<devi andare avanti> disse dolcemente Clara accarezzando i capelli di Marika.
Erano passati tre mesi da quando Owen l'aveva lasciata, i mesi più lunghi della sua vita. La prima settimana non uscì di casa, si diede malata a lavoro, e restò giorno e notte a piangere a letto. Mangiava pochissimo e solo schifezze, e quando le scorte di cibo nel suo frigo finirono, mangiò solo cibo che poteva ordinare telefonicamente. Clara era andata a trovarla un giorno di quella prima settimana per vedere come stava, ancora non sapeva cosa le fosse successo e quando la vide pensò davvero che fosse malata. Aveva i capelli sporchi e arruffati, gli occhi gonfi e pesti da quanto aveva pianto, anche il naso era arrossato e screpolato e aveva il viso tempestato di brufoletti a causa di tutto lo junk food che aveva mangiato.
<oh mio dio sei in uno stato pietoso> le aveva detto. Marika scoppiò in lacrime e le raccontò di come Owen l'avesse lasciata, di come stava soffrendo e di come si sentiva inutile, l'amica l'ascoltò per ore e la consolò come meglio poteva, quella notte persino dormì con lei per evitare di lasciarla sola.
La seconda settimana fu costretta a tornare a lavorare, preparava caffè e cappuccini in modo meccanico e con aria assente, più volte fu richiamata da Marco, il quale non sopportava più il suo pessimo umore. Si accorgeva di come tutti la guardavano, con quell'aria di compassione stampata in viso, come se non avessero mai sofferto per amore, o forse, proprio perché sapevano come ci si sentisse ad avere il cuore a pezzi provavano pena per lei.
Il tempo passava lento e inesorabile e più passavano i giorni più il vuoto dentro il suo petto sembrava allargarsi. Lo pensava continuamente guardando e riguardando per ore ed ore le loro foto sul suo cellulare. Una sera che Clara era a casa sua di nascosto gliele cancellò tutte e a causa di quello non si parlarono per un mese intero. Più volte lei le chiese scusa ma non ebbe nessuna risposta dall'amica, poi un giorno la rabbia passò e fecero pace. Nonostante non lo avesse visto più, il ricordo di Owen restava vivido nella sua mente, mai avrebbe potuto dimenticare i suoi occhi blu, mai i suoi capelli rossicci, mai i suoi baci intensi. Ogni piccolo dettaglio di lui le era marchiato a fuoco nella sua memoria, dal suono caldo e roco della sua risata alla ruga che solcava la sua fronte quando era pensieroso. E così via in un'interminabile e doloroso loop di ricordi.
<non puoi continuare così> proseguì Clara. Marika tirò su col naso asciugandosi gli occhi arrossati con un kleenex.
<io lo so> sospirò <ma credimi non ci riesco> calde lacrime le rigarono di nuovo il viso.
<ascoltami, io so benissimo cosa provi, quando Mirko mi ha lasciato io volevo morire> si accomodò vicino all'amica prendendole la mano.
<all'inizio ho persino odiato Filippo, odiavo l'idea che era causa sua se lui se n'era andato> Marika sbarrò gli occhi, non le aveva mai raccontato quel particolare. Entrambe lanciarono un'occhiata al piccolo che giocava allegramente con dei cubi colorati.
<adesso lo amo più della mia stessa vita è ovvio, ma più di una volta in gravidanza avevo provato questo senso di repulsione nei suoi confronti.>
<come sei riuscita ad andare avanti?> le chiese Marika nella speranza di trovare un aiuto nelle sue parole.
<beh, quando mi hanno messo tra le braccia Filippo, tutto era cancellato, non esisteva nient'altro al di fuori di lui> sorrise ricordando la scena.
<io non saprò mai cosa significa> sospirò e poi si soffiò rumorosamente il naso attirando l'attenzione di Filippo che cominciò a gattonare verso di loro.
<non essere sciocca, la ginecologa mica ti ha detto che sei sterile>
<ma ha detto che ho poche possibilità>
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Un amore di chirurgo
ChickLitMarika è una ragazza napoletana emigrata a Milano per trovare la sua strada e per sfuggire da un passato doloroso. Owen è un chirurgo d'urgenza, ex soldato dell'esercito americano convive con l'inadeguatezza che sente nei confronti del suo corpo, po...