10. Divano per due.

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Fine febbraio.

Tolgo le cuffie, apro il piccolo taccuino che ultimamente porto sempre dietro, inizio a scrivere un po' dei miei pensieri, nemmeno stessi scrivendo un libro. Lo chiudo subito dopo vedendolo tornare in sala. Si siede sulla poltrona, mi guarda per un po' poi torna a mangiare il suo gelato, mentre alla televisione passa la pubblicità prima del nuovo video di Sabaku.

‹‹Sai che non lo finirai mai?›› dico dopo un po', siamo a metà del game-play e sono già le nove e mezza passate.

‹‹In che senso›› chiede posando per un momento gli occhi su di me.

‹‹Sono quasi le dieci›› dico alzandomi dal divano per ripulire la cena che abbiamo mangiato guardando la tv.

‹‹Posso sempre finirla dopo››

‹‹Come puoi dividerti tra i tuoi due grandi amori›› dico sorridendo un po', alle volte però mi sento così insicuro, che penso davvero lui possa lasciarmi perché non sono come loro.

‹‹Questa cosa che ora il venerdì sei a casa mi piace›› dice avvicinandosi piano a me, mentre cerco di pulire i piatti per poi lavarli.

‹‹Davvero? E io che pensavo di desse fastidio››

‹‹No, mi piace ascoltare Selene con te›› dice per poi aprire l'acqua ‹‹dai, ti aiuto›› dice per poi prendere il piatto dalla mia mano. Lo guardo strano, non ha mai voluto lavare i piatti.

‹‹Sicuro vada tutto bene?››

‹‹Si›› dice e lo fisso più intensamente ‹‹davvero›› ride per poi iniziare a lavare i piatti.

È passata un'ora, un'ora intera in cui non abbiamo fatto altro che fissare il soffitto, poi stranamente si è addormentato, mentre lei parlava, mentre le canzoni andavano ed ora, eccomi qui, seduto sul suo letto, con RadioLuna nelle cuffiette che fisso il suo riflesso nello specchio. Dorme beatamente mentre in me si scompigliano mille emozioni. Riprendo in mano il taccuino, rileggo le ultime cose che ho scritto, quella piccola dichiarazione di amore che non riesco proprio dire a voce. Il telefono inizia a vibrare, distogliendomi dai miei pensieri, Luigi, rispondo senza parlare per poi abbandonare la sua camera e sedermi sul divano.

‹‹Non sei a casa›› dice prima che io possa salutarlo o dire qualcos'altro.

‹‹Sono da Nelson›› dico, abbassando la voce.

‹‹Dorme eh?›› Chiede e io mugolo un mezzo si, lo dico anche con la testa come se mi vedesse.

‹‹Cosa volevi?›› chiedo scocciato.

‹‹Pensavo di trovarti a lavoro, ma hai cambiato turni, così ero venuto a casa tua ma non ci sei, non avevo pensato al fatto che ora sei sposato›› lo sento ridere.

‹‹Che battute geniali›› dico ‹‹quindi?››

‹‹Ti va di andare a bere? A fare qualcosa con i regaz? Non ti vediamo da una vita››

‹‹Non so›› non ho voglia di lasciarlo solo.

‹‹Sei diventato vecchio? Ti ricordo che abbiamo solo 25 anni eh›› sbotta.

Quell'affermazione mi colpisce nell'orgoglio, come se il voler stare a casa con lui non andasse bene ‹‹Dammi dieci minuti›› così accetto senza nemmeno pensarci.

Rientro in camera, non so se svegliarlo, nel dubbio mi preparo, prendo qualcosa dal suo armadio anche se non è proprio il mio genere, trovo però qualcosa che può andare, gli lascio un biglietto e gli scrivo un messaggio che poi invio. Gli lascio un bacio tra i capelli, lo osservo per un momento e poi sparisco.

riptide || celsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora