Parte 11

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Mattino seguente, Tancredi si presenta puntuale alla porta di Luciana, la donna lo fa entrare: "Suvvia Tancredi, cerchiamo di sbrigarci!" – diceva la donna con freddezza – "Si mia cara, ma non vedo il motivo di tanta freddezza. Non mi offri neanche un caffè?" – "No. Adesso sediamoci nel mio studio e parliamo d'affari" – "Come desideri Luciana" – i due si spostano nello studio – "Quindi, io vorrei iniziare con il 30% delle quote" – esordiva Tancredi – "Il 30%? Ma sei impazzito!?" – rispose Luciana – "Mia cara, mi pare di vedere dai tuoi bilanci che le cose non vanno tanto bene nel campo dei tuoi affari" – diceva Tancredi sfogliando il bilancio della Conticini Wines – "Solo perché ti sono <<amico>> voglio iniziare a comprare le azioni più scarse, quelle che vanno peggio negli ultimi due anni!" – "Tancredi, ma veramente fai? Cosa significa? Perché vuoi proprio quelle quote?" – "Sono un imprenditore, ma non come te! Tu lo fai per soldi, io per passione! Voglio avere delle soddisfazioni, per questo voglio quelle quote!" – "Va bene Tancredi... tu e i tuoi stupidi sentimentalismi... Quelle quote fanno parte del 15% del totale... posso venderle per una cifra sui due milioni di euro" – "Ma tu sei matta! Sono quote rovinose! Non più di trecento mila euro!" – "Ma va! Non lo facevi per passione?" – "Si, e lo ribadisco. Ma pagare quelle quote due milioni di euro sarebbe un insulto a tutta la mia compagnia!" – "Beh Tancredi... il prezzo è questo!" – "Luciana, io so che sei disperata! Quelle quote non valgono più di centocinquanta mila euro! Io ti ho offerto il doppio! E' inutile parlare! Me ne vado!" – Luciana era in bilico, da un lato voleva togliersi dai piedi Tancredi dall'altro voleva vendere le quote fallimentari – "Tancredi, aspetta un attimo!" – disse la donna con tono spento – "Si, Luciana?" – "Parliamone. Potremmo arrivare a seicento mila euro... non posso scendere di più!" – sentendo quell'offerta, Tancredi... - "Accetto! Formalizziamo il tutto con una bella firma!" – mentre Tancredi firmava Luciana sorrideva subdolamente e teneva le braccia incrociate. Una volta formalizzato il tutto Tancredi accese un sigaro, salutò Luciana e tornò a casa. Una volta tornato nella sua villetta di campagna, poco fuori dal paese, si accomodò sulla sua poltrona e prese il telefono: "Pronto? Si, sono Tancredi. Non ci posso credere, Luciana l'ha bevuta!" –diceva l'uomo mentre pettinava il baffo sinuoso – "Ma dai! E quanto ti ha fatto pagare?" – "Seicento mila euro." – "Che roba! Quelle azioni varranno una fortuna, e tu sei riuscito ad estorcerle per almeno un quinto del loro valore!" – "Lo sai, sono spietato quando si tratta d'affari. Non chiamarmi più a questo numero, avrai la tua parte domani pomeriggio, vediamoci in piazza alle 15 esatte." – "Ci sarò, è stato un piacere svolgere questo lavoro!". Chi era la voce che parlava al telefono con Tancredi? E cos'hanno architettato alle spalle di Luciana?

Andiamo al Palazzo, dove Tommaso sta visitando Clara: "Mi sembra tutto a posto" – diceva il medico mogio mogio – "Grazie Tommaso. Ma che hai? Hai una faccia strana!" – rispose Clara un po' preoccupata – "Nulla, sto telefonando ad una persona da giorni e non mi risponde..." – "Posso chiedere chi è?" – "No, Clara... scusa ma non mi va di parlarne..." – "Non preoccuparti Tommaso, posso immaginare" – la ragazza torna nel suo appartamento e Tommaso compone il numero di Stefania, che finalmente gli risponde – "STEFANIA!" – urlava il medico contento – "Tommaso ascoltami, non interrompermi, per favore. Quello che c'è stata tra noi è stata solo un'avventura, io non voglio impegnarmi seriamente. Se a te sta bene possiamo essere due amici che si divertono, ma nulla di più!" – detto questo la donna staccò. Tommaso era a pezzi, non era la prima volta che una donna lo feriva:"Ma cosa deve fare un povero Cristo per trovare una persona seria?!" – strillava il medico affranto. Tommaso piangeva così forte che Emma lo sentì dalla portineria, colse l'occasione per andare a parlargli: "Dottò! Sono Emma, tutto bene lì dentro?!" – "Si Emma, tranquilla!" – "Ma perché urla così?" – disse la portinaia strillando contro la porta – "Ho sbattuto contro il comodino!" – "Com'è esagerato dottò! Mi ha fatto prendere un collasso!" – Emma torna quindi in portineria, con un'aria abbastanza dubbiosa, non era stata convinta dalle parole di Tommaso. Dopo qualche ora, Pietro va a fare visita all'amico medico:"Masino! Mi apri? Sono Pietro!" – Tommaso si era un po' ripreso, a stava comunque una pezza – "Ciao Pietro, vieni entra..." – rispose il medico aprendo la porta – "Ma che hai? Stai uno straccio! E' colpa di quella lì, come si chiama..." – "Stefania!" – "Eh! Quella!" – i due si siedono sul divano e iniziano a parlare - "Pietro io non ce la faccio più!" – diceva il medico affranto – "Ho bisogno di una donna seria nella mia vita!" – "E dove la trovi una donna seria di questi tempi?" – diceva Pietro, senza aspettarsi una risposta – "In Clara, Pietro. In Clara." – "Oh! Ma che stai dicendo?" – diceva incredulo Pietro – "Si Pietro! E' probabilmente l'unica ragazza per bene in questo paese di scostumate!" – "Scempiaggini! Perché non ci provi con Emma invece?" – "Ma perché? Che ha Clara che non va?" – "Ma niente...è solo che... vabè, lascia stare Masino, è meglio!" – "Pietro, dimmelo!" – "Sandro. Sandro l'ha puntata dalla prima volta in cui l'ha vista!" – "Ma cosa stai dicendo Pietro? Ma veramente dici? Ma te l'ha detto lui?!" – "Non c'è bisogno che qualcuno me lo dica! Non vedi come stanno sempre appiccicati?!" – il medico cadde in un grande stato di sconforto, invitò Pietro a lasciarlo solo. Una volta chiuso nella solitudine del suo appartamento, andò a coricarsi.

Gli inquilini della palazzina BDove le storie prendono vita. Scoprilo ora