8. ↫

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"Non stai bene poi."

"Non sto mai bene..
Non sarebbe una
novità o un problema."

Quella frase aveva colpito Hyunjin, che era rimasto a guardarlo con le labbra leggermente schiuse. Era rimasto sorpreso, sia da ciò che il ragazzo disse, sia dall'essere rimasto sorpreso. Che gli fregava a lui se un'altra persona avesse sofferto? Soprattutto se quella persona era gay. Ma una parte del suo corpo, quella che lui aveva deciso di non seguire mai, il cuore, provava davvero dispiacere per il ragazzo e avrebbe fatto qualcosa per farlo stare meglio. Ma lui doveva seguire solo la parte razionale, il cervello. Infatti poco dopo aver scosso la testa, aveva risposto.

"Sei proprio un
bambino stupido."

"Grazie. Pensavo avessimo
detto niente insulti..
Non sei cambiato proprio."

Jeongin si era alzato, ferito da quel insulto. Lo sapeva che Hyunjin era uno stronzo, ma pensava che sarebbe stato fedele ad una promessa così stupida, come quella di non insultarlo. Non era tanto difficile farlo. Aveva fatto qualche passo avanti, per allontanarsi da lui, ma era stato fermato dalle braccia di Hyunjin. Hyunjin infatti vedendolo alzarsi, si era alzato anche lui e lo aveva stretto a se, in un abbraccio da dietro.

"Scusa, è vero."

"Lasciami.."

"No, hai ragione, avevo
detto che non ti avrei
insultato. E non sei stato
un bambino, come ti
avevo chiesto."

"Lo so, perché io so
rispettare le promesse.."

"Mi dispiace. Non andare
via però. Da adesso non lo
farò più."

"Non mi piacciono questi
cambi di comportamento
da parte tua.."

"In che senso?"

"A momenti sei la persona
più stronza del mondo. Poi
sembri la persona più calma
al mondo."

"Sono una persona strana."

"Lo vedo. Però sono stanco.."

"Sediamoci dai."

Hyunjin lo avevo trascinato nuovamente sulla panchina e lo aveva fatto sedere accanto a se. Aveva poi poggiato una mano sulla sua, facendo trasalire appena Jeongin.

"Lo dicevo per te..
Non ha senso stare
appresso ad uno che
non ti ama."

"E a te che importa?
Tu lo fai con tutti.
Dovresti provare piacere."

"Questo è vero..
Ma non è divertente
se non sono io a farlo."

"Tutto torna.."

"Magari qualcuno lo
troverai, che ti ami
davvero e non dovrai
stare male per niente."

"Qualcuno a cui faccio
pena, giusto?"

"No, qualcuno che
vede la tua vera
bellezza."

"Quella che non c'è?"

"Quella che non
mostri."

"L'hai detto anche
tu che sono orribile.."

"Ho detto anche che
sei carino.."

"Ma io voglio essere
bellissimo, come te.
Non carino. Carino si
dice ai cani..
No non sono un cane.
Non dirlo."

"Non lo stavo per dire.
Davvero.."

Jeongin aveva annuito poco convinto e istintivamente aveva girato la mano sotto la sua, intrecciando le dita alle sue. Hyunjin in un primo momento rimase fermo, il suo cuore gli diceva di stringere la sua mano, la sua mente di lasciarla subito. Combinando entrambi i pensieri però, dovendo mandare avanti quella farsa, strinse la sua mano.

"Mi insegni ad essere
bello con te?"

"Difficile essere
meraviglioso come
me.."

"Insegnami ad essere
almeno bello. Non mi
piace essere solo carino."

"E cosa dovrei fare?"

"Non lo so, consigli di
stile, come vestirmi,
come comportarmi.."

"Va bene ci proverò."

"Davvero?"

Jeongin si era avvicinato tantissimo al suo viso guardandolo con gli occhi ben spalancati, sorpreso. Hyunjin si era allontanato appena dal suo viso, ma era arrossito appena. Sentendosi avvampare aveva girato il viso dall'altro lato, per poi riprendere a guardarlo diversi istanti dopo.

"Sì, però allontanati.
O non ti aiuto."

"Va bene.
Grazie allora.."

Jeongin si era seduto nuovamente lontano da lui e aveva cominciato a guardare il cielo sorridendo. Hyunjin teneva ancora la sua mano e aveva cominciato a guardarlo attentamente.

Sindrome di Stoccolma ↫ Al contrarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora