capitolo 16: questione di priorità

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eddie pov
quella mattina mi ronzavano parecchie cose per la testa. richie era steso sul letto mezzo nudo, i miei vestiti erano in giro per la stanza e qualcuno giù stava cucinando i waffle.
Facevano venire davvero l'acquolina in bocca.
mi misi la camicia di Richie e scesi a vedere. stan stava cucinando i waffle e bill stava preparando la tavola

"di buon mattino, eh, kasprak?"
"si, abbastanza. ho la testa da un altra parte stanley"
"p-perchè? non eri o-occupato con richie?"
"bill, lui prima delle dieci non si sveglierà"
"certo."
"e cosa ti frulla per la testa eddie?"
"stan...richie è il mio ragazzo, ma come mai ha scelto proprio me?"
"potresti provare a chiedergli...questo"
"stan io so che tu sai."
"come?"
"stan ti si legge in faccia. non sostieni lo sguardo,alzi le spalle...perchè nascondi le cose?"
"nemmeno richie sa che io so,ok?"
"ma io ho bisogno di una risposta. stan che cosa sai?"
"eddie,vorrei, ma non posso dirtelo. lo faceva di nascosto, non lo ha detto a nessuno."
"stan ora lui dorme...puoi dirmelo"

stan pov
dovevo confessare davvero tutto quello che sapevo di richie. gli raccontai del ponte dei baci, quel flash di stamattina, mentre mi rigiravo nelle coperte del letto, cercando di dimenticare quel giorno. quel giorno non successe solo quello.

eddie stava aspettando la mia risposta, che non tardò ad arrivare. lo guardavo come per punirlo, come se mi stesse affrontando, ma a lui non importava.

"credimi, quello che ora ti racconterò potrebbe farti cambiare idea su di lui."
"stan, non cambierò idea"
"dovresti valutare questa opzione"

flashback
richie stava andando alla sala giochi, mentre io quella mattina ero al parco in compagnia di Bill. Bill voleva parlarmi di beverly, della ragazza dai capelli rossi per cui aveva perso la testa, la ragazza di cui anche ben era innamorato. Guardavo il suo sguardo, guardavo la luce che poteva essere intravista nei suoi occhi.
"stan, mi stai ascoltando?!"
"si, bill"
"s-scusami, non volevo u-urlarti contro"
"fa niente, continua."
bill continuò a raccontare della ragazza, ma una figura che conoscevo bene camminava dall'altra parte del marciapiede, mano nella mano con un ragazzo. era biondino. non gli vidi il volto.
"ehi Bill, quello è richie?"
"che? no s-stan, non è g-gay"
era una cosa scontata per lui, ma io gia sapevo cosa sarebbe successo.
perchè due giorni prima aveva scritto R+E sul ponte ed ora era mano nella mano con un altro ragazzo? entrarono nell'arcade e dopo quasi 15 minuti, richie uscì piangendo, e dopo poco vidi quello stesso ragazzo uscire con la banda di scimmie, Henry Bowers. 
Richie corse via.
"bill, senti, secondo me dovresti dire a beverly che la ami, lei ha occhi solo per te?"
"g-grazie del c-consiglio, stan"
mi facevo del male, ma sarei dovuto andare da Richie.

arrivai mezz'ora dopo sotto casa di richie.
"chi cazzo è?"
"Richie, sono stan..."
"ah, vieni"
"Richie senti...io ti ho visto. ero al parco con Bill. ti va se..."
"Stan, ti prego...non anche tu."
"perchè?"
"é venuto eddie circa dieci minuti fa, non gli ho detto niente."
"Richie, essere gay è normale"
"non sono gay, smettetela. non mi piace nessuno, ma proprio nessuno"
"Richie, e R+E cosa significa?"
lui parve sorpreso
"stan, mi hai spiato?"
"sono andato al ponte dei baci l'altro giorno...tu eri lì"
"senti, ti sarai sbagliato, io non ci sono mai andato."
mi chiuse la porta in faccia, ma sapevo che mi stava mentendo.

dopo due giorni, richie venne al parco dove passavamo il tempo io e bill, parlando di bev. 
"Ehi ragazzi, posso prendermi un attimo stanley?"
"o-ok"
io venni trascinato vicino ad un albero.
"stan, tu non dire niente ai ragazzi okey?"
"okey"
"io...mi trasferisco. tra due mesi. il 23 ottobre parto."
"perchè non dovrebbero saperlo?"
"okey, puoi dirlo agli altri, ma non dirlo ad eddie."
"perchè?"
"perchè lui verrà con me. io non lo lascio in questa cittadina di merda, sopratutto dopo quel clown, lui ha bisogno di spazio e di qualcuno che lo ami."
"Richie..."
"tu stai zitto, o si no ti taglio l'uccello."

se ne andò salutando bill con un sorriso a trentadue denti.
fine flashback

"ragazzi...il 23 ottobre è tra due giorni."
"eddie, lo so. era una sopresa."
Richie entrò nella stanza.
"ehi ragazzi, stamattina mi hai lasciato solo, ho sbagliato qualcosa?"
"richie io non posso partire."
"stanley, mi fidavo di te"
"no, stan non ha aperto bocca, l'ho scoperto da solo" mi difese eddie.
"come hai..."
"richie, io non posso partire"
"eddie, tua madre non ti vuole, i miei genitori stanno divorziando, la mia casa è diventata troppo stretta per me. "
"richie...come dovrei fare?"
"eddie inizia a pensare a cosa ti vuoi portare via."
"rich, ma tu vuoi realmente lasciare i nostri amici?"
"chi ti ha detto questa cazzata?"
"come scusa?"
"sai che ho un conto in banca enorme per il lavoro dei miei? ed ora che divorziano, tutti i soldi spesi per la villa mi verranno dati dalla loro separazione."
"m-ma io n-non posso p-partire"
"nemmeno io"

richie divenne serio.
non lo avevo mai visto così. le lacrime che gli riempivano gli occhi...
"ragazzi, io l'ho fatto grazie anche all'aiuto dei vostri genitori. Bill tua madre non vuole che continui a deprimerti per Georgie, vuole farti cambiare aria, vorrebbe darti a qualcun'altro, ma non ne ha il coraggio. stan, tua madre vuole il meglio per te, ma non ti vuole più in casa dopo la figura che le hai fatto fare in chiesa. eddie, amore mio, tua madre non ti considera nemmeno più suo figlio, va in giro a dire che l'hai abbandonata alla morte. Bev ha bisogno di essere salvata da quel mostro di suo padre, Ben viene bullizzato di continuo e Mike è odiato dalla sua famiglia. basta, ce ne andiamo"
"io sono d'accordo" disse beverly, ancora intontita. 
a lei si aggiunsero tutti, e infina anche eddie.
"partiamo tra due giorni, fate le valigie e chiarite con quelle merde dei vostri genitori."
"e tu rich? che farai?" chiesi io, ancora curioso.
"beh, io firmerò il documento di trasferimento"

ᴛʜᴇ ᴄᴏɴᴛᴀᴄᴛ - ʀᴇᴅᴅɪᴇDove le storie prendono vita. Scoprilo ora