Era passata circa una settimana e mezzo.
Simon era stato dimesso dall'ospedale, i medici avevano detto che stava guarendo, che ormai nausea e vertigini non le sentiva più.
Riusciva a camminare senza vedere doppio e senza avere fastidiosissimi giramenti di testa.
Non era riuscito a ricordare ancora niente però, a volte aveva brevissimi flashback che però non lo portavano a ricordare chissà quali cose.
Non riusciva mai a dire: Sì, adesso ricordo!
Era tutto un: Non saprei... è come se ricordassi qualcosa che non è successo a me.
Steven era andato a trovarlo ogni giorno, assicurandosi che Brent, quello, come lo chiamava lui, non ci fosse e che Simon fosse da solo, poi l'avevano dimesso e non l'aveva visto per circa tre giorni.
Gli mancava terribilmente.
Erano passate ormai due settimane, forse un po' di più da quel maledetto incidente e il ragazzo ancora non riusciva a ricordarsi tutto quello che avevano passato insieme.
I dottori avevano rassicurato chiunque, dicendo che ci voleva tempo e pazienza, che avrebbe ricordato.
Ma Steven non ci credeva più, credeva che ormai fosse tutto finito, che Simon non si sarebbe mai ricordato di lui, e anche se avesse provato a farsi conoscere per la seconda volta, non sarebbe mai stato bello come la prima.
Avrebbe dovuto fidarsi di nuovo, raccontargli i suoi segreti, sfogarsi con lui, affidarsi a lui di nuovo, da capo. Non sapeva se ne avrebbe mai avuto la forza.
E poi c'era stato un tradimento, Steven non era di certo uno che dimenticava.
Come poteva provare a ricominciare da capo se il pensiero che Simon non ricordasse cosa avesse fatto lo martellava dalla mattina alla sera?
Così aveva trascorso quelle due settimane a pensare, a pensare che forse era giusto rimanergli amico, che forse era giusto farsi conoscere di nuovo, quel poco che bastava, aspettando chissà, che magari il ragazzo tornasse a ricordarsi di lui, anche se ormai non ci sperava più, nonostante tutti gli avessero assicurato che avrebbe ricordato, che non sarebbe rimasto così per sempre.
Ma a Steven non importava. Ormai Maggio stava finendo, mancavano un paio di settimane, poi ci sarebbe stato l'esame e via, sarebbe andato a trovare sua nonna, la sua adorata nonna che non faceva altro che spedirgli Nutella, e Steven non aveva mai capito perché ogni tanto non avesse mandato anche qualcosa di diverso.
Sua nonna abitava in centro a Firenze, una città un po' caotica forse, ma a Steven era sempre piaciuta, anche se l'estate la passavano in campagna, in una casa situata vicino Siena.
Fortunatamente sua madre non somigliava affatto a sua nonna, altrimenti gliela avrebbe ricordata troppo e non voleva assolutamente pensare a lei, a quella donna che l'aveva abbandonato nel momento del bisogno.
Steven scese di corsa le scale arrivando in cucina. Sua zia Luisa era al telefono, parlava a voce bassa quasi come se non volesse farsi sentire.
Il ragazzo afferrò il libro di matematica lasciato la sera prima sul tavolo e fece per uscire quando la sentì borbottare ancora.
Bussò piano alla porta di vetro, Luisa l'aprì boccheggiando.
"Ascolta adesso devo andare. Ne riparleremo, ciao." disse, poi chiuse la chiamata e si schiarì la voce.
Steven alzò un sopracciglio seguendo la donna che andava verso il salotto.
"Che c'è?" domandò lei alzando le spalle.
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Welcome To Virginia High School ➼ Tematica gay [BOOK 1]
RomanceMi avete chiesto in tantissimi di pubblicare il cartaceo di questa trilogia, magari prima o poi riuscirò a farlo. ATTUALMENTE, I CAPITOLI SONO STATI REVISIONATI/RISCRITTI FINO AL NUMERO 8, IL RESTO FA PARTE DELLA VECCHIA EDIZIONE, CHE HO COMUNQUE DE...