16. Cioccolata con tre cucchiaini di zucchero.

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Le lezioni sono passate abbastanza velocemente, nonostante la costante presenza di Alec accanto a me.
Ammetto che ogni tanto mi fermo a guardarlo e mi dimentico della scommessa. Quando è immerso nei suoi pensieri, che ancora non riesco a comprendere, sembra un angelo, ma poi puntualmente fa qualche battutina e mi viene voglia di prenderlo a schiaffi.

All'intervallo, assieme a Madison, ci siamo
riunite ai ragazzi e abbiamo parlato di come secondo Trevor e, ovviamente, Alec, la squadra di Basket della mia vecchia scuola faccia "tremendamente schifo".

Gli ho ricordato che hanno finito in parità, ma hanno trovato scuse patetiche come l'arbitro comprato e i falli non detti.
Dei bambini di prima elementare avrebbero trovato motivi più plausibili di quelli che hanno trovato loro.

Risuonata la campanella ognuno è tornato in classe e ora sono nella classe di Fisica assieme a Madison senza capire assolutamente mezza parola di quello che dice il professore.

Un professore relativamente giovane che lancia occhiate poco professionali al lato b delle alunne che vanno alla lavagna.
Mi sale il vomito solo a pensarci.

"Lyl, ti ho parlato della festa di questo Sabato?"
Madison decide di smettere di provare a capire cosa dice il prof e di parlarmi.
"Ne ho sentito parlare, ma non credo di andarci." rispondo smettendo di mordicchiare la penna.

"Come no!" quasi urla e il prof si gira a guardarci male.
Faccio uno sguardo di scuse e lui sorride. Si, ha il sorriso da maniaco.

"Abbassa la voce." le dico.
"Solo se ci andiamo." mi dice.
La guardo male e lei si mette a fare gli occhi da cerbiatto.
"È inutile che mi guardi così, io non ci vengo, chiedi a Jake." rispondo tornando a torturare la penna.
"D'accordo." dice delusa.

"I compiti li scrivo qui alla lavagna, segnateli e uscite." dice il prof sedendosi alla cattedra e facendo l'appello.
Io e Madison rimettiamo astuccio e quaderno nello zaino e ci avviamo fuori dalla classe.

"Ah, Jonson giusto?" sento il prof chiamarmi.
"È Jones prof." lo correggo sogghignando.
"Fermati qui un momento per favore."
Guardo Madison alzando gli occhi al cielo e le faccio segno di andare dai ragazzi e dirgli che sarei arrivata dopo poco.

"Certo mi dica." mi avvicino alla cattedra mentre il prof mi fa segno di socchiudere la porta. Non capisco il motivo, ma faccio come dice.

"Allora, ti stai trovando bene qui?" mi chiede rigirando la matita tra le mani.
"Sì, certo, sono tutti molto disponibili e simpatici." Tutti tranne Alec.
"Quindi non potrebbe chiedere di meglio, no?" mi chiede alzandosi e appoggiandosi alla cattedra.
"Uhm no." lo dico più come domanda che affermazione.

Dopo alcuni secondi di silenzio mi dice qualcosa che mi fa rabbrividire.
"Io dico che potresti. Una ragazza bella come te che non ha voglia di divertirsi? Non ci credo." dice facendo una risata profonda.

"Scusi prof, non capisco di cosa parla." dico indietreggiando mentre lui si avvicina. Mi sorpassa e chiude la porta.
"Intendo" inizia tornando verso di me "Che se volessi divertirti, basterebbe chiedere."

"Non credo di.." provo a dire qualcosa ma le parole mi muoiono in bocca quando fa uno scatto verso di me e mi blocca fra la cattedra e il suo corpo.

Cerco di dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma non ci riesco. Provo a spingerlo via, ma non lo smuovo neanche di un centimetro. Sono completamente paralizzata.
"La cosa bella di tutto, è che se lo dici a qualcuno, per te non finisce molto bene."

Il mio respiro accelera e sento di poter svenire da un momento all'altro.
Sento le sue luride mani toccarmi i capelli e mi giro verso destra per non guardarlo in faccia.
"Pensaci, ok?" con queste parole sussurrate all'orecchio si allontana e va ad aprire la porta.
"Può andare, signorina Jones."

I MIEI NUOVI COINQUILINIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora