11. Buio.

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Per una migliore esperienza raccomando di ascoltare la vostra canzone triste, quella che ascoltate sempre quando siete tristi, quella che anche se vi fa male vi fa stare bene.

La mia da un pò è "La nostra ultima canzone" di Motta, se vi va potete ascoltare questa.

Buon ascolto e buona lettura.








Fine marzo.

Un mese è passato, un fottuto mese da quando Cesare mi ha abbandonato in questa casa da solo, con i miei pensieri, con le paranoie, con me stesso e nessun'altro.

Un mese che non vedo nessuno, che non parlo con nessuno, che sono chiuso nella mia bolla a cui manca davvero poco per scoppiare.

Un mese che Space Valley ha smesso di pubblicare contenuti. Un mese in cui l'unico suono che si può sentire in quel canale è il silenzio. Mai era successo di prendersi una pausa, nel mezzo dell'anno, nel mezzo del nulla. Eppure, eccola qui, una pausa che va avanti da più di venti giorni, che continuerà forse per sempre.

Un mese che l'unica faccia umana che vedo è quella del corriere, del tipo dell'asporto che ormai conosco come le mie tasche, di Beatrice che mi porta la spesa.

Un mese che non ho più nulla sul telefono, nessun social, nessun gioco, nessuna foto, il nulla, solo Spotify.

Un mese che sento la mia voce cantare quella dannata canzone, un mese che in loop sento solo la sua playlist, "sorridi, tesoro." quella creata per non so chi, che mi fa piangere invece che sorridere.

‹‹Non puoi andare avanti così›› la sua voce inizia a parlare ancora prima che io apra la porta ‹‹datti una sistemata, esci, vedi il mondo, Dio, nemmeno io ci sono stata così male per te›› entra posa le buste sul tavolo, inizia ad aprire le tapparelle, le finestre, a far entrare l'aria fresca della sera.

‹‹Puoi andare›› dico, freddo come tutte le volte che viene a casa, iniziando a sistemare la spesa.

‹‹No Nelson, no e che cazzo›› sbotta, si siede e mi fissa ‹‹cosa vuoi fare della tua vita? Continuare ad essere depresso?››

‹‹Il piano era quello›› dico aprendo il frigo, riponendo le birre ‹‹almeno questa volta mi hai portato dell'alcool››

‹‹Mi hai rotto il cazzo per una settimana››

‹‹Grazie›› dico piano, soffocandolo nel freddo del frigo.

La porta della stanza si apre, il suo contenuto ben nascosto esce, mi volto di scatto, Bea lo sta fissando come lo fisso io ‹‹ora dovresti proprio andare›› dico freddo, lui si avvicina, io mi scanso ‹‹fai come se questo non fosse accaduto›› dico sorridendo un po', lui recupera le sue cose e se ne va.

‹‹Non lo voglio sapere›› sbotta prima che io possa dire qualcosa ‹‹ma datti una calmata, questo non sei tu›› fa una pausa, si avvicina a me, mette una mano sulla mia spalla ‹‹come stai soffrendo tu, sta soffrendo anche lui›› finisce per dire abbracciandomi ‹‹ah, smettila di scopare gente a caso, lo dico per il tuo bene›› dice alla fine lasciandomi un bacio sulla guancia.

Continuo a sistemare le ultime cose che mi ha portato, tiro fuori una birra, chiudo di nuovo tutto, ormai il buio è l'unica cosa che riesco a sopportare. Stappo la birra, la poso il tavolino, riprendo il telefono, apro Tinder, questa sera ho bisogno di compagnia.

Le mani che si cercano, la voglia di togliere da mezzo quegli inutili vestiti, i baci. Mi faccio prendere dall'eccitazione, perdo il controllo come nelle ultime settimane, faccio tutto quello che non mi va di fare, tutto pur di sentire qualcosa, pur di sentirmi bene. Mi toglie i vestiti, faccio lo stesso, mi sorride ma non è la stessa cosa. Soffoco la voglia di piangere, mi lascio andare al piacere, anche se non è lo stesso, anche se in ogni istante un po' di me muore.

riptide || celsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora