eddie pov
richie ed io andammo a fare le valigie la mattina stessa.
Quel giorno avrei dovuto parlare con mia madre e avrei dovuto dirle che partivo, e pensavo che lei ci potesse rimanere male.
Al mattino, io e Richie andammo a caea più o meno verso le 11.
Aprimmo la porta di casa con le chiavi, perché come al solito i genitori di richie non c'erano.
salimmo sopra e andammo nella stanza di richie.
Richie prese tutte le sue camicie, i quattro jeans che possedeva, le sette cinture tutte nere tranne una bianca, le sue scarpe, che erano solo due paia e dei bracciali nascosti in un cassetto. uno è conosciuto come -braccialetto della fortuna-, molto sottile. non lo aveva mai messo.
Poi un altro era in plastica e arcobaleno con scritto sopra -friends-
Poi prese dei calzini e delle mutande.
Aveva praticamente svuotato l'armadio.
"ehi eddie, ora puoi farlo tu. ho finito."
entrai nella stanza.
Presi la scatola sotto la trave, un piccolo block notes che avevo sempre nascosto lì sotto. li disegnavo principalmente vestiti in miniatura, quelli che qualsiasi bambina avrebbe voluto addosso alla propria bambola. Dalla scatola, cacciai anche una coroncina che usavo quando passavo il tempo a casa da solo.
Dall'armadio presi i miei dieci pantaloni, le mie venti magliette, i due paia di scarpe e i tre marsupi.
"chissa perché ho ancora questi cosi se le pillole che prendo sono...gazebo"
ero ancora influenzato da mia madre?
Richie era fuori la porta ad aspettarmi con le braccia incrociate sul petto.
evidentemente ci stavo mettendo troppo.
Presi alla rinfusa le ultime cose che avevo nel mio armadio:una salopette e una felpa gigantesca,che apparteneva a Richie.
"fatto?"
"si"
"ora sai che devi andare da tua madre e le devi parlare vero?"
"si...ma se poi..."
"eddie,sta calmo e vedrai che non succederà assolutamente niente. ti accompagno se vuoi".
"puoi aspettare fuori?"
"anche. se tu vuoi...che sia così"
"si grazie"Mia madre alle 13 di solito mangiava con me.
Da quando ci siamo trasferiti a derry sono successe cose...davvero spaventose.
Abbiamo persino combattuto con un clown demoniaco...e abbiamo anche giurato di riunirci se dovesse ricomparire.
"cavolo..."dissi a bassa voce mentre richie sfrecciava con la sua bici per accompagnarmi a casa mia.
passammo per il centro di derry, dove richie era stato con stanley, e davanti la chiesa...
era tutto così strano visto dalla prospettiva di chi entro ventiquattro ore se ne sarebbe andato via.
"okey eds, qualsiasi cosa, fa in modo da farmi capire che hai bisogno di una mano"
Annui freneticamente e corsi verso la porta di casa mia.
mia madre era in cucina a lavare i piatti, si sentiva il profumo di un disinfettante per pavimenti dalla finestra aperta, mischiato al leggero odore di pasta al forno che stava facendo mia madre.
Era un giorno speciale per lei, cucinava pasta al forno solo quando aveva ospiti.
bussai come se volessi sfondare la porya con la mia mano.
lei urlò "si arrivo"
Aprì la porta e quello che vidi mi fece sorridere ma allo stesso tempo era traumattizzante.
Mia madre, grassa com'era, non avrebbe mai potuto essere sexy.
Quel giorno portava un vestitino rosso di lino, che non la faceva sudare poiché in casa c'erano quasi 30 gradi.
Portava una capigliatura diversa dalla sua solita e oliosa.
"mamma..."dissi io quasi come per chiedere un consenso per entrare.
" sei venuto a prendere le tue ultime cosa prima di partire? "
"come fai a sapere di questo?"
"io so sempre tutto eddie. comunque sono sul tavolo. prendile e togli il disturbo. ho di meglio da fare"
Mi chiamava eddie solo se doveva farmi raccomandazioni serie...e se era arrabbiata con me.
Quale fosse il motivo non lo avevo capito.
presi le cose dal tavolo, un altro paio di scarpe, dei calzini e delle mutande lasciate li.
presi anche dei codini che mettevo sempre attorno al mio polso.
mia madre aveva preso anche quelli.
