Capitolo 10.

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Draco's Pov

Hermione riusciva a cancellare, per qualche attimo, i pensieri che mi riportavano alla mia famiglia. Ogni volta che la sentivo nominare mi saliva un'angoscia tremenda, specialmente il nome di mio padre... risuonava nelle mie orecchie come una tortura.

Lei invece era l'unica che mi riportava un po' di allegria, con i suoi modi di fare e con le sue parole. Mi piaceva davvero passare del tempo con lei e mi piaceva baciarla.

Pensare al nostro primo bacio mi fa un certo effetto, forse in un'altra situazione non l'avrei mai fatto... o forse si. Non posso saperlo, ma quello che so con certezza e che non tornerei mai indietro sui miei passi.

Sono sicuro che anche lei non voglia farsi vedere così tanto in giro con me, purtroppo siamo troppo diversi e nessuno ci capirebbe; insomma, la strega più brillante dei Grifondoro con il più potente dei Serpeverde? Fa già ridere solo così, chissà il resto. Poi i suoi amici, non mi piacciono per niente! Ho un odio profondo per uno di loro e questo non si può dimenticare... quindi finché continuiamo la nostra storia in questo modo, per me va più che bene.

Mi rimboccai le maniche della mia camicia guardandomi allo specchio del bagno dei ragazzi, sospirai snodando la cravatta emi piegai per lavarmi la faccia. L'acqua fredda scendeva veloce su tutto il mio volto e sul mio collo pallido.

Alzai la testa verso il mio riflesso e notai una figura oltre la mia, sollevandomi mentre mi asciugavo il viso risi.

<< Cerchi qualcosa Potter?>>

Si avvicinò a me con passo svelto e mi poggiai al muro.

<< Si Malfoy, cercavo proprio te.>>

Buttai la carta e incrociai le braccia al petto, quanto disgusto provavo per quel ragazzo.

<< Quale onore! A cosa devo questa conversazione?>> chiesi con un ghigno.

<< Devi stare lontano da Hermione, se vuoi colpire me fallo direttamente... lei lasciala fuori!>>

Patetico Harry Potter, poi sarei io l'egocentrico.

Mi stiracchiai prendendo il maglioncino dal lavandino voltandomi verso la porta, ma Harry si mise difronte a me bloccandola mia falcata.

<< Lasciala fuori dai nostri disguidi.>>

Feci spallucce e mi passai la lingua sul labbro inferiore prima di sorridere falsamente.

<< Potter, spostati o ti sposto io.>>

Tirò fuori la bacchetta e me la puntò sotto il collo.

<< Ho più paura di lei che di te!>> esclamai con il mento alzato verso l'alto.

Di Harry invidiavo solo il tempo che passava con lei, lo invidiavo davvero tanto; eppure il suo egocentrismo mi faceva sempre ridere... il prescelto.

Lo spintonai con il braccio uscendo dal bagno, la conversazione stava prendendo una piega decisamente poco piacevole. Io non dovevo mai perdere il controllo con nessuno, non avrei mai permesso ad Hermione di non fidarsi di me.

Mi scontrai con Ronald Weasley e sbuffai all'idea dei due Grifondoro nel ridere delle mie azioni.

Camminavo con il mio solito diario nero in mano assorto nei pensieri più cupi del mio subconscio e non mi resi conto di essere arrivato nel mio dormitorio, la sala comune era completamente deserta a quell'ora del pomeriggio.

Con un sospiro mi lasciai scivolare sul divano e aprii il diario, afferrai una piuma e ci scrissi qualcosa su quelle pagine vuote... vuote un po' come me.

<< Draco, non sei agli allenamenti del quidditch?>>

Portai gli occhi al cielo e sbuffai, pensavo di essere solo almeno per una volta nel mio dormitorio.

<< No Astoria.>> dissi infastidito.

Spostò le mie gambe e si sedette accanto a me, ma non tolsi lo sguardo dal mio diario.

<< Pensavo che, magari, possiamo concludere il nostro discorso... sai mi hai piantata in asso l'altra sera.>>

Abbassò con due dita l'oggetto che stringevo fortemente tra le mani e la guardai per qualche secondo, aveva i capelli lisci che le ricadevano sul petto e le brillavano gli occhi. Avevo avuto una piccola storia con lei, ma niente di rilevante... almeno per me.

<< Pensavi male.>>

Scossi le braccia facendo scivolare via le sue dita dal mio oggetto. Ripresi a scrivere non dandole alcuna importanza.

<< Draco, non vorrai mica che la nostra storia finisca così vero? Insomma quello che c'è stato fra noi...>>

Stanco mi sollevai dal divano, lei era ancora seduta così la guardai abbassando il volto, incrociò le braccia al petto e vedendo i miei movimenti fece lo stesso. Ci guardammo profondamente e si avvicinò a me.

<< Sai benissimo che tra noi è nato tutto come un gioco.>>

Lei mi zittì mettendomi un dito sulle labbra che spostai subito dopo.

<< Ma nessuno dei due ha smesso di giocare se non ricordo male.>>

Rise in silenzio facendo cadere lentamente la mano sul cavallo dei miei pantaloni, sussultai a quel tocco e le fermai la mano. Tornai a guardarla ed era molto vicina a me.

<< Mi tiro indietro allora.>> pronunciai in modo secco.

Sorrise per qualche secondo e mi leccò le labbra per poi allontanarsi lentamente.

<< Tornerai come sei tornato sempre, perché io e te abbiamo un rapporto particolare.>>

Le presi il polso facendole toccare il mio petto e le presi il viso con una mano.

<< Quel rapporto è finito ormai. Fattene una ragione.>>

Lasciai la presa e prendendo le mie cose uscii dal dormitorio. Con Astoria avevo avuto le mie prime esperienze, ma niente di così profondo come lei pensa, mi piaceva solo usarla come passatempo per non annoiarmi e lei sapeva di questo. Aveva accettato questo feeling tempo fa, ma non mentiva sul fatto che tornavo sempre per soddisfare i miei bisogni estremi.

Non le avevo mai parlato di me e dei miei tormenti, non era tipa da ascoltare gli altri; c'era solo rapporto fisico, intenso si, ma solo quello. Le piaceva quando sfogavo le mie frustrazioni attraverso l'atto, era forse un "piacere" per entrambi fino allo stremo.

Era strano che l'avessi rifiutata, non se l'aspettava nemmeno lei.

Strappai un foglio dal mio diario e come di mia abitudine ormai, lo incantai facendolo volare per le sale del castello. La destinataria era solo una... Hermione.

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