7. Sybil's Dagger

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La ragazza uscì allo scoperto e raggiunse il padre coprendosi parte del volto con una bandana, sperando che Liam non la riconoscesse.
Non riusciva a spiegarsi la presenza del giovane in quel contesto, del resto, solamente dieci giorni prima, si erano dati appuntamento per poter scappare da Port Royal.
Un'anima innocente e sensibile come la sua non aveva niente a che fare con una ciurma di reietti senza patria e senza onore.
"Capitano! Avrei bisogno di farvi qualche domanda" apostrofò sforzandosi di risultare formale, non sapendo in realtà quale sarebbe stata la sua prossima mossa.
"Santo cielo, figlia mia! Cosa ci fai qui? Dovresti essere nel tuo alloggio, forza va! Non farmi perdere tempo, ti raggiungerò a breve"
Elise alzò gli occhi al cielo, cercando di nascondere il volto per quanto le fosse possibile.
"Veramente è molto urgente" continuò lei, attirando così l'attenzione di Liam, che la riconobbe seduta stante.
I due giovani si scambiarono uno sguardo d'intesa ed entrambi sorrisero, la situazione stava diventando a dir poco surreale.

"Voi due vi conoscete?" si intromise Shaw, attento alla reazione di entrambi.
Calò il silenzio. I giovani si guardarono le punte delle scarpe e non si azzardarono a proferir parola, timorosi di come avrebbe potuto reagire il pirata.
"Allora? Qualcuno vuole rispondermi?"
"Sì. Ci-ci co-conosciamo si-signore. Eravamo amici..a-a Port Royal" balbettò Liam con un filo di voce e rosso in volto.
"Com'è piccolo il mondo! E tu cosa ci fai qui sentiamo?"
Shaw prese il ragazzo per il collo della camicia e gli puntò la sciabola alla gola, preoccupato che potesse essere una spia mandata da George per convincere la figlia a tornare in patria.
"Lasciatelo andare, lui non c'entra niente!" si intromise Elise cercando di far desistere l'uomo, colto ormai dalla paranoia.
"Chi mi dice che non è una spia mandata dal governatore? Avanti, parla!" continuò a sbraitare mentre Liam tremava come una foglia, intrappolato nella sua presa ferma.
"Non mi ha mandato nessuno, signore..ve lo giuro! Lasciatemi andare, mi sono unito alla ciurma della Rotten Sea di mia spontanea volontà, ve ne prego"
"Padre! Dannazione! Lui è innocente, sognava di fuggire da Port Royal tanto quanto me"

Al suono di quella particolare parola Shaw allentò la presa, lasciando il ragazzo che si accasciò a terra per riprendere fiato.
Non immaginava che sarebbe stato a tal punto bello sentirsi chiamare così.
"Prendete i forzieri e andatevene, forza!" urlò allontanandosi dai presenti.
"Liam, che cosa diamine avete fatto?" domandò Elise con le lacrime agli occhi, aiutando il giovane ad alzarsi.
Imprecò mentalmente maledicendosi per i continui pianti che sfoggiava senza ritegno alla presenza di esterni.
Doveva reagire, era una ragazza forte ed indipendente, non una dama debole e vile quanto un agnellino.
"La mattina seguente il vostro rapimento Jack è arrivato a Port Royal con la sua ciurma, non so quale motivo lo avesse condotto in città però mi giunse voce che stava arruolando nuovi marinai. Non ci ho nemmeno riflettuto, ci ho visto una nuova possibilità per me e per il mio futuro" ammise lui ancora frastornato dallo spavento.
"Liam...io..."
"Ora devo andare, mi dispiace Elise. Spero di potervi rivedere un giorno, siete una ragazza fantastica e spero riuscirete a trovare ciò che state cercando"
Il giovane abbozzò un sorriso e accorse i compagni intenti a sollevare i forzieri traboccanti d'oro mentre Elise, ancora sconvolta, si apprestava a cercare Shaw.
Lo trovò appoggiato al timone a fissare il nero mare, la notte era ormai sopraggiunta e con essa il silenzio più profondo; si accorse subito della presenza della figlia.

"Mi dispiace per ciò che ho fatto. Mi sono fatto trasportare dalla paura di poterti perdere"
"Lui non farebbe mai una cosa simile"
"Nella vita ho imparato che è molto più saggio dubitare anche dell'essere più innocuo"
"Lo posso capire però quel giovane desiderava fuggire da Port Royal quanto me! Era il mio promesso sposo e la cosa lo addolorava più di quanto mi sarei aspettata"
"Un ragazzo così giovane disperato all'idea di dover condividere il letto con una donna così bella? Che sciocchezze odono le mie povere orecchie!" esordì lui sorridendo incredulo.
"Non tutti desiderano trascorrere la vita nel letto di una donna qualunque. Alcuni nemmeno in quello di una donna in quanto tale" si lasciò scappare lei, cercando di interrompere la conversazione per non lasciar trapelare nulla di sconveniente.
"Ora torno nel mio alloggio, scusate se vi ho disturbato. Buonanotte"
"Elise, non scusarti più con me! Non si addice ad una piratessa così impavida e temeraria come te!"
L'uomo sorrise, illuminato dalla sola luce lunare che si specchiava con prepotenza nel mare come Narciso innamorato di se stesso.

Il Coraggio di Rischiare (Dark Waters Trilogy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora