MarzoSono due settimane che non ho sue notizie, non visualizza i messaggi, ignora le mie chiamate, e lo capisco farei lo stesso, però fa male.
Due settimane che fisso quella conversazione, gruppo space valley, lui che dice che vuole prendersi del tempo per sé stesso, per pensare, riflettere, senza dare spiegazioni, poi quel dannato "Nelson ha abbandonato" piantato lì, nero su bianco, fermo immobile.
Due settimane che non faccio altro che stare a letto, a fissare le pareti, ad ascoltare musica, ad ascoltare Selene. Ed ora capisco, ora posso comprendere perché per lui una semplice ragazza che parla da chissà dove, chiusa magari nella sua camera, è così importante.
Sono due venerdì che la ascolto, da solo, nel buio del mio appartamento, lei che parla, ascolta storie, argomenti a caso, mettendo sempre però la canzone giusta al momento giusto.
Vorrei chiedere a lei, chiederle come si fa a superare tutto questo, come posso farlo senza di lui, lui che per me è come aria. Questo pensiero mi vacilla nel cervello da tempo, anche se parlarne con i ragazzi mi ha fatto bene, anche se il loro supporto è stato fondamentale, sembra sempre che tutto ciò che dicono sia inutile.
Oggi è venerdì, e forse questa volta avrò il coraggio di parlare, forse anche lui mi ascolterà, forse cosi potrò condividere con lui qualcosa.
22:00 come un orologio svizzero, Selene è qui, felice, che annuncia l'inizio di RadioLuna, che ricorda gli appuntamenti, le modalità per la prenotazione, le chiamate, che saluta noi ascoltatori, risponde ad alcune domande che piano scorrono in chat. Metto le cuffiette, compongo il numero, sono il numero tre, tre persone che parleranno prima di me.
Passo il tempo a fissare il telefono, non ascolto nemmeno cosa sta dicendo, ho l'ansia, sono agitato, spero forse che lui sia qui, in questa fredda sera ad ascoltarla.
Il telefono fa un rumore strano, come se si fosse collegato a qualcosa, nelle cuffiette la voce di Selene che mi saluta. Rimango in silenzio, ha già parlato con gli altri? Quando?
"Ciao, forse hai paura di parlare con me? Se hai ascoltato le mie dirette sai che non mordo, anzi" dice piano, la voce calma, dolce, che mi rassicura.
‹‹In realtà non mi aspettavo fosse già il mio turno›› rispondo piano, schiarendomi la voce ‹‹sono Cesare››
"Ciao Cesare, di cosa volevi parlare?"
‹‹Di relazioni›› dico, generico, aspetto che lei mi dica che posso parlare, quando mi cede la parola inizio a parlare a raffica ‹‹più che altro della fine di una relazione, beh più che una fine è stato tutto un fraintendimento che si è concluso con questo, io a casa mia che mi dispero, lui a casa chiuso in sé stesso. Sai non avevo mai seguito le tue dirette fin quando lui non mi ha presentato te, e non so perché ma per lui eri importante ed ora forse capisco il motivo›› faccio una piccola pausa ‹‹non so come posso risolvere la situazione, come posso far tornare tutto come prima, poter stare di nuovo insieme a lui, perché sai forse lui è l'uomo della mia vita, forse un giorno gli chiederò di sposarmi›› finisco per dire, il silenzio cala e mi ricordo di aver detto di essere gay, in una radio, che magari è ascoltata da persone che assoceranno la mia voce al nome, mi maledico ma ormai è troppo tardi.
"Sai l'amore è una cosa complicata, non è un semplice cerchio, non si può chiudere, dandogli cosi una forma. L'amore è un casino, pieno di sfaccettature che non conosceremo mai, pieno di colori inaspettati, situazioni brutte, cose belle, è un fiore, un infinito che coincide con te e con milioni di altre persone. So cosa significa amare qualcuno cosi tanto, so cosa stai provando. Non arrenderti, non mollare, insisti e se è davvero l'uomo giusto per te, allora alla fine di questo viaggio lo saprai sul serio, saprai tutto ciò che c'è da sapere e sarai certo che tutto questo schifo, il tuo stare male, sarà valso a qualcosa" finisce per dire piano, assimilo le parole, confuse come le mie, ma che hanno senso più di quanto io possa immaginare.
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riptide || celson
FanfictionNelson ha sempre creduto che la sua vita fosse guidata dal destino ma allo stesso tempo non credeva affatto in quello che tutti chiamano "destino". Aveva sempre saputo nel profondo che qualcosa non andava, che qualcosa lo tratteneva con i piedi a te...