Ottobre.Mi sveglio con la testa che mi scoppia, apro piano gli occhi, il buio della stanza mi avvolge, la poca luce che riesco a percepire proviene da quella minuscola fessura sotto la porta. Guardo l'orologio senza davvero capire che ora sono, dall'altra parte della sottile porta una moltitudine di voci mi fanno stare ancora più male. Mi alzo piano, la testa che mi gira. Ricordo molto poco della sera prima, ricordo piccoli frammenti, piccole cose che come flash mi rimbalzano in testa.
Apro piano la porta, sono ancora vestito come ieri sera, la camicia ormai tutta stropicciata, i pantaloni da lavare.
Entro in sala, la vedo intenda a guardare qualcosa alla tv, mentre piano si gira verso di me. Forse mi saluta ma non riesco a connettere. Mi avvicino a tentoni verso il frigo, prendo la bottiglia d'acqua e inizio a bere senza fermarmi fin quando l'acqua finisce.
Non sapevo nemmeno ne avessi cosi bisogno.
‹‹Lorenzo ti ha cercato›› dice piano, come se fosse naturale ‹‹in realtà non sapevo nemmeno fosse lui, non l'hai salvato in rubrica›› continua fissandomi con apprensione, mi dirigo verso la poltrona, ancora in mano la bottiglia, anche se ormai è vuota, sprofondo mentre lei continua a parlare ‹‹mi ha chiesto come stavi, gli ho detto che non lo so, perché alla fine sono mesi che non so come stai››
‹‹In questo momento non sto›› dico piano, la voce ancora impastata dal sonno.
‹‹Mi ha chiesto se ci fossimo rimessi insieme›› dice piano, fissando la tv davanti a lei ‹‹mi ha detto che l'hai mollato›› Rido pensando a come tutta questa conversazione sia irreale, lei la mia ex che parla con il mio ex ‹‹mi ha chiesto anche del perché io sia ancora qui››
‹‹Che hai risposto›› dico sorseggiando ancora quell'acqua che però non esiste.
‹‹Che questa è ancora casa mia e che la mia roba è ancora qua›› sbotta, e ha ragione, ha sempre avuto ragione, alla fine questa casa contiene anche le sue cose, contiene un po' quello che siamo stati, quello che è lei, quello che sono io.
‹‹Hai ragione›› dico piano guardandola come lei sta facendo con me ‹‹anche se convivere con te è strano›› dico sorridendo un pò e anche lei mi sorride, sembra quasi tutto normale.
‹‹Perché l'hai lasciato?››
‹‹Credevo fosse quello giusto, non lo so- è tutto troppo nuovo, non mi andava di stare più con lui››
‹‹Il vero motivo›› mi chiede, alla fine mi conosce meglio di me.
‹‹Credo mi piaccia un'altra persona›› dico piano ‹‹forse è la persona che davvero mi ha fatto capire ciò che sono- non avevo voglia di ferire qualcun altro, come ho fatto con te›› dico piano alzando poco gli occhi, sorridendo a pena.
‹‹Ti scoccia avermi qui?››
‹‹Non lo so›› dico sincero, questa è la prima conversazione seria che ho con lei da agosto, non ho voglia di mentirle ancora.
‹‹Anche a me›› dice per poi alzarsi ‹‹puzzi di alcool, fatti una doccia›› dice arruffandomi i capelli ‹‹io vado da un'amica, pranzo fuori›› e sembra tornato tutto come una volta, anche se non lo è.
La vedo uscire di casa, chiedere la porta e la voglia di lasciarmi morire sul divano prende il sopravvento. Rivedo la scena di me e lui, a ripetizione nella mia testa. Lorenzo che urla, io che faccio lo stesso, di me che me ne vado, lasciandolo lì.
Il telefono si illumina, un messaggio da un numero che conosco a memoria, lo cancello senza leggerlo. Non ho voglia, non voglio sapere, voglio dimenticare. Apro Spotify, metto su un daily mix a caso, le canzoni iniziano a scorrere e con esse l'acqua che piano cerca di togliere quei pensieri dalla mia testa senza riuscirci.
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riptide || celson
FanfictionNelson ha sempre creduto che la sua vita fosse guidata dal destino ma allo stesso tempo non credeva affatto in quello che tutti chiamano "destino". Aveva sempre saputo nel profondo che qualcosa non andava, che qualcosa lo tratteneva con i piedi a te...