<preferirei di no> sentenziò Marika alle parole del suo titolare
<non te lo stavo chiedendo, è un tuo diritto andare in ferie> Marika sbuffò e Marco la fulminò con lo sguardo come per dirle 'ricordati con chi stai parlando'.
<la prego> implorò Marika <non ho nulla da fare a casa, magari se me le potesse dare più in là, col bel tempo potrei scendere a casa> lo fissava con aria supplichevole, Marco ci pensò un attimo poi sospirò sconfitto.
<d'accordo, ma la prossima volta non voglio sentire storie> Marika gli sorrise dolcemente e poi tornò alla sua postazione non appena vide entrare dei clienti, un gruppo di ragazzine con in spalla i loro zainetti scolastici, potevano avere si e no tredici anni ma erano tutte truccate pesantemente e indossavano dei top che lasciavano scoperto l'ombelico, alcune di esse avevano persino il piercing.
<sono quattro caffè marocchini> disse una delle ragazze con aria vagamente scocciata mentre si controllava il rossetto rosso fuoco specchiandosi nell'acciaio del portatovaglioli sul bancone.
Marika cominciò a preparare i bicchieri con la cioccolata poi mise su i quattro caffè mentre riscaldava il latte per fare la schiuma. Decorò i quattro marocchini con un topping al cioccolato disegnando in due un fiore e negli altri uno smile, e infine li consegnò soddisfatta. Le quattro ragazze però non fecero caso ai disegni e sembrarono innervosite dall'attesa, tranguigitarono i loro caffé poi andarono a pagare lasciando le loro tazzine sporche di rossetto sul bancone. Marika alzò gli occhi al cielo una volta date le spalle alla sala, sapeva che la lavastoviglie non era in grado di togliere quei segni quindi doveva lavare lei quelle tazzine. Passate le vacanze natalizie e ricominciata la scuola, la caffetteria lavorava parecchio poiché aveva la fortuna di trovarsi in una zona strategica tra due scuole. Marika era brava a destreggiarsi tra le varie ordinazioni, e riusciva a gestire tranquillamente i momenti di confusione che in genere si presentavano con l'inizio e la fine delle lezioni. Era così brava che più volte Marco si complimentò con lei suscitando l'invidia dei colleghi quando le davano il cambio.
<sei nata per questo lavoro> le disse una volta, eppure quella frase le suscitò un velo di amarezza, di certo quando era più piccola sperava di essere tagliata per un lavoro più importante, la veterinaria magari, o la dentista di certo non la cameriera.
<buongiorno> la salutò un uomo alle sue spalle mentre era ancora intenta a togliere le tracce di rossetto dalle tazzine.
<salve> gli sorrise, asciugandosi frettolosamente le mani sul grembiule.
<sono un' espresso ristretto e un caffè americano per favore> chiese l'uomo sorridendole gentilmente, fu colpita dalla pelle color cioccolato e dagli occhi azzurro cielo, una rara combinazione di geni, pensò.
Mise su i caffè mentre sentì avvicinarsi un'altra persona
<buongiorno> disse una voce maschile dall'accento straniero. Marika si voltò di scatto richiamata da quella voce così familiare sebbene l'avesse sentita solo un pomeriggio un paio di mesi prima. I due si guardarono negli occhi stupiti, poi Marika si allargò in un grosso sorriso.
<Owen> esclamò, anche lui ricambiò il sorriso sorpreso di vederla.
<che piacere rivederla!>
<vi conoscete?> chiese il ragazzo dalla pelle di cioccolato al suo fianco.
<diciamo di si>
<non ci davamo del 'tu'?> chiese Marika.
<hai ragione. Come stai?>
<bene grazie, tu?> Marco le lanciava delle occhiate curiose.
<bene, lui è Alex, un mio collega e amico> presentò così come aveva fatto lui poco tempo prima. Marika consegnò i due caffè poi strinse la mano ad Alex non prima di essersi asciugata ancora una volta le mani sul grembiule.
<molto piacere> gli sorrise poi si rivolse di nuovo a Owen.
<a tua moglie poi è piaciuta la tutina?> Alex lanciò un'occhiata perplessa a Owen che nel frattempo si era irrigidito.
<non sono sposato> ammise e Marika d'istinto gli guardò la mano sinistra priva di fede nuziale.
<era...mmm... per un'amica> mentì <comunque si le è piaciuta molto> disse pensando alla reazione della sua ex.
<sono contenta, abbiamo buon gusto> rise lei, Alex li guardò di nuovo incuriositi.
<Marika aveva preso la tutina per sé e io gliel'ho sottratta molto 'bastardamente'> spiegò frettolosamente all'amico suscitando un risolino ai due per il termine appena coniato.
<si e per farsi perdonare mi ha offerto un'ottima cioccolata calda> continuò lei allegra evitando il particolare dell'acquisto.
<e non dimenticare la cheese cake>
Bip. bip. bip.
Il cercapersone di Owen s'illuminò, avvisando di un'emergenza, il ché significava che il pomeriggio libero era appena finito.
<devo andare> sospirò deluso che l'incontro fosse stato interrotto. Marika presa da un impeto di coraggio tirò fuori una penna dal suo grembiule e scrisse il suo numero di cellulare in un tovagliolo. Ricordò che l'ultima volta che fece un gesto simile si trovava ancora a Napoli e il ragazzo in questione le rise in faccia.
<magari qualche volta puoi chiamarmi, se ti va> disse imbarazzata <ancora devo portarti a mangiare i babà>
Owen le sorrise, anch'egli piuttosto imbarazzato.
<con piacere>
Alex sorrideva soddisfatto guardando la scena. Fiero che l'amico finalmente avesse incontrato una ragazza, e anche molto carina a suo modesto avviso. Prima di uscire Owen si voltò a salutare un'ultima volta Marika che gli fece un cenno con la mano sorridendogli mentre serviva un cliente.
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Un amore di chirurgo
ChickLitMarika è una ragazza napoletana emigrata a Milano per trovare la sua strada e per sfuggire da un passato doloroso. Owen è un chirurgo d'urgenza, ex soldato dell'esercito americano convive con l'inadeguatezza che sente nei confronti del suo corpo, po...