"bene, spero che vivrai una vita felice eddie"
non se ne fregava della mia presenza. aveva altri pensieri che le colmavano il cervello.
"mamma volevo solo salutarti"
"non c'è ne bisogno..."
"mamma...ma sono pur sempre tuo figlio"
"no eddie. sei gay, sei anormale, mi hai abbandonata per lui...non sei più niente per me. ora vai"
Io con le lacrime agli occhi corsi da richie e lo abbracciai.
"eddie, ti avevo detto di affrontarla...non di uccidere quello che ti era rimasto di lei"
"non ho più niente di lei. non lo avevo prima, e lei non ha più nulla di me. mi sta bene"
Richie mi baciò delicatamente.
"lasciala stare, io starò sempre affianco a te."
era una bella cosa. lo baciai di nuovo, poi montammo sulla bici e andammo a casa di Bill.
"ehi r-ragazzi, tutto b-bene?"
"si, stanley?"
"è abbastanza distrutto, i g-genitori gli hanno d-detto che è una p-persona anormale, c-con dei gravi p-problemi al c-cervello. g-guarda il v-vuoto da una c-cinquantina di m-minuti"
"cazzo vado a parlarci."
Richie, da uomo quale egli è, ando da stan.
"stanley, stai bene?"
"no."
"ne vuoi parlare?"
"no"
"vuoi partire ancora?"
"si."
"va bene, tanto partiamo domani mattina presto"
"no"
"in che senso stan?"
"partiamo adesso"
"ma, aspettiamo Bev, Mike e Ben."
"appena arrivano, noi partiamo. non voglio più stare in questa cittadina di merda."
"e come darti torto. Forza. preparo la macchina"
Io aiutai Richie e Bill e a preparare il bagagliaio.
eravamo tanti e le valigie era una a testa.
Bev quando arrivò, aveva tutto infilato in un borsone piccolo.
aveva pochi vestiti, e l'intimo. un solo paio di scarpe.
"bene ragazzi, adesso che siamo al completo, vi do questi."
Erano 1.500€ a testa.
"rich, ma sei stupido? sono tantissimi!"
"ragazzi senza impegno. non vi ho detto dove stiamo andando"
"ma perché i soldi?"
"vi serviranno per comprarvi qualcosa di decente."
"okey, ma dove stiamo andando richie?"
"eds, stiamo andando in Nevada"
Il sorriso sui volti di tutti noi.
"uoo, andiamo in Nevada"
"precisamente a Las vegas"
"andremo a Las vegas???" dissi io sempre più incredulo.
"beh si. Forsa ragazzi, salite in macchina"
in un attimo le faccette di tutti noi divennero colme di gioia e sorridenti.
stan si mise vicino a bill nei posti dietro.
poi bev, ben e mike al centro e richie ed io davanti a tutto.
"bene ragazzi, appena usciamo da qui, mandiamo a fanculo questa città, ma non dimentichiamo chi abbiamo conosciuto, chi abbiamo amato e chi amiamo ancora"
detta da richie quella frase provocava i brividi.
usciti da derry passammo per il ponte dei baci, dove avevo scoperto tutta la verità su richie.
mi ricordai, come un flash, il primo giorno in cui lo vidi.
mi è bastato uno sguardo, un contatto con lui per rendermi conto di quanto fossimo diversi, ma allo stesso tempo, troppo uguali per non stare assieme.stanley pov
in passato, in quei pochi giorni, avrei detto di tutto riguardo richie.
ma dopo quello che aveva detto, dopo quello che in passato avevo visto, capi quanto dolore lo colmasse, quanto aveva sofferto per eddie in passato, percepivo il dolore di un adolescente innamorato perso del proprio migliore amico, ma che ora, avendolo tutto per se, voleva solo il meglio per lui.
Richie è complicato, e forse è proprio questo che fa impazzire Eddie.{<the end>}
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ᴛʜᴇ ᴄᴏɴᴛᴀᴄᴛ - ʀᴇᴅᴅɪᴇ
Hayran Kurgu{completa} riesco a percepire il dolore di un adolescente innamorato perso del proprio migliore amico. -stanley uris. [storia completa]