosi una mano sulla pancia per le troppe risate.

Mentre continuiamo a ridere sentiamo la porta aprirsi e sta volta è il soggetto di cui parlavamo ad uscire in terrazzo.

"Non vorrei disturbare voi due, ma Peter sta male." subito dopo averlo detto ci fa segno di rientrare e ci diamo un occhiata preoccupata.

"Cosa è successo?" chiedo ad Alec mentre ci avviamo in casa. Non risponde.
Faccio un respiro profondo per la frustrazione, ma decido di non aggiungere altro.
"È in bagno." dice lui fermandosi prima della porta.
"Ora posso sapere che cos'ha?"
"Sta vomitando Cheryl." mi dice con la delicatezza di un elefante.
Oddio. È stata la mia carbonara.
Ho ucciso un ragazzo con la carbonara.

"La carbonara. È allergico a qualcosa? Oddio sta tanto male?" chiedo in preda al panico.
Alec non riesce a trattenersi dal ridere e Trevor copre una risata con un colpo di tosse.
"Voi due state ridendo di me?" chiedo con gli occhi spalancati "Stronzi." sussurro.

"Hey, è arrivato il dottore." dice Cole con un fiatone da maratona.
Allora non sono l'unica a morire dopo due scalini.

"Cole, porta fuori Cheryl." ordina Alec lanciandogli un'occhiata di intesa.
Li guardò entrambi confusi.
"Perché? Se sta male per colpa mia voglio aiutarlo."
"Cheryl vai di sotto e basta." questa volta Alec guarda me dritta negli occhi e mi viene voglia di chiedergli scusa una ventina di volte.
"Ok vado." annullo il contatto visivo tra di noi e seguo Cole giù per le scale.

"Cheryl, ci sono cose che non sai e che non hai bisogno di sapere, ma non capisco perchè ti ostini a non dare mai ragione ad Alec." mi dice Cole mentre usciamo di casa.

"Perché non credo che abbia ragione, semplice no?" ammetto.
Lui guarda verso il basso ridendo.
"Lo mangi il gelato, si?"

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Spazio Autrice
And here we go again. Oggi preparo già un capitolo e se mi piace il risultato, potrei postare già sta sera per farmi perdonare :)
So che è un po' corto come capitolo, ma prometto che i prossimi saranno stupendi!
Spero vi stia piacendo la storia è grazie tante per le 2k letture!
Vostra,
Ele

I MIEI NUOVI COINQUILINIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora