Lui

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Alex e Owen salirono in macchina e partirono a razzo in direzione dell'ospedale, con il letto smontato adagiato sul cassone del pick-up che sussultava ad ogni scossone, provocando un rumore fastidioso.

<e quindi conosci una bella ragazza e non mi dici nulla?>ridacchiò il chirurgo plastico.

<non avevo dato molto peso alla cosa> ammise. Eppure proprio quella mattina si era ritrovato a ripensarla e poche ore più tardi si erano incontrati casualmente. se fosse stato un fatalista avrebbe creduto che fosse destino ma, Owen Hunt era uomo di scienza e non credeva a simili sciocchezze. Addirittura dopo aver visto coi suoi occhi la guerra e dopo aver perso un piede non credeva nemmeno più in Dio, perché nessun Dio avrebbe permesso simili atrocità, ad ogni amico perso, ad ogni bambino morto, ad ogni donna che si faceva esplodere in nome del suo Dio, Owen perdeva la sua fede, fin quando guardando per la prima volta il moncherino che aveva al posto del piede non l'ebbe persa completamente. Se chiedevi ad Owen in cosa credesse lui ti rispondeva 'alla scienza. È grazie a lei se ogni giorno salvo la vita della gente, e quando non ci riesco è solo colpa mia'.

Eppure quella di quel giorno era stata una bella coincidenza, la mente di Owen fu pervasa dall'immagine di Marika per tutto il tragitto fino in ospedale.

I capelli color miele erano più lunghi rispetto a quando l'aveva incontrata la prima volta, li portava raccolti in una coda di cavallo e immaginò di scioglierli e lasciarli cadere sulle sue spalle minute. Ma se c'era una cosa in particolare che lo aveva colpito, più dei suoi occhi nocciola, più della sua aria matura nonostante l'età, più del suo corpo formoso, era stato il suo sorriso, un ampio sorriso allegro che alla vista ne causava uno di rimando. Marika era una di quelle persone che metteva allegria così lontana invece dal carattere schivo e freddo di Cristina. Anche fisicamente le due erano totalmente opposte. Cristina alta e magra, dal corpo quasi androgino, coi capelli scuri e ricci, Marika bassina e formosa dai capelli biondini e lisci.

I pensieri di Owen furono interrotti dal suono della sirena di un'ambulanza che pochi istanti dopo gli sfrecciò accanto e subito dopo in direzione opposta ben due camion dei vigili del fuoco che correvano a sirene spiegate. Alex e Owen si lanciarono una rapida occhiata e immediatamente il chirurgo plastico schiacciò il pedale dell'acceleratore, superando a destra e a sinistra finché non arrivarono in ospedale. Lasciarono l'auto alla meno peggio e non appena entrarono nel pronto soccorso un infermiera gli corse incontro aiutandoli a infilare il camice monouso.

<una cucina a gas è esplosa al quindicesimo piano del grattacielo in via Garibaldi> ansimò l'infermiera.

<le fiamme si sono diramate sia in alto che in basso , abbiamo ustioni di secondo e terzo grado e traumi da schiacciamento>

Alex si allontanò avvicinandosi ad un paziente con gambe, braccia e busto ustionati, Owen stava per dirigersi da un altro paziente quando l'infermiera lo fermò.

<dottor Hunt, aspetti, una donna si è lanciata dal decimo piano tenendo in braccio sua figlia di cinque anni>

<ed è sopravvissuta?> chiese Hunt stupito.

<no, per la donna non c'è stato nulla da fare ma la bambina invece...> non terminò la frase che aprì la porta di una stanza dove, collegata a una miriade di macchine su un lettino vi era una bambina.

Non doveva avere più di cinque anni. Il lato sinistro del corpo era ricoperto di sangue ed ematomi, braccio e gamba spezzati dalle quali uscivano rispettivamente perone e radio. Nella stanza oltre alla bambina e qualche infermiere erano presenti, il dottor Michele Torre, un chirurgo ortopedico assunto pochi mesi prima dall'ospedale per incrementare i profitti e la fama provenienti dalla chirurgia sportiva, e Caterina Cocci il chirurgo pediatrico.

<cosa abbiamo qui?> chiese Owen

La macchina dell'ECG suonava all'impazzata e Owen si rese conto di dover urlare in tutto quel trambusto.

<con l'impatto le ossa spezzate si sono conficcate una nello stomaco, e l'altra sta comprimendo l'arteria femorale.> lo mise al corrente il dottor Torre, mentre tastava con le dita l'incisione causata dalle ossa.

<il che significa che quell'osso è l'unica cosa che le impedisce di morire dissanguata> sospirò.

<dobbiamo portarla immediatamente in sala operatoria> proruppe la Cocci tirando fuori la mano insanguinata dalla ferita nell'addome.

<il radio ha lacerato il pancreas, masse di bile si stanno riversando nell'addome. Dobbiamo agire subito> urlò per sovrastare il rumore dell'elettrocardiogramma in fibrillazione.

<portiamola in sala> gridò allora Owen mentre cominciava a spostare la barella.

<Caterina, tu occupati della lacerazione pancreatica mentre io penserò all'arteria femorale. Lei dottor Torre cercherà di mettere a posto le ossa, mi dovrà aiutare a sfilare il perone dall'arteria> Owen assegnò i compiti con fermezza e sangue freddo, si era trovato in una situazione simile in Iraq, un auto blindata era esplosa e pezzi di lamiera avevano trafitto un soldato americano.

<lo sa vero che una volta estratto l'osso avrà pochi minuti per ricostruire l'arteria?> chiese Torre, Owen gli lanciò una rapida occhiata preoccupata poi diede uno sguardo frettoloso alla cartella della bimba e ricordò quel soldato mortogli tra le mani pochi istanti dopo avergli estratto il pezzo di metallo, e stavolta aveva a che fare con una bambina, le cui arterie erano più piccole e difficili da gestire.

<portatemi tutte le unità di 0 negativo che riuscite a procurare> ordinò ad un'infermiera. Doveva essere nuova perché aveva l'aria terrorizzata.

<ne avremo bisogno> bisbigliò troppo piano perché potessero sentirlo.

In quel momento Owen sperò con tutto se stesso che le tecnologie in possesso riuscissero a salvare la piccola, immaginando un padre disperato che avrebbe ricevuto la notizia della moglie morta e subito dopo della figlia, notizia che sarebbe stato Owen a dover dare...

<ottimo lavoro> esclamò Hunt una volta finito l'intervento, i tre chirurghi si guardarono e sorrisero, anche se indossavano la mascherina i loro occhi ridevano felici e rincuorati per essere riusciti a salvare quella bambina in condizioni disperate.

Un amore di chirurgoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora