6. Due parole, cinque lettere.

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Fine Novembre.

‹‹Quando potrò ascoltarla anche io›› le parole di Cesare mi distolgono dal discorso che Selene sta affrontando, alzo lo sguardo notando che davanti a me sta sbandierando un sacchettino bianco. Alzo di più lo sguardo incastonando i miei occhi nei suoi e gli sorrido.

Sono ore che sono steso su questo divano, credo di averci lasciato l'anima. Il computer sulle gambe e il vlog del giorno prima che sto montando, Selene che mi fa compagnia, l'ho addirittura trovata su Instagram, la cosa mi ha sorpreso, la vedevo come una persona molto poco social, anche se alla fine RadioLuna è quasi come un social.

Un peso mi si posiziona sulla pancia, riportandomi alla normalità, e immediatamente abbasso lo sguardo riconoscendo la morbidezza di tutto quel pelo.

‹‹Cosa ci fai tu qui?›› dico accarezzando la testa di Chewbe ‹‹ma sai che sei davvero morbido›› continuo vedendo la figura di Cesare allontanarsi per poi sparire dietro l'angolo. Solo allora decido di mettere in pausa Selene e alzarmi.

Sono le 23 e in quella serata più che in tutte le volte in cui l'ho ascoltata ha deciso di parlare, di confidarsi, di esprimere i suoi pensieri su un tema che in questo momento mi colpisce: l'amore. Sembra quasi stia parlando di qualcuno a lei caro, ma senza dare spiegazioni, parla liberamente lasciando scivolare le sue parole nelle anime di chi la sta ascoltando.

Tolgo le cuffie, appoggiandole distrattamente sul tavolino di fianco al divano per poi giocare ancora un po' con Chewbe.

‹‹Quindi›› sento dire ‹‹quando potrò conoscere questa misteriosa ragazza?››

‹‹Quando sarai a casa per le 22›› dico ridendo, sapendo che questa cosa non capiterà molto spesso. Lo vedo appoggiarsi al bancone della cucina, mi sventola ancora il sacchettino di prima e quasi catturato da quello corro e lo rubo prima di sapere cosa ci sia dentro.

‹‹Non dovevi›› dico tirando fuori dal sacchetto il mio dolce preferito ‹‹anche se amo il fatto che il tuo lavoro sia praticamente di fianco ad una pasticceria››.

‹‹Lo so›› ride passandomi una mano nei capelli nell'esatto momento in cui addento il dolce.

‹‹Non guardarmi così, sai che non posso dartene un pezzo›› dico allontanandomi il più possibile da Chewbe ‹‹quindi cosa ci fa questa piccola palla di pelo qui?››

‹‹Ho deciso che per un paio di giorni lo tengo io›› sento urlare dal bagno, l'acqua che scorre, per poi fermarsi all'improvviso. Lo vedo uscire con indosso solo i pantaloni ‹‹sei sempre solo quando non siamo in studio, quindi ho pensato che ti avrebbe fatto piacere averlo qui con noi››

‹‹Con noi?››

‹‹Sei qua h ventiquattro›› dice dirigendosi verso la camera da letto.

‹‹Sei tu quello che mi ha chiesto di stare qua, quello che mi ha dato le chiavi di casa così da poter stare insieme›› dico buttando la carta nel bidone e sentendo Chewbe annusarmi e leccarmi le briciole che mi sono fatto cadere addosso.

‹‹Com'è andata›› chiedo vedendolo steso sul letto con le mani sugli occhi.

‹‹Meglio di ieri, ma sicuramente peggio di domani›› ride alzando leggermente lo sguardo su di me ‹‹però questo conclude bene la serata››

Mi posiziono al suo fianco, posandogli un leggero bacio sulla fronte.

‹‹Noto che ti sei messo comodo›› dice indicando i vestiti che indosso. Divento improvvisamente rosso, mi ero dimenticato di essermi appropriato dei suoi vestiti appena avevo messo piede nel monolocale.

riptide || celsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora