Tortola, 1629.
Calò la notte e con essa il silenzio perpetuo, eco della morte. Isabelle camminava lungo il pontile in preda alla preoccupazione, tormentandosi le estremità della chioma bionda con le nocche.
Raggiunse il limitare del vascello, sedendosi appoggiando la schiena all'albero di prua su cui si ergevano le vele scarlatte della Red Emperor's Revenge.
Il cielo era plumbeo, privo dell'illuminazione naturale che li aveva accompagnati in quel viaggio tormentato alla scoperta del punto in cui il Mare dei Caraibi lasciava spazio alla vastità dell'Oceano Atlantico, intersecandosi con esso in mille sfumature differenti.
"Portare una donna a bordo ha sempre le sue conseguenze" asserì con fermezza George, suo compagno, lasciando che il suo sguardo si perdesse verso l'ignoto mentre si appoggiava al parapetto.
Una leggera brezza si levava dall'oceano, scompigliando la capigliatura sbarazzina del giovane che si scostò le ciocche castane riponendole dietro le orecchie.
La tensione era palpabile, entrambi si domandavano fino a che punto la sventura si sarebbe scagliata contro di loro, fomentata dalle decisioni imprudenti del loro unico amico, il Capitano Hannibal Shaw.
"Non parlare. È solo colpa vostra se ci troviamo in questa situazione" rispose lei, inerme ed impotente di fronte alla potenza del destino.
"Quando tutto questo sarà finito, faremo ritorno a Port Royal e lì ti farò mia sposa"
Il giovane uomo le prese le mani e la strinse a se, cercando di calmare l'inquietudine che trasmettevano le iridi tinte di nocciola della sua fidanzata.
Isabelle non aveva ancora compiuto venticinque anni ma si poteva dire una donna ormai vissuta, complice il suo trascorso turbolento, ricco di insidie e delusioni. Aveva conosciuto George Bennett una mattina d'estate, quando erano entrambi solamente due neo adolescenti, rampolli dell'alta società britannica alle prese con il mondo e i suoi repentini cambiamenti.
Per una serie di fortuite circostanze, la famiglia di Isabelle, ammaliata dalla prospettiva del Nuovo Mondo, si trasferì in pianta stabile a Port Royal e da quel momento i due giovani non si separarono più. Entrambi erano consapevoli del fatto che avevano accanto la persona con cui avrebbero condiviso ogni gioia e dolore che la vita può donare e per questo si reputavano fortunati, privilegiati da un sentimento così raro e puro che la maggior parte degli essere umani neanche potevano immaginare."Promettimi che questa sarà l'ultima volta che cercherai di salvare Hannibal dalla sua anima nera. Non potrei sopportarlo nuovamente"
"Te lo prometto. Ho cercato di proteggerlo in ogni singolo istante della mia vita ma oramai è tempo che si prenda la responsabilità delle sue scelte e decida di dare una svolta alla sua esistenza. Se non per se stesso, quanto meno per Elisabeth.."
Isabelle sfiorò le labbra dell'uomo che amava, fissando i suoi occhi in quelli smeraldini di lui, avviandosi successivamente verso gli alloggi sottocoperta, ove si intravedeva uno spiraglio di luce.
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Le candele zampillavano emanando una luce fioca, quanto bastasse alla signora per poter vedere il volto stremato dal dolore di Elisabeth.
Sdraiata su una branda di fortuna, la ragazza aveva la fronte madida di sudore ed il volto contratto dalla sofferenza; nessuno avrebbe potuto comprendere quanto risultasse difficile rimanere vigile e tentare di aggrapparsi alle ultime forze vitali, nonostante la febbre e le infezioni vivide sulla carne.
La vista le si annebbiava sempre di più, riusciva a malapena a distinguere ciò che la circondava.
Quasi fosse una spettatrice esterna, osservò la sua esistenza scorrerle davanti come il corso di un fiume, nello specchio della sua mente si susseguivano la sua dimora natia, la sua famiglia, il primo incontro con il pirata più temuto dei Sette Mari: Hannibal Shaw. Rimembrò i loro discorsi, l'amore che li aveva legati indissolubilmente, le risate e le avventure a bordo.
Se ci fosse stato un Dio probabilmente la avrebbe salvata, permettendole di godersi a pieno ogni gioia che la vita aveva ancora da offrire ad una ragazza di appena ventisei anni, ma lei non era quel genere di donna, non si lasciava influenzare dalla fede, credeva esclusivamente nell'oggettività dei fatti.
E proprio per questo era consapevole che il suo destino stava giungendo a compimento, aveva già accettato l'idea che non avrebbe visto il sole l'indomani e che le Parche ormai stavano tessendo gli ultimi fili della sua tela.
"Dovete essere forte, mia cara, sono sicura del fatto che vedrete il nuovo giorno"
"Inutile sperare. Questa notte mi condurrà al buio eterno" rispose tra le fitte di dolore.
Mentre la signora al suo fianco si preparava ad eseguire quell'intervento di fortuna, la ragazza sentì la necessità di urlare, sperando di attenuare il fuoco che le pareva ardesse in tutto il corpo.
La sua voce squarciò l'aria rarefatta, destando creature nell'oscurità e spettri di un passato inesistente.
Una richiesta di aiuto senza appello e senza risoluzione, che l'anziana prontamente cercò di soffocare porgendole del rum come anestetico placebo.
Imbracciando un arnese simile ad uno speculum, si avvicinò alla ragazza ma notò che il sangue fluiva da ogni suoi orifizio, anche gli occhi, sbarrati dal terrore, si erano coloriti a tal punto che il loro verde smeraldo era stato completamente sopraffatto dal rosso fuoco, presagio della fine imminente.
"Elisabeth..ascoltate la mia voce. Dovete combattere, respirate, forza, così.." insistette, eseguendo rapidamente l'operazione per cui era stata assoldata sulla terra ferma.
Le urla continuarono ad interrompere il silenzio dell'oscurità, come un canto macabro recitato da fantasmi senza nome né appartenenza, e fecero allarmare il Capitano Hannibal Shaw, detto Hawk-Eye, che corse verso gli alloggi dove ad attenderlo vi erano George ed Isabelle.
Boccheggiando, si appoggiò alla porta di legno e prese a colpirla con insistenza implorando la salvezza per la sua amata.
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Il Coraggio di Rischiare (Dark Waters Trilogy)
רומנטיקה~Il mare è libertà, non conosce porti sicuri ne pietà~ (Primo libro della Trilogia Dark Waters) Port Royal, Mare dei Caraibi, 1650. Elise Bennett possedeva tutto ciò che una ragazza potesse desiderare; bella, intelligente ed estremamente testarda, c...