Lui

443 13 0
                                    


Owen si alzò dal letto al suono del cerca-persone, un'emergenza in arrivo doveva andare in ospedale il prima possibile. Una fitta di dolore gli colpì la schiena facendogli sfuggire un imprecazione, non era ancora riuscito a sostituire il futon di Cristina e per questo aveva la schiena a pezzi.

Non avrebbe avuto il tempo di una doccia quindi si infilò i vestiti che si stavano accumulando nella poltrona vicino al letto. Non appena fece per tirare via una maglietta questi caddero a terra scatenando un'altra imprecazione. Coperto dalla pila di vestiti giaceva la confezione azzurra del negozio per bambini, era passato più di un mese da quando lo aveva acquistato e ancora non aveva trovato il tempo (o il coraggio) di portarlo alla sua ex.

'adesso non potrà più cambiarlo' e quel pensiero gli suscitò un sorriso involontario, come se il metterla in difficoltà nel cambio del vestito potesse in qualche modo vendicarlo del danno subito.

L'immagine di quel pacco lo riportò al giorno che lo aveva acquistato e alla ragazza che così gentilmente si era offerta di pagarglielo, poi ripensò alla cioccolata che presero in quel bar ed ebbe voglia di rivederla, eppure non aveva più pensato a lei fino a quel momento, troppo impegnato col lavoro e nell'evitare Bonetti per concentrarsi su altro. Ricordò che si erano invitati per rivedersi per fare assaggiare ad Owen i babà napoletani eppure quel giorno non si erano scambiati né i numeri di cellulare né nessun altra informazione che gli permettesse di mettersi in contatto. Immaginò che quella ragazza così gentile e affabile sarebbe stata solo una delle tante conoscenze che si fanno nella vita e che magari non l'avrebbe mai più rivista, ciò gli causò un accenno di delusione.

Non ebbe il tempo di arrivare in ospedale che subito fu costretto a correre in sala operatoria nella vana speranza di salvare un ragazzo catapultato fuori dal parabrezza della sua auto a seguito di un brutto tamponamento a catena avvenuto sulla A18.

Il ragazzo non aveva ancora compiuto 20 anni e la sua vita era già stata spezzata. Magari se avesse indossato la cintura di sicurezza si sarebbe salvato e adesso Owen non sarebbe costretto a annunciare il decesso ai suoi genitori, che non appena venuti a conoscenza della notizia iniziarono ad urlare dal dolore. Owen non era abituato a quelle scene era abituato altresì alle urla dei soldati che era costretto a ricucire alla meno peggio e senza ombra di anestesia sul campo di battaglia, dopo che una mina nascosta era esplosa facendo saltare in aria un gruppo di soldati, o quando un'imboscata aveva messo alle strette i suoi compagni. Se solo si fermava per un attimo a pensare riusciva ad avvertire il sole cocente del deserto Iracheno bruciargli la pelle, mentre cercava di mettere i punti ai soldati con le mani tremanti per la disidratazione. Owen aveva servito il suo Paese finché un giorno, nel tentativo di soccorrere un bambino colpito da una pallottola vagante, poggiò il piede su una mina inesplosa. L'esplosione fu ridotta, si trattava di un ordigno artigianale, venne a sapere tempo dopo, il ché fu la sua fortuna o sarebbe di certo morto, come si sentì dire per tutto il tempo della convalescenza. Alcune persone dopo aver subito un grave trauma perdono i sensi ma Owen al tempo non ebbe la stessa fortuna e rimase cosciente per tutto il tempo mentre si osservava il piede maciullato dall'esplosione, l'adrenalina riuscì a non fargli sentire il dolore quindi ebbe la forza di tamponarsi la ferita per arginare l'emorragia mentre i suoi compagni soldati lo trascinavano fino al furgone che lo avrebbe riaccompagnato nell'accampamento.

Quindi no, Owen Hunt non era abituato a dare cattive notizie alle famiglie delle vittime, non era mai stato il suo compito finché non accettò il ruolo di chirurgo d'urgenza all'ospedale di Milano.

<mi dispiace> sussurrò alla coppia e indietreggiò affranto.

<giornata storta eh?> gli chiese Alex una volta avvicinatosi.

Un amore di chirurgoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora