Fall Into Your Arms

7K 349 15
                                    

Mi muovo per trovare una posizione più comoda, ma complico solamente le cose.
Il cuscino è più duro e ruvido del previsto.

In uno stato di semi-coscienza, apro gli occhi e vedo i titoli di coda scorrere alla tv, mentre la sala viene illuminata da un tenue bagliore bianco.

Ricordo di essermi appoggiata al petto di Luke per riposare, ma mi sono mossa un bel po' per ritrovarmi sulle sue gambe.

Giro la testa e noto che il ragazzo ha la testa appoggiata alla spalliera del divano e dorme serenamente.
La stanchezza si è impossessata anche di lui.
Mi fa tenerezza guardare quanto è indifeso in questo momento, è la copia cresciuta del bambino della fotografia in camera sua. Mi verrebbe voglia di pizzicargli le guance e far scontrare i nostri nasi.

Ma che pensieri mi vengono?

Con delicatezza mi alzo dalle sue ginocchia e ricevo qualche mugugno di disapprovazione.
Spengo il televisore e porto le tazze, vuote da molto tempo, in cucina per risciacquarle e metterle al loro posto nella credenza.

Guardo l'orologio e in contemporanea il mio stomaco brontola.
È ora di cena e non tocco cibo da quando ho preparato qualche panino per Luke e i suoi amici.
Così decido di preparare un'insalata con mele verdi, noci e scaglie di formaggio e prendo qualche fettina di petto di pollo per farle rosolare con un po' di vino bianco.
È un pasto leggero e spero che vada bene a Luke.

Dei lamenti provengono dal soggiorno e, quando sento il mio nome, abbandono coltello e mela sul piano e vado nell'altra stanza.

Luke si sta agitando nel sonno e mormora numerose volte "no, non andare via" oppure "non puoi lasciarmi" pronunciando alcune volte il mio nome.
Il suo viso è deformato da smorfie di dolore e la sua fronte è imperlata da goccioline di sudore.

Mi avvicino cautamente al divano e gli tocco la spalla con una mano.
Niente da fare. Non l'ho mosso di un millimetro.
"Luke svegliati", sussurro dolcemente dandogli un'altra spinta leggera.

Continua a parlare e a muoversi al che, spazientita, alzo la voce e lo spingo con un po' più di forza.
Finalmente si sveglia e si guarda in giro smarrito prima di focalizzare l'attenzione su di me e sgranare gli occhi.

"Tranquillo, era solo un brutto sogno"
Asciugo il sudore che gli imperla la fronte e mi ritrovo stretta in un abbraccio quasi urgente, che mostra il fondamento dei miei sospetti: Luke ha sognato qualcosa di brutto e io sono stata la protagonista della vicenda.

Lo stringo a mia volta per confortarlo e gli sussurro che va tutto bene, che sono insieme a lui e non vado da nessuna parte.

Dopo qualche minuto si stacca e deglutisce a fatica.
"Micol, senti io-"
Poggio un dito sulle sue labbra per non farlo andare avanti.
"Non sei obbligato a fornirmi una spiegazione, se non te la senti. Non è successo nulla di grave, mi sono solo preoccupata perché ti agitavi e mormoravi cose sconclusionate. Tutto qui."
"Grazie", mormora guardandomi negli occhi.
"Figurati. Ora vieni in cucina, è quasi pronta la cena"
"Posso fidarmi o hai messo qualche lassativo così da mettermi fuori gioco per un po'?"
"Giuro che ho usato solo un pizzico di sonnifero e qualche goccia di veleno. Nulla di impegnativo comunque"

Ride e la situazione ritorna normale, come sempre.
Non ci sono più le ombre di un brutto sogno.

----------------------------------------------

"Questo pollo è buonissimo"
"Grazie. Ti ha mi detto nessuno che fai venire ribrezzo mentre mangi?"
Gli passo l'ennesimo fazzoletto per fargli pulire la bocca.
È peggio di un poppante che deve essere imboccato e si muove, rendendo vana la fatica della madre.

Flaws || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora