25. Uhm.. tour della casa?

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Abbiamo ordinato le pizze già da dieci minuti e stiamo chiacchierando tra di noi. Mi sono sentita leggermente in imbarazzo dato che io ho preso una Margherita con salame piccante e patatine, mentre gli altri, cose più tranquille.
Non è colpa mia se ho fame, ok?

Per ora sta andando tutto come previsto e Jake mi ha spiegato che, dopo mangiato, ci sarà un'ultima sorpresa.

Di conseguenza ora sono in ansia e il tempo sembra non passare. Mi ritrovo a guardare la lancetta di continuo, sperando che vada avanti, ma è ferma immobile.

I ragazzi stanno discutendo su chi abbia giocato meglio a pallavolo. Tutti tranne Alec, che, seduto di fronte a me, mi lancia delle occhiate pensando di passare inosservato.
Ti vedo Robinson.

"Arrivano le pizze!" Jason annuncia felicemente l'arrivo del cibo e io subito mi sento meglio.
Ok, credo di avere una dipendenza.

"Ecco la margherita, per chi è la salame piccante e patatine?" chiede il cameriere.
Un ragazzo particolarmente carino e che arrossisce mentre cerca di capire a chi dare la pizza.

Alzo la mano velocemente, ma per la troppa felicità, urto il piatto che teneva in mano il cameriere e la pizza cade direttamente sul mio vestito bianco.
Se dovete spararmi, vi prego fatelo ora.

"Oddio scusa, scusami tanto, davvero, non volevo!" lui mortificato cerca di cavarmi tutti i pezzi di pizza che ho addosso.
"Uhm tranquillo, non-"
"Oh andiamo! Non sai fare il tuo lavoro come si deve?" Alec mi interrompe con un tono particolarmente annoiato, lanciando un occhiataccia al povero ragazzo.

"Alec!" lo rimprovero e decido di alzarmi per andare in bagno a pulirmi. "Torno subito."

Arrivata davanti al lavandino, mi rendo conto di quanto sia brutta la situazione: ho una macchia enorme proprio sotto il petto e le patatine hanno lasciato il segno cadendo and che verso la gonna: è un disastro.

Continuo a strisciare sulla macchia con dell'acqua ed un pezzo di carta igienica quando sento qualcuno entrare nei bagni.
"Hey." mi saluta Alec levandomi la carta dalla mano.
"Posso farlo anche da sola, sai?" dico sorridendo.

"Sono un disastro." sussurro ad un volume talmente basso, che rimango sorpresa nel vedere Alec che ridacchia scuotendo la testa.
"Lo sei."

"Hey!" lo guardo fingendo di offendermi, ma mi viene da ridere, perciò mi giro dall'altra parte.
"Mi è venuta un'idea, vieni con me." dice Alec uscendo alla velocità della luce dal bagno.
"Calma Flash!"

"Dove stiamo andando?" gli chiedo mentre vedo che ci allontaniamo dal ristorante.
"Qui vicino c'è una casa che usa mia madre quando viene a trovare me e mio fratello." spiega lui.

Dopo una camminata di dieci minuti, ci fermiamo davanti ad una casa bianca che ha la spiaggia subito dietro ad essa.
"Wow." è tutto quello che dico.

Lo vedo cercare di aprire una finestra e provare ad entrare.
Oddio non è la sua casa?
"Non avevi detto che era casa tua?" chiedo preoccupata.
"Lo è.." risponde mentre riesce ad aprire la finestra "Ma in questo momento non ho le chiavi."

Lui entra ed io lo seguo a ruota, richiudendo la finestra e accertandomi che non ci abbia visti nessuno. So che non stiamo facendo nulla di illegale, ma ad una persona esterna, potrebbe sembrare che stiamo cercando di rapinare una casa e non voglio guai.

Il buio non mi permette di vedere bene, così Alec mi prende la mano e attraversiamo un lungo corridoio che porta ad una camera da letto.

"Tua madre dorme qui?" chiedo vedendo il letto.
"Esatto." risponde lui.

"Qui ci sono i vestiti di mia madre, guarda se c'è qualcosa che ti piace." dice Alec mentre si siede sul letto.

Lo ringrazio ed apro il grande armadio che mi ritrovo davanti. Dopo una piccola ricerca, trovo un maxi dress con una fantasia a fiori e decido di usare quello.
Solo perché probabilmente è l'unica cosa che mi sta.

"Ora dovresti.." mi rivolgo ad Alec facendogli capire che devo cambiarmi.
"Mi giro da questa parte." dice guardando semplicemente dall'altro lato della stanza.
Mi prende per scema?
"Guarda che lo vedo lo specchio, Robinson." dico ridendo.
"Ok, ok ci ho provato." detto questo, si alza ed esce dalla stanza.

Mi cambio in fretta e fortunatamente noto che il vestito è della mia misura.
Devo dire che mi piacciono molto i gusti di sua madre.

"Ok ho fatto, possiamo andare." dico aprendo la porta e ritrovandomi Alec davanti.
"Oh.. sei- Ti sta benissimo." afferma lui deglutendo.
Sto per caso mettendo in difficoltà Alec Robinson?

"Grazie." dico abbassando lo sguardo.
"Non sono lì in basso, i miei occhi stanno qui." dice prendendomi il mento con due dita ed obbligandomi a guardarlo.
"S-sì, lo so." sussurro.

"Uhm.. tour della casa?" dico velocemente per levare l'attenzione da me.
Non sopporto essere il centro di un discorso.
Mi rende.. nervosa.

"Certo." risponde ridendo.
"Quella in cui eravamo prima, era la stanza di mia madre, come ti ho già detto. Questo invece è il primo bagno." dice passando le stanze nel corridoio.

"Qui c'è la cucina e il salotto, col divano e la tv. Vieni, andiamo di sopra."
Lo seguo mentre ammiro l'ordine perfetto delle cose. A sua madre probabilmente verrebbe un infarto se vedesse la stanza del figlio.
Rido al pensiero e lui mi guarda strano.
Starà pensando a quanto forte sia stata la botta che ho preso da piccola.

"E qui altre stanze: ufficio, altro bagno, stanza per gli ospiti e libreria." dice aprendo tutte le porte.
Mi fiondo nella libreria e quasi inciampo nel vedere un'immensa vastità di libri sopra mensole e mobili.

"Hai preso la passione per i libri da lei, vero?" gli chiedo mentre leggo alcuni titoli.
Lui non risponde, così mi giro per assicurarmi di non parlare con il vento e lo trovo ad una distanza parecchio ravvicinata.

Mi si mozza il fiato e apro e richiudo la bocca senza far uscire una parola.
Mi accarezza il viso, mettendo una ciocca di capelli dietro le orecchie e rimango incantata dal suo tocco.

Decido di farmi coraggio e prendergli la mano e in un istante annulla la distanza tra noi baciandomi.

E questa volta lo fa con più foga, senza pensare troppo ai come e ai se. Mi bacia e basta. Ed è bellissimo.

"Dovremmo.." dico staccandomi per riprendere fiato. "Dovremmo tornare dagli altri, si staranno chiedendo dove-" vengo interrotta dal rumore di un vetro che si infrange e subito mi vengono i brividi.
Non l'ho sognato, vero?

"Hai sentito?" chiedo in un sussurro.
"Non muoverti." dice andando verso le scale.
Io mi tappo la bocca, ma non facendoci caso, urto la libreria, facendo cadere un libro.

Passano istanti di silenzio assoluto, poi sento delle urla di dolore provenire dal piano di sotto e non ci penso due volte, precipitandomi giù per le scale.
"Alec!" grido completamente terrorizzata.

Le urla cessano e rimango nel buio totale.
"Alec?" sussurro guardandomi intorno.
Mi volto verso la finestra e rimango pietrificata nel vedere una sagoma avvicinarsi.

Il mio respiro aumenta di velocità e indietreggio fino al muro.
Ecco, adesso qualcuno mi uccide.
"Cheryl?" Alec deve avermi intravisto e capisco di non correre nessun pericolo.
"Cosa è successo? Ero di sopra e ho sentito delle urla e-" chiedo rendendomi conto di essere ancora in panico.

"È tutto ok, non era nulla. Shh, è tutto a posto." mi dice abbracciandomi. "Un coniglio è entrato in casa rompendo la finestra." spiega lui.

"Un coniglio?! Per quale motivo avrebbe dovuto? E soprattutto, perchè hai urlato?" gli chiedo preoccupata.

Lui non risponde, rimanendo semplicemente abbracciato a me.
"Dobbiamo decisamente tornare al ristorante." dice sorridendo.
"Sì." guardo verso il basso e rido per essermi spaventata per così poco "Si dobbiamo tornare."

Spazio Autrice
Ed eccoci qui con il venticinquesimo capitolo! Che ne pensate?

Vado molto di fretta dato che devo andare a studiare Diritto, ma come al solito spero che vi sia piaciuto e grazie di tutto!
Vostra,
Ele

I MIEI NUOVI COINQUILINIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora