Weapon

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Quando ho detto ad Aaron 'a presto', pensavo sarebbero passati alcuni giorni.
Si sa che i ragazzi hanno un modo tutto loro di ragionare.

Non mi aspettavo assolutamente di ritrovarmelo davanti il lunedì successivo a lezione di storia.

È possibile che non mi sia accorta di lui fino ad ora?
Che avevo in mente, segatura?

È inutile dire che appena l'ho visto, ho cercato di ritornare in corridoio, ma il professore Manson, un simpatico cinquantenne dai capelli brizzolati e l'aria di uno che ha scoperto un elisir per svegliarsi in modo piacevole la mattina o, semplicemente, ha una buona moglie, mi ha gentilmente spinta al mio posto, due file più avanti rispetto ad Aaron.

La lezione è passata tra la frequente sensazione di essere osservata -per poi scoprire che era tutto frutto della mia mente- e appunti sconclusionati che dipingono Colombo come un bellimbusto dagli occhi scuri e labbra rosse e piene, come un bocciolo di rosa.

Sono un caso perso.

Mentre la maggior parte dei ragazzi si precipita dall'aula per la pausa pranzo, Aaron mi si avvicina e mi saluta con un bacio sulla guancia.

Riesco per miracolo ad impedire che il mio libro cada a terra e gli chiedo come va, in assenza di idee migliori.
"Bene, questa volta non corro il rischio che la mia maglietta venga macchiata"
Faccio una smorfia al ricordo non troppo piacevole.
"È perduta per sempre?"
"Non mi piaceva molto. Era anche ora che la cambiassi" sorride e mi sciolgo come neve al sole.

Ci muoviamo per i corridoi affollati e ci dirigiamo ai nostri armadietti, poco distanti l'uno dall'altro, conversando su sciocchezze come il tempo e il prof di storia.

Luke compare dal nulla e mi si affianca, squadrando dalla testa ai piedi il ragazzo dagli occhi color cioccolato.
Ci mancava solo la sua mania di possesso.

Dato che l'aria è diventata ad un tratto pesante, presento i ragazzi e cammino velocemente per raggiungere il mio armadietto.
Entrambi mi seguono lanciandosi occhiate di fuoco.

Come un cane fa la pipì ovunque per marcare il suo territorio, così Luke mi stringe il fianco e mi da un bacio sulla guancia.
Poi mi ricorda di raggiungerlo al tavolo e se ne va.

"È il tuo ragazzo?", chiede Aaron con Luke fuori portata.
"No, cioè sì. È difficile da spiegare", dico con tono stanco e chiudo l'anta con più forza del necessario.

Il ragazzo prende la saggia decisione di non fare altre domande su me e Luke e passa ad argomenti neutrali, mentre andiamo in mensa.

So che dovrei almeno far finta di chiedergli di sedersi con me al tavolo di Hemmings e dei suoi amici, ma non voglio essere al centro di due fuochi, e ringrazio il cielo quando Aaron indica il tavolo in cui si siede di solito.

Numerose ragazze di bell'aspetto lo salutano e gli fanno segno di avvicinarsi, così mi saluta e si allontana con passo sicuro, incurante degli sguardi che molte gli rivolgono.

Il mio umore non fa altro che peggiorare guardando quelle ragazze che se lo contendono e striscio i piedi fino al tavolo, dove mi aspetta una bella chiacchierata con il mio 'ragazzo'.

Vedremo se continuerà ad affermare il suo possesso su di me.

* * * * * * *

Per la prima volta da quando ho scambiato due chiacchiere non molto piacevoli con Amy, riesco a vedere Ashton da solo davanti al suo armadietto.

Mi faccio forza, sicura che la ragazza è nei paraggi, e gli vado vicino per chiedergli di parlare.

Non é scocciato o scontroso come mi aspettavo, sembra contento di vedermi dopo così tanto tempo.

Flaws || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora