1. RadioLuna.

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Novembre.

La casa è silenziosa, come ormai da settimane. Entro cercando di non svegliare Bea, che sicuramente dorme già, o almeno fa finta. Poso le chiavi e dopo aver recuperato le cuffiette dalla tasca del cappotto me le infilo, apro distrattamente Spotify, mettendo su una delle mie playlist, senza davvero capire quale, e mi inoltro così nel buio del mio appartamento.

Erano settimane che quel luogo mi stava stretto, avevo come la sensazione di dover affrontare un cambiamento, ma allo stesso tempo lo stare lì, nel buio con la musica e la luce soffusa della tv, mi dava la sensazione di casa.

Erano settimane che io e Beatrice cercavamo di non vederci, per così dire, avevamo deciso di non condividere gli spazi, di vederci solo se strettamente necessario. Aveva bisogno di tempo e anche io, solo che quella situazione non giovava a nessuno dei due.

Il telefono si illumina, Cesare è arrivato a casa, sorrido pensando a come sembriamo già una coppia spostata, eppure ancora non so cosa siamo di preciso. Noto cosi che si sono già fatte le 21 e senza pensarci troppo prendo dal congelatore una delle mie pizze preferite e dopo averla buttata nel forno, decido che era ora di farsi una doccia per eliminare del tutto la giornata appena passata.

Busso piano alla porta, nessuno rispose, il bagno è libero. Chiudo la porta dietro di me e dopo aver aperto l'acqua mi ci butto sotto senza aspettare che questa si faccia calda.

Il timer del forno mi ricorda di dover mangiare, ormai lui è il mio fidato orologio vitale, mi affido più a lui che a me stesso. Tolgo la pizza, mi siedo sul divano ed accendo la tv, anche se in realtà non mi va di vedere nulla. Il telefono si illumina di nuovo, ma questa volta non è Cesare, per un momento penso possa essere Bea che mi chiedeva qualcosa, come fa ormai da settimane, ma invece è solo il promemoria che mi ricordava di accedere a RadioLuna.

Guardo distrattamente l'ora, sono già le 22, di questo passo avrò perso la cognizione del tempo prima di perdere definitivamente la ragione. Mi rimetto di nuovo le cuffie, non mi va di condividere anche questo con la casa, e dopo aver smanettato un po' finalmente riesco a sentire la sua voce.

"Bentornati e bentornate su RadioLuna, io sono la vostra Selene e per due ore sarò io ad ascoltare voi. Qui su RadioLuna chiacchieriamo insieme, ascoltiamo musica insieme, ci scambiamo pensieri e parole e riempiamo un po' i silenzi. E perché non iniziare con un nuovo pezzo? Questi sono LowLow e Gaia con Noi siamo niente!"

La sua voce mi inonda le cuffie e mentre addento la mia pizza mi tiene compagnia, mi fa ridere e forse anche un po' sognare. So così poco di lei, ma in quelle settimane sembrava che ogni volta che la ascolto lei stia parlando con me, di me, per me, come se davvero mi conoscesse. Porta sul web una cosa che io avevo sempre sognato di fare e mai mi ero deciso ad intraprendere, quel sogno nel cassetto che sarebbe stato tale fino alla fine.

Le due ore passano più velocemente del previsto e prima di staccare definitivamente da tutto e tutti, carico un po' di storie su Instagram, leggo un paio di direct e vedo un paio di quei video fan made stupidi e splenditi che mi raffiguravano come qualcosa che forse non sono. Dopo aver dato la buonanotte a Cesare e scritto sul gruppo Telegram degli abbonati butto sul letto il telefono, abbandonandolo a sé stesso, mi siedo in modo scomposto sulla sedia della scrivania e accendo il computer, quella notte sarebbe andata così: MMO e tristezza.

La mattina mi sveglio peggio di come mi sono addormentato, ma in realtà non ricordo nemmeno il momento in cui la mia testa ha toccato il cuscino.
Guardo la sveglia, sono le 7:30, penso di dormire ancora, ma il mio cervello, in questo momento, è più sveglio che mai. Stropiccio gli occhi, girando vero la finestra che ho lasciato accidentalmente aperta e mi maledico mentalmente. Quando mi alzo il caffè è già pronto sul tavolo, le vecchie abitudini sono lente a morire.

riptide || celsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora