3. Seeking for a Friend

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Elise e Liam si salutarono con la promessa di rivedersi all'alba del giorno seguente per poter mettere in atto un piano di fuga.
Era folle e pericoloso, si dissero, ma avrebbero rischiato la loro stessa vita pur di non dover rinunciare alla propria individualità.
L'unione fa la forza e loro ne erano convinti, divisi non avrebbero mai trovato il coraggio per opporsi a questo futuro ma insieme si sentivano capaci di tutto. Liam aveva finalmente trovato una persona che lo capisse senza giudicare ed Elise aveva trovato, più semplicemente, un amico.

Entrata in camera, la giovane indossò la camicia da notte e si fece cullare dalle premure della madre che, come ogni sera, si tratteneva con la figlia in uno dei pochi momenti di "intimità tra donne" a loro concesso.
"Mamma"
"Sì tesoro?" domandò Isabelle Bennett, spazzolando i lunghi capelli della ragazza con cura.
"Prima ho visto un vascello attraccare al porto..non portava bandiera"
"Ma non dire sciocchezze, ti sarai confusa. Nessuna nave può giungere a Port Royal senza prima essere stata identificata"
"Ve lo giuro, ha attraccato subito dopo il tramonto, quando ormai la zona portuale era praticamente deserta..era una nave pirata! Ne sono certa! Aveva delle ampie vele scarlatte..un colore così tetro.."
Nell'udire quelle parole la donna si fermò un istante, sussultando mentre osservava il suo riflesso nello specchio. Nonostante fosse passato tanto tempo, non avrebbe mai dimenticato le sfumature di quelle vele e il quantitativo di sangue che era stato versato in suo nome.
Non poteva essere lui. Non in quel momento, non avrebbe avuto senso, si disse.
"Stai vaneggiando" intimò alla sua coscienza.
Scacciò in fretta quel pensiero scomodo e prese ad osservare con affetto la sua bambina, ormai divenuta donna, una giovane e bellissima donna per la quale non poté fare a meno di rallegrarsi, era così orgogliosa della sua piccola Elise, dotata di grande intelligenza e sicurezza.
Avrebbe voluto poterla sottrarre al destino che George aveva deciso per lei ma sapeva che non avrebbe cambiato idea per nessun motivo.

Elise si sdraiò e appoggiò la testa sul guanciale, preda di una tristezza che non sarebbe riuscita a mascherare ancora a lungo.
Le mancava James, le mancava più dell'aria che respirava e sua madre lo sapeva.
Lo aveva scoperto già tempo addietro e aveva sempre mantenuto il segreto, credendo che presto o tardi i due giovani avrebbero rinunciato ai loro sogni adolescenziali per diventare adulti responsabili.
Inoltre, erano cresciuti insieme e mai avrebbe voluto dividerli, James era come un figlio per Isabelle.
"Tesoro" disse sorridendo con dolcezza mentre accarezzava il viso della figlia "so quanto ti risulti difficile sopportare tutto questo. Ma ricordati che non sarai mai sola, io ti sosterrò e ti aiuterò, qualsiasi sarà la difficoltà. La vita non è semplice, il suo percorso è intrinseco quanto un rampicante lungo le mura di un castello abbandonato e non è detto che ci venga concessa la possibilità di scegliere chi amare; fin dalla tenera età ci vengono imposte delle regole che purtroppo ci permettono di vivere in pace gli uni con gli altri, mantenendo rapporti commerciali e fiducia tra i regnanti. Noi donne ne siamo le vittime più grandi amore mio ma se permetterai al tuo cuore di aprirsi nuovamente vedrai che tutto risulterà più semplice. Liam è un bravissimo ragazzo ed un ottimo partito"
"Io non voglio amare di nuovo mamma e voi lo sapete bene" rispose la figlia non riuscendo più a controllare le lacrime che subito corsero ad inumidirle le guance.
"Sto annegando nella sofferenza e sento che nessuno mi verrà a salvare..come si può chiedere ad una persona di amarne un'altra senza che lo desideri? Voi come avete fatto?"
"Cosa intendi dire?"
"Come avete fatto a volermi bene, nonostante non fossi vostra figlia..quanto meno non per nascita.."

Isabelle osservò l'oscurità fuori dalla finestra della stanza e sentì un groppo attanagliarle la gola, ricordi di dolore stavano riaffiorando alla sua memoria come lame taglienti.
Prese un respiro profondo e si voltò nuovamente verso la figlia, cercando di trovare le parole adatte.
"La prima volta che ti presi in braccio e guardai il tuo piccolo faccino paffuto capii che saresti stata il dono più bello che la vita mi avrebbe concesso. Mi hai fatto innamorare fin dal primo istante e sei tutto ciò di cui noi abbiamo bisogno. I tuoi occhioni verdi cercavano affetto, era come se sapessi ciò che stava accadendo e volessi rassicurarmi del fatto che ogni cosa sarebbe andata per il verso giusto. Ricordati comunque che tu sei mia figlia e sempre lo sarai"
"Certo, mamma. Vi voglio bene, grazie per la chiacchierata. Mi ha tirato su il morale" mentì Elise, cercando di non destare troppe preoccupazioni in Isabelle. Era una donna dai grandi valori coniugali, rispettata e conosciuta in tutti i Caraibi per la sua bontà d'animo, legata alla famiglia e sempre pronta ad aiutare chi ne aveva bisogno.
Non avrebbe accettato una delusione simile da parte della sua unica figlia.
"A domani, buonanotte tesoro mio" disse la donna dandole un bacio sulla fronte e uscendo dalla stanza, lasciandone la porta socchiusa.

Il Coraggio di Rischiare (Dark Waters Trilogy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora