capitolo 1:quattrocchi

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eddie pov
Stamattina mi sono alzato di buon mattino, mamma voleva che andassi a fare la spesa.
Il mio nome è Eddie, Eddie Kasprak.
mia mamma è conosciuta come la signora k.
è davvero impossibile vivere con lei, ma in fondo, mi ci vedo costretto.
ho pochi amici, e ci chiamano "losers" perché siamo dei perdenti.
Nel gruppo ci siamo io, Bill, Stan, Beverly, Ben e Mike.
Credo che avere questi amici per me sia più che importante.
senza di loro, non avrei una vita.
"tesoro della mamma, compra le cose scritte sulla lista della spesa, e mettiti i guanti, non vorrai prenderti qualche malattia"
"no mamma, io vado"
"non dimentichi niente?"
"ah..."
mia mamma vuole sempre un bacio prima che io esca.
dopo averle dato il bacio, sono uscito e andato al supermercato.
Ho comprato tutto quello scritto sulla lista.
Dietro di me c'era un ragazzo che avevo già visto a scuola, era intento a scegliere quale latte fosse il migliore, almeno credo.
Era lì da quando avevo iniziato a pagare.
Uscito da lì andai in farmacia per riempire il mio inalatore e come ogni volta, Greta era lì, pronta a rompere le palle.
Greta è una delle bullette della scuola, che tra l'altro fa concorrenza con Henry, il bullo per eccellenza.
Se lo becchi per strada, beh, devi pregare di uscirne vivo.
Comunque lei iniziò a dire qualcosa, ma non la ascoltai minimamente.
Stranamente, quello stesso ragazzo era entrato anche in farmacia, ed era nel reparto assorbenti.
questo lo rendeva sospetto.
mentre uscivo, lui fece un movimento azzardato e io sbattei contro di lui.
La gente deve imparare a guardare avanti quando cammina.
''oddio, scusami non era mia intenzione colpirti" disse l'occhialuto
"fa niente. ciao"
non gli permisi nemmeno di presentarsi e me ne andai.
quel giorno avevo da fare.
entrai a scuola alle 9.00 per colpa della spesa.
"ciao E-eddie, come s-stai?"
"bene, tu Bill? come stai?"
"B-bene"
"hai detto a Beverly di quella cosa?"
"non a-ancora"
"ehi amico, lei è cotta di te! dovresti solo dirle ciò che provi"
"senti E-eddie, tu sei l-l'unico che s-sa di q-questo, e q-quindi mi sembra g-giusto dirti la verità"
"quale verità Bill?"
"a me p-piace stanley"
"A TE PIACE CHI?"
"abbassa la v-voce, cretino."
"ok,ma come fa a piacerti???"
"credo s-sia da q-quando siamo andati alla c-cava..."
"oh...capisco. Beh, allora buona fortuna amico"
alla prima ora avevamo biologia...una palla assoluta, ma in questa materia me la cavo.
Mentre eravamo nei corridoi, vidi un ragazzo da lontano, con la camicia blu.
era stanley.
"ciao ragazzi"
"c-ciao stan"
"ehi stan, tutto bene?"
"si, voi come state?"
"b-benissimo"
"bene dai"
"sono passato solo per dirvi che oggi ci sono a pranzo"
"oh, bene. io invece devo tornare a casa...sapete,mamma"
"s-si certo. e B-beverly?"
"Beverly? uhm...stamattina non l'ho vista entrare, forse sta male"
"c-credi?"
"si, sta tranquillo"
"va bene, ci vediamo a m-mensa s-stan"
"si, a dopo"
Io guardai incuriosito Bill, che aveva assunto un bel colorito...
andai nella classe di chimica accompagnato da Mike.
non chiacchieriamo spesso, non siamo super legati come gli altri.
alla terza andai a matematica con Ben e alla quarta andai in palestra da solo.
Era uno strazio stare nella stessa classe con Greta.
Non riusciva a non prendermi di mira per un secondo.
"guardate chi c'è" si avvicinò a me.
"come stai stamattina, Eddie?"
"bene grazie"
"sicuro? e allora perché prendi ancora dei gazebo?"
"smettila, non sono fatti tuoi"
"senti, tu sei spazzatura quindi puoi anche morire e non se ne fregherebbe nessuno, capito?"
da lontano un ragazzo con un bel paio di occhiali e una camicia rosa con le palme bianche si diresse verso Greta e la spinse a terra
"lascialo stare, sporca puttana"
Mi prese il braccio e mi portò fuori con lui.
era lo stesso ragazzo di quella mattina.
"scusa, pessima impressione"
"in realtà complimenti. davvero forte...comunque sono Eddie Kasprak."
"Richie Tozier"
"che corso hai alla quinta?"
"applicazioni tecniche...tu?"
"anche io"
"non ti da fastidio stare con me Eddie?"
"stai parlando con un perdente per eccellenza"
"oh...va bene."
"sta arrivando Bowers"
"sta tranquillo Eddie. Non ti farà niente."
Bowers si atteggiava come non mai
"ehi ragazzi. oh ma guarda, ora abbiamo il frocio e il malato"
"ehi stronzi, malato ditelo alle vostre stupide mamme"
Bowers non poteva fare nulla, eravamo coperti dall'insegnante.
"si, certo." disse prima di andarsene.
"ma ci sai fare per davvero" dissi a Richie
"dopo un po ci fai l'abitudine"
"allora...andiamo ad applicazioni tecniche?"
"andiamo Eddie"
ci dirigemmo ad applicazioni tecniche.
arrivammo per primi.
io ero solito sedermi nel mezzo, ma richie optó per il banco in fondo.
"ci faranno spostare"
"e perché dovrebbero?"
"sono basso"
"sarai anche basso, ma chissene frega"
io ero sbalordito.
era sempre volgare,ma sempre giusto.
"conosci Bill?"
"Bill? quello innamorato di Stan?"
"c-come?"
"ma perché? non si vede?"
"no"
"oddio, come fai a non vedere che gli guarda il culo in continuazione?"
"perché non mi interessa!"
"okey, scusa Eds"
"eds?"
"si. eds."
"okey"
"comunque si, conosco Bill."
"Richie allora oggi vieni alla cava dei barren"
"e a che ora?"
"alle tre"
"ci sarò"
Nell'ora di applicazioni tecniche, Richie non aprì bocca, nemmeno all'interrogazione.
"puttana"
"shh, o ti sentirà"
"può farlo, non mi interessa"
Lui è davvero strafottente.
uscimmo da applicazioni tecniche.
"allora dai barren alle tre, giusto Eddie?"
"giusto"
"va bene, allora vado"
"beh, in realtà anche io dovrei andare a casa."
"Non rimani con il tuo gruppetto a pranzo, Eds?"
"no, mia madre..."
"tua madre? ma sei serio? fammi conoscere tua madre!"
"assolutamente no!"
"dai eds, faccio il bravo"
"basta che mi accompagni a casa."
"ah. okey"
Sulla strada di casa, Richie sulla sua bici ed io sulla mia, non aprimmo bocca.
Quando arrivammo davanti casa, bussai e mia madre aprì la porta.
"oh eddie, amore mio, sei tornato. e chi è lui? mangia con noi?"
"mamma lui è..."
"sono Richie signora, lieto di conoscerla e di mangiare con lei oggi"
"c-certo, entrate"
Richie sarebbe rimasto con me a pranzo.
mia madre non fece domande e Richie, come aveva promesso, fece il bravo.
"mamma io e Richie dobbiamo andare."
"e dove?"
"dai nostri amici"
"va bene, ma sta attento. prendi le medicine quando..."
"si mamma, lo so, ciao" la baciai davanti a Richie...volevo sotterrarmi
chiusi la porta.
"tu baci tua mamma? ew..."
"lo so, lascia perdere. andiamo alla cava, muoviamoci"
"si, signor capitano"
andammo alla cava.
Bill era con Beverly.
"chi sei t-tu?"
"vengo in pace, Bill"
"si, è venuto perché gli ho detto che di venire"
"Stan?"
"non è ancora arrivato"
"ah, okey..."e fece l'occhiolino a Bill, che si avvicinò a me per chiedere spiegazioni, che gli fornì nei minimi dettagli.
" senti questo Richie inizia a piacermi..."disse sottovoce.
"e-ehi richie"
"bill..."
"ti va di far p-parte di questo gruppo?"
"certo! mi state donando degli amici. in fondo, è un dono no?"
"t-tu non hai altri a-amici?"
"io? ahhaha vuoi farmi ridere?"
"c-certo che n-no"
"non mi sopporta nessuno bill."
"a-allora benvenuto richie"
"grazie ragazzi"
si avvicinò ci abbracciò.
che tenerone.

ᴛʜᴇ ᴄᴏɴᴛᴀᴄᴛ - ʀᴇᴅᴅɪᴇDove le storie prendono vita. Scoprilo ora