le memorie: estate terzo anno (parte due)

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31 luglio, 1993

Zia petunia: vai ad aprire la porta!

Harry fece come gli venne detto; dalla porta entrò una donna larga, ben in carne e paonazza. In una mano teneva una valigia, mentre nell'altra un cane di nome Squarta.

L: perché dovevi andare proprio tu alla porta! Non poteva aprirla Vernon, o Petunia!
J: ma Lily, cara, credo che tu abbia visto abbastanza per capire che tua sorella usa nostro figlio come un elfo domestico, e non lo tratta come un essere umano.
L: James, non dire queste cose!

Esclamò la moglie, sapeva che era vero però non voleva sentirlo, nè voleva che lo sentisse Harry.

H: ma ha ragione, credono che io sia inutile!

Esclamò Harry, non sapeva quanto fosse difficile per i suoi genitori vedere il loro unico figlio trattato così male; o meglio, immaginava che per loro due era abbastanza difficile, ma non si immaginava quanto. Nonostante ciò, non gli piaceva il fatto che negassero l'evidenza. Lui, Harry è sempre stato trattato così dagli zii, e per quanto a lui non facesse piacere, era un dato di fatto che non si può cambiare.
Lily abbracciò il figlio, voleva dire qualcosa come "non dire così Harry" oppure "questo non è vero, Harry, sono certa che tu e gli zii vi vogliate bene infondo" ma non ebbe il coraggio di dirlo, non sapeva come avrebbe reagito il figlio, quindi decise di stare in silenzio.

Harry era rimasto da solo nell'ingresso con la valigia di zia Murge. Zia Murge era passata davanti al ragazzo, senza nemmeno calcolarlo. Adesso Harry doveva portare da solo la valigia nella camera degli ospiti.

J: scommetto che ci hai impiegato più tempo possibile, così da restare da solo.
H: ma come...
J: come faccio a saperlo? Intuito probabilmente, o forse era la stessa cosa che facevo quando veniva mia zia.

Disse James ridendo, e poi riprese: anche se devo dire che io lo facevo solo per godermi gli ultimi istanti di silenzio, dove potevo restare in santa pace, senza che mia zia mi facesse tutte le domande possibili ed immaginabili.
L: erano domande dal genere: "James, caro, perché non ti pettini i capelli?" oppure "Jamie, perché hai sempre gli occhiali storti?"

Lily e Harry scoppiarono a ridere, mentre James assunse una faccia da finto offeso.

J: Evans, come ti permetti a dire queste cose su di me, io i capelli li pettino e poi li scompiglio, mentre i miei occhiali sono leggermente storti.
L: si, si, Potter, peccato che non inganni nessuno!

Esclamò, ridendo ancora di più. Harry non potè far altro che ridere, la scena era talmente divertente.

Intanto Harry era sceso in cucina, zia Murge aveva iniziato a tormentarlo, chiedono se al San Bruto usavano la frusta, e quante volte la usavano sul ragazzo.

L: MA CHE COSA! NON SOLO LE FANNO CREDERE CHE VAI LÀ, MA CHE TI FRUSTANO ANCHE! INOLTRE, LEI È CONTENTA, ANZI DICE CHE DOVREBBERO FARLO DI PIÙ!

A questo punto Lily era rossa di rabbia.

J: Lily calma, come ha detto tuo figlio, non lo hanno mai mandato a quel san Borto, o come si chima. È solo una menzogna che dicono per giustificare l'assenza di Harry.

Disse, con un braccio attorno alla vita moglie. Queste parole le disse cercando di essere il più calmo possibile, anche se la sua faccia esprimeva tutt'altro.

3 agosto, 1993

Erano nella cucina di Privet Drive numero 4.

J: ancora qui? Ma questa estate, non potevi andare dai Weasly?
L: ma James, non si può auto-invitare a casa delle persone!

Il Ritrovamento Della Famiglia PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora