Pov's Niall
Ci fu un tempo, non molti anni orsono, in cui vivevamo in un mondo incantato, fatto di eleganti palazzi e feste grandiose. L'anno era il 1916 e mio zio, Desmond Styles, era lo zar di tutte le Russie.
Mi presento sono Niall James Horan e sono il futuro re dell'Inghilterra e dell'Irlanda del Nord, sono parente con gli Styles perchè mia madre era la sorella minore di Desmond. Si sposò con mio padre, che all'epoca era ancora un principe ed ora sono i sovrani del Regno D'Inghilterra. Da un po' di tempo mi trovavo a San Pietroburgo, in Russia, per farmi spiegare da mio zio, alcune pratiche che avrei dovuto affrontare, una volta salito al trono. E ci sarei salito abbastanza presto, dato che mio padre aveva una malattia al cuore, che lo avrebbe portato via, solo che nonostante gli insegnamenti, avevo paura. Avevo 22 anni e non mi sentivo ancora pronto per regnare.
Finalmente scesi dalla carrozza che mi aveva accompagnato nel palazzo degli Styles. Una volta entrato e aver percorso un lungo corridorio, entrai nella sala da ballo. Lì ovviamente c'erano oltre che i sovrani, tutta gente di dinastia nobile che stava ballando e si stava divertendo. Ma io per il momento non avevo alcuna voglia di ballare, così mi sedetti su uno dei troni, risevati ai membri della famiglia reale.
Stavamo festeggendo il trecentesimo anniversario della scesa al trono della nostra famiglia, ma quella sera, nessuna stella era più brillante del nostro dolce Harry, il mio cuginetto più piccolo.
Lo adoravo, molti probabilmente pensavano che era viziato fino al midollo, ma non lo era affatto. Era dolce, premuroso con tutti e anche se aveva solo 8 anni, era molto maturo per la sua età, non che sua sorella maggiore Gemma fosse cattiva, ma lei un po' viziata lo era.
Ad un certo punto vidi mio zio sollevare Harry tra le braccia, facendogli fare una giravolta e, a quel punto, mio cugino mi vide e corse verso di me.Lui mi aveva pregato di non tornare in Inghilterra, ma io gli avevo fatto preparare un dono molto speciale, per rendere la separazione meno dolorosa per entrambi. Una volta che fu di fronte a me, tirai fuori un oggetto.
-È per me? È un portagioie Niall?-
-No piccolo, ascolta- dalla mia tasca tirai fuori un ciondolo, lo infilai nella serratura che c'era nel carillon e lo girai, caricandolo.
Questo si aprì, rivelando un principe e una principessa che ballavano, accompagnati da una melodia che Harry riconobbe subito.
-Sta suonando la nostra ninna nanna-
-Puoi ascoltarla alla sera prima di andare a letto e immaginare che sia io a cantarla- e cominciammo a cantarla insieme.
-Questa dolce melodia è il ricordo di sempre. Tu con me, amor mio, quando viene dicembre- finita la canzone ridemmo entrambi.
-Leggi che cosa c'è scritto nel ciondolo- lui lo prese e, guardandolo sul retro, ripetè le parole scritte.
-C'è scritto "Insieme a Londra", davvero verrò con te a Londra? Oh Niall sono troppo felice ti voglio bene- mi abbracciò di slancio, felice per il regalo.
-Sì piccolo Hazza, verrai con me a Londra per un po' e questo sarà il nostro piccolo segreto-Ma non potemmo mai stare insieme a Londra, perchè sulla casa degli Styles, era scesa un'ombra oscura. Si chiamava Simon Cowell, pensavamo che fosse un sant'uomo, ma era un'impostore, avido di potere e pericoloso.
Vidi mio zio Des andare incontro a Simon.
-Come ti permetti di entrare a palazzo?- disse urlando.
-Ma io caro Desmond sono il vostro confidente-
-Confidente? Tu sei un traditore, fuori dal mio regno!-
-Tu credi di bandire il grande Simon? Sono io che bandisco te e ti maledico. Ascolta le mie parole, tu e tutta la tua famiglia morirete entro 15 giorni ed io non mi darò pace, finchè non vedrò la stirpe degli Styles estinta per sempre-
Detto questo sollevò una specie di ampolla, la indirizzò verso il lampadario al centro della sala e da essa, uscì una saetta che lo fece cadere. Una volta compiuto questo gesto, scomparì nel nulla ed io, come tutti i presenti in sala, eravamo sconvolti.
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L'ultimo Styles (larry stylinson)
General FictionDalla storia: -Tu sei davvero il principe Harry devi credermi- questo era quello che Louis mi stava dicendo, ma io non gli volevo credere. -SMETTILA- gli urlai con le lacrime agli occhi. Ho scritto anche il sequel della storia, si chiama "Insieme pe...