Lei

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Per Marika non sarebbe stato un problema rimandare l'appuntamento in tarda serata, era stata parecchio impegnata in quelle settimane tra lavoro, aiutare Clara con Filippo e fidanzato, sorrise a quel pensiero, ed era da tanto che non si concedeva un po' di tempo per se stessa. Ormai le ustioni sulla sua schiena erano del tutto guarite e grazie all'intervento di Alex non ne era rimasta quasi traccia. Avendo lavorato di mattina avrebbe avuto l'intero pomeriggio per sé stessa. Andò dal parrucchiere per farsi dare un aggiustata ai capelli, visto che non li tagliava da almeno otto mesi, e infatti erano diventati una massa informe che le ricadeva sulle spalle formando una sgradevole onda all'insù. Fino a quel momento le era importato poco poiché preferiva tenerli sempre legati in un'alta coda di cavallo. Ancora non aveva un parrucchiere di fiducia qui a Milano quindi si fece consigliare dall'amica Clara, che gliene indicò uno economico ma abile proprio vicino alla caffetteria.

Il locale era piccolo, aveva infatti solo tre poltrone e due lavabi, dall'arredamento classico e molto vecchio, era gestito da un'anziana coppia aiutati dalla figlia, che poteva avere l'età di Marika o qualche anno in più.

Quando Marika entrò nel locale i tre sembrarono sollevati come se lei fosse stata l'unica cliente della giornata, l'accolsero amabilmente facendola subito accomodare per lo shampoo.

Si sentì rinata quando le mani sapienti dell'anziana donna le massaggiarono il cuoio capelluto durante lo shampoo, la persuase nel fare anche un trattamento per rigenerare il capello ed un tonalizzante per il suo biondo, che secondo il parere dei tre risultava 'spento'.

Fu l'uomo ad occuparsi del taglio, sforbiciava qua e là in maniera apparentemente casuale, eppure era totalmente concentrato in quello che faceva e ad ogni ciocca tagliata un sorriso appariva sulle sue labbra, mentre moglie e figlia lo guardavano ammaliati.

Infine la ragazza asciugò ed acconciò i capelli di Marika, fece ai suoi capelli delle onde morbide che le ricadevano sulle spalle.

Tornata a casa Marika si concesse una lunga doccia calda, cospargendosi di oli e creme, stando bene attenta a non rovinarsi la piega. Fece una maschera al viso mentre si depilava le gambe, uscì dal bagno sentendosi molto attraente e vedersi così bella la spinse a truccarsi meno del solito ma osando un rossetto rosso cupo.

Indossò un vestitino nero di lana a collo alto che le lasciava le gambe scoperte, infilò le calze nere un paio di bikers in pelle. Tirò fuori dal portagioie la collana di perle che le aveva regalato sua madre quando compì diciotto anni,.

'ti illuminano il viso' le diceva sempre sua madre quando gliele vedeva indossare.

Infilò il suo cappotto di lana e uscì nel freddo del marzo milanese. l'aria era ancora gelida, la primavera non era ancora arrivata e quel periodo era caratterizzato da una fitta nebbia mattutina, che scompariva solo alla fioca luce del mezzogiorno, e sere ancora gelide.

Marika usò la metro per andare in ospedale. La stazione era deserta e male illuminata, inutile negare che percorse tutto il tragitto con un forte senso d'ansia, arrivò in ospedale che erano da poco passate le nove e mezza, si accomodò in una poltrona all'ingresso dell'ospedale e tirò fuori il cellulare dalla sua borsetta rossa come il rossetto che indossava, (Marika aveva sempre adorato quei piccoli dettagli) e iniziò a giocherellarci per ingannare l'attesa.

Pochi minuti dopo le si avvicinò un uomo alto e muscoloso, Marika gli lanciò un'occhiata distratta e riprese a giocare col telefonino pensando a un parente in attesa.

<ciao> la salutò l'uomo sorridendole.

Marika alzò lo sguardo e finalmente riconobbe nell'uomo il chirurgo ortopedico che l'aveva operata.

Un amore di chirurgoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora