CAPITOLO SEDICI "Non lasciarmi"

406 22 7
                                    


Emanuela pov

Fui lasciata dalle braccia di Tony che si catapultò su Igor, atterrandolo con un pugno sulla mandibola.
Hailey scese di corsa le scalinate, andando verso Tony, seguita da Michael.
Lil saltò la ringhiera e corse verso di me, scuotendomi le spalle: -Emanuela! Alzati, dobbiamo aiutare Ondreaz!-
Mi prese la mano, trascinandomi verso il riccio steso per terra.
Arrivò anche Tayler, che aiutò Tony  ad atterrare Igor.
Mi inginocchiai accanto ad Ondreaz, cercando di chiamarlo nella speranza che aprisse gli occhi. Con la mano si teneva il petto da cui continuava ad uscire sangue che andava ad aggiungersi a quello già sul pavimento. Sentivo Lil urlare il nome di Tayler perché venisse ad aiutarlo, ma era troppo occupato con Igor.
-Chiama l'ambulanza, Manu, sbrigati!-
Mi voltai verso Tony che mi aveva appena ordinato di chiamare, così afferrai il telefono dalla tasca e chiamai l'ambulanza.
Dissero che nel giro di pochi minuti sarebbero arrivati, ed era quello che continuavo a sperare.
-Manu, stai qui con Ondreaz, io vado ad aiutare gli altri!-
Lil mi lasciò da sola con Ondreaz, che continuava a dimenarsi per il dolore, senza avere la forza di aprire gli occhi, raccogliendosi le gambe allo stomaco.
-Ondreaz, ascoltami...- gli andai più vicino possibile, accarezzandogli la guancia: -Tu ce la farai, d'accordo? Devi farcela, starai bene, ora ti fa male, ma vedrai che passa in fretta...te lo prometto Ondreaz, tutto questo sta per finire. Ce ne andremo tutti da qui, te lo giuro...- deglutii pesantemente, mentre le lacrime continuavano a scendere, appoggiandosi sulle guance arrossate del riccio:-...e verrete a vivere con me, ce ne andremo tutti insieme, vivremo una vita migliore, ma tu devi farcela. Non puoi mollare ora, hai capito? Ne hai superate tantissime, e non dovevi proteggere me, perché diavolo l'hai fatto?!- spostai la mano sul suo collo, appoggiando la fronte alla sua: -Perché cazzo l'hai fatto, eh?!-
Uno sbuffo caldo lasciò la sua bocca, mentre lui provava a dire qualcosa, anche se le parole non erano altro che un flebile sussurro: -Perché te l'avevo promesso...anche se mi sarebbe costata la vita. E tu...- prese un profondo respiro, gemendo dal dolore:-...hai detto che non l'avresti permesso, ma io ti ho detto che anche se sarei morto sarei stato felice, sapendo di averti salvata.-
Aprì leggermente gli occhi, e in quell'istante riuscii a rivedere quegli occhi che tanto amavo, offuscato dalla fatica di tenerlo alla luce.
-Sei uno stupido, perché io non posso comunque vivere se tu non ci sei.-
-Non dire così. Tu crescerai, troverai degli altri ragazzi, ti sposerai, avrai dei figli...questo è stato solo l'inizio della tua vita.- sorrise debolmente, per quanto il proiettile glielo permettesse.
-Però tutta la mia vita ora sei tu. Ti prego Ondreaz, non abbandonarmi...-
-Ho sempre odiato vederti piangere...Manu, ho freddo, mi tieni la mano?-
Avrei voluto dirgli di no, avrei voluto dirgli che se aveva freddo doveva sentire caldo, avrei voluto dirgli di non mollare, ma non ci riuscii, perché sapevo bene quel genere di freddo lì a cosa corrispondeva.
-Certo.- gli sorrisi appena e gli strinsi la mano tra le mie. Nel frattempo mi girai verso i ragazzi: Igor era a terra privo di sensi, dal naso colava un bel po' di sangue, Tony e Tayler avevano il fiatone, mentre Michael provava a tranquillizzare Hailey. Anche lei era sconvolta, le lacrime scendevano anche sulle sua guance.
La porta si spalancò di colpo ed entrarono dei medici con una barella, seguiti da altri uomini. Agitai le mani e corsero da Ondreaz, e in pochi secondi fu caricato in barella e portato in ambulanza. Non mi permisero di salire, non lo permisero a nessuno, così lasciammo Tayler con Igor, mentre aspettava che arrivasse la polizia per denunciarlo, mentre io partii con Hailey, Tony e Lil; Michael restò a casa perché doveva incontrare una persona. In realtà insisti per venire, ma non ci sembrava giusto, perciò lo lasciammo libero.
Arrivammo in ospedale di corsa, e salimmo al pronto soccorso. Un medico prese da parte Tony, e per qualche istante il cuore smise di battere quando vidi il mio migliore amico iniziare a piangere.
Dopo che il dottore gli appoggiò una mano sulla spalla, Tony ci raggiunse barcollando, asciugandosi le lacrime con la manica.
-Tony?- Hailey provò ad abbracciarlo, ma lui si allontanando, facendomi segno di raggiungerlo distante dagli altri.
Mi appoggiai al muro con le spalle, e anche se al momento avrei preferito scoppiare a piangere, cercai di trattenermi e incitai il ragazzo a parlare:-Allora?-
-Il proiettile gli ha perforato il polmone sinistro, ora la sua vita è appesa al fino del rasoio.- prese un lungo respiro:-Non mi hanno detto se ce la farà o no, hanno solo detto che è molto grave e che l'operazione potrebbe non riuscire.-
-Ah...d'accordo...- deglutii per cercare di trattenermi, ma la cosa stava funzionando ben poco.
-Manu, se devi piangere, fallo, ci siamo in due in questa situazione.-
Il tempo di guardarlo negli occhi e mi scaraventai addosso a lui, abbracciandolo stretto, singhiozzando contro il suo petto. La sua mano vagava tra i miei capelli, accarezzandoli appena, mentre le sue spalle si muovevano in modo irregolare.

Rapitore o Sindrome Di Stoccolma?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora