36.

490 38 30
                                    

Questa mattina io e Cesare abbiamo fatto colazione assieme, abbiamo ricominciato a parlare normalmente e mi ha anche invitato nuovamente ad andare in studio con lui, ma ho declinato gentilmente l'offerta, spiegandogli che più tardi sarei dovuta andare dalla psicologa.
Non gli ho detto del sogno che ho fatto e nemmeno lui ha fatto domande, si è solo limitato ad abbracciarmi un po' più del solito chiedendomi se tutto andasse bene e come una bambina felice rispondevo stringendolo di più.
Appena è uscito dalla porta di casa, sono corsa a prepararmi, ho indossato una felpa di Dalila che mi ha regalato Anna la settimana dopo che la mia migliore amica era morta e ogni volta che passo dinanzi ad uno specchio e mi osservo mi viene da sorridere nel pensare a questa notte...
Esco anche io di casa e a piedi mi dirigo allo studio della dottoressa che sta seguendo il mio percorso, busso alla porta e lei mi accoglie con uno splendido sorriso.
- Claudia, buongiorno. Abbiamo appuntamento? - chiede dubbiosa.
- In realtà no, sono passata per dirle che vorrei fermarmi per un po'. - dico in un sorriso.
- Non vuoi più venire alle sedute? - cerca lei di capire.
- Esatto. Ho seguito il suo consiglio e ho trovato qualcuno che mi sta aiutando davvero tanto, che mi fa stare bene e che penso possa essere la mia soluzione. -
La donna mi guarda con animo felice e sereno.
- Spero possa aiutarti davvero e ricorda che se ti serve anche solo un consiglio, puoi tornare quando vuoi. -
Ringrazio la dottoressa, la saluto e vado via.
So che il percorso che avevo cominciato mi serviva per elaborare un enorme lutto e so che questa paura e questa mancanza non passeranno mai, ma voglio provarci, almeno per cercare di rendere la situazione migliore.
Arrivo a casa e mi sembra di respirare un'aria migliore, più fresca, guardo fuori dalla finestra e mi sembra proprio una bella giornata, ma manca qualcosa.

CESARE POV
Ho finito di lavorare, saluto i ragazzi e in moto vado verso casa di Claudia. Sono un po' preoccupato per quello che le è successo stanotte, perché d'improvviso ha cominciato a parlare frettolosamente nel sonno e a ripetere il nome di Dalila, non so se lo ricorda, ma appena si è svegliata ha preso un respiro tanto profondo da farmi pensare che quasi volesse togliersi un peso dallo stomaco.
Arrivo da lei e la porta e socchiusa, vado nel panico più assoluto, perché penso che possa esserle successo qualcosa, quindi di scatto entro dentro e appena la porta è spalancata qualcosa mi toglie il respiro.
Dinanzi a me il muro del salotto non è più vuoto, mi avvicino e vedo meglio ciò che ora lo decora.
C'è una cornice grande e dentro varie foto di Dalila e Claudia, abbracciate, mentre scherzano, in alcune ridono a crepapelle e una in particolare attira la mia attenzione: la nostra foto.
Ci siamo tutti e tre e ritrae il primo giorno in cui ho incontrato queste due donne che hanno sconvolto la mia vita, completamente.
Presto poi attenzione a tutto ciò che è nella cornice, ma che non sembrano foto e mi rendo conto che oltre al collage fatto di ricordi ci sono anche dei fiori, precisamente delle margherite, quelle che le ho portato io.
Mi viene da sorridere.
Con la coda dell'occhio vedo Claudia avvicinarsi a me.
- Ti piace? -
- È bellissimo. - ammetto ancora sorridente.
Alzo un braccio e la porto a me, ma mi prende il viso e delicatamente ci ritroviamo occhi negli occhi.
- Ho delle cose da dirti. - accenna. - Ma prima devo darti una cosa. -
Lei si avvicina e io faccio lo stesso, nonostante il batticuore, ancora una volta sento le sue labbra premere sulle mie, e i nostri respiri fondersi.
Questa volta mi lascio andare perché lei mi tiene stretto e capisco che non vuole che io mi allontani. Quando ritorniamo a guardarci negli occhi, sorridiamo come due bambini per quello che è successo.
- Che devi dirmi? - provo a chiedere per evitare di sembrare due stupidi che non fanno altro che guardarsi e sorridere.
- Volevo scriverti una lettera, ma penso che sia giusto che lo dica a voce. - Prende fiato.
- Ti volevo vicino e ti allontanavo, ti desideravo e ti tenevo distante e nonostante tutto sei sempre tornato, anche quando non ero io a cercarti, sono diventata odiosa, ti ho costretto a rinnegare i tuoi sentimenti e ti ho fatto male. Mi dispiace! - deglutisce e riprende fiato.
- Ho fatto un sogno che, ironia della sorte, mi ha aperto gli occhi, mi ha fatto pensare e ho capito che non volevo allontanare te, non volevo odiare te, non volevo fare del male a te, volevo farlo a me, costringendomi e non vedere la realtà dei fatti e non facendomi trasportare dalla bellissima persona che sei. Cesare tu sei stato tenace e hai combattuto e ti prometto che ne varrà la pena e che i tuoi sforzi saranno premiati, perché mi hai cambiata e mi hai migliorata. -
- Cosa ho fatto? - chiedo incuriosito mentre ancora non mollo la presa dei suoi fianchi per evitare che si allontani da me.
- Mi hai fatta sentire amata, come quando mi hai ceduto casa, come quando mi hai detto che non volevi baciarmi, come quando mi hai accompagnata ogni notte a letto, accarezzandomi ogni notte prima di lasciarmi dormire, come quando hai comprato due cornetti al cioccolato, uno per me e uno per lei. - dice indicando la cornice piena di foto sue e di Dalila.
- Ma più di tutte, come quando mi hai portato le margherite. -







__________
Salveeeee,
36 giorni fa ho iniziato questa storia per tenervi compagnia in un periodo strano e triste e di conseguenza anche voi siete stati la mia compagnia, vi ringrazio di cuore per questo e soprattutto abbraccio ogni singola persona che ha continuato a leggere, a commentare e a darmi consigli, siete stati davvero gentili.
Spero che la storia vi sia piaciuta e anche se purtroppo è terminata, sono felice del riscontro avuto.
Arriverenze ☺️💕

Come quando mi hai portato le margherite. /COMPLETA/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora