Ha accettato l'invito a cena talmente in fretta che se ne è quasi vergognato e un istante dopo aver detto sì ha abbozzato un paio di tentativi di negarsi, poco convinti, che per fortuna non sono stati presi in considerazione.
“Allora, almeno, permettetemi di pensare al vino” si è difeso, offrendosi di mandare gli uomini della scorta a recuperare qualcosa di adatto. “Cosa potrebbe andare bene? Rosso? Bianco?” Anna gli ha risposto con un sorriso, “È la serata Piemonte, e il vino arriva direttamente dall'azienda di famiglia. Non si preoccupi."
Così si è limitato a telefonare chiedendo che gli venisse portata la sua auto personale e si è liberato della giacca, proponendosi per dare una mano ad apparecchiare.
Lo fa con perizia, aiutato da Carlotta che gli mostra dove trovare stoviglie e posate.
Ha il cuore leggero, come non gli succedeva da tempo: quanto è passato da quando si è allentato la cravatta e sbottonato il colletto della camicia per destreggiarsi con piatti fondi e piani, forchette e tovaglioli?
Quanto tempo è passato da quando ha apparecchiato per qualcuno oltre a sé stesso? Quante cene ha consumato da solo, nel silenzio del suo appartamento o del suo ufficio a Palazzo Chigi?
Troppe, decisamente.
Se lo ripete anche ora, mentre posa la forchettina da dolce dopo aver ingoiato l'ultimo pezzetto di torta.
Si ripete che è certo di aver fatto bene a rimanere, anche a costo di essere sembrato invadente: è stata la migliore serata degli ultimi anni.
Hanno parlato fitto per tutta la cena.
Lui ha raccontato aneddoti inediti della sua vita da Presidente del Consiglio, facendo apparire i grandi della Terra tremendamente normali, a volte persino divertenti, malgrado le loro cariche altisonanti, poi ha parlato di suo figlio, della sua decisione di studiare negli Stati Uniti, di quanto gli manchi … ha parlato tanto e ha ascoltato, col cuore leggero, i suoi ospiti illustrargli la loro vita di ogni giorno, le difficoltà ad ambientarsi dopo il trasferimento, le nuove amicizie, i progetti: la laurea vicina per Riccardo, il piano di studi di Massimo, le gare nazionali di pattinaggio a rotelle da conquistare per Carlotta, che ha insistito per mostrargli il video della sua ultima fatica, suscitando sbuffi e benevoli rimbrotti da parte dei fratelli.
Gli manca già così tanto la magia di quella insolita serata che sarebbe disposto quasi a strozzarsi per far posto ad un'altra fetta di dolce, pur di protrarla ancora di qualche minuto.
Ma i ragazzi stanno sparecchiando e Anna, le guance appena arrossate dal vino, gli sta offrendo di consumare il caffè in soggiorno, davanti al terrazzo da cui entra una brezza leggera.
È così bella, con i capelli un po’ in disordine e gli occhi accesi, la lampo della tuta aperta a lasciare libero quel collo bianco come burro che il pensiero di averla vicina, su quel grande divano, con addosso quell'incredibile sentore di vaniglia che emana dalla sua pelle lo elettrizza come un ragazzino al primo appuntamento.L'ultima occhiata che le ha rivolto -lei era abbassata a recuperare le capsule nel cassettone della cucina e non si è resa conto di nulla- lo ha decisamente scombussolato e per evitare di incorrere in incidenti di percorso troppo evidenti decide di avvicinarsi alla finestra, da cui filtra un refolo d'aria fresca che, spera, servirà a schiarirgli i pensieri e a calmargli i bollenti spiriti.
Nel tragitto, complice la poca luce -la zona soggiorno è illuminata da un'unica piantana che regala una morbida luce dorata- per poco non inciampa in un bel tavolino antico, accostato al muro, che contrasta meravigliosamente con tutto il resto dell'arredamento molto moderno. Deve essere un vezzo di Anna, quell'accostamento di stili: anche i ritratti che vi sono posati sopra creano una piacevole alternanza, con le loro cornici così differenti, per foggia e colore.Si prende qualche istante per osservarli, mentre lei sta ancora armeggiando con la macchinetta per il caffè.
Sono foto che immortalano momenti importanti: una Anna giovanissima, appoggiata al cuscino di un letto d’ospedale, con in braccio un neonato, il viso raggiante ma segnato di stanchezza, un'altra al mare con un meraviglioso pancione, e poi battesimi, primi giorni di scuola, Prime Comunioni…lo stesso genere di foto che ha anche lui, chiuse al buio nel suo appartamento troppo vuoto, in cui non torna da troppo tempo.
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CIÒ CHE CONTA DAVVERO
FanfictionLa nostra vita è fatta di momenti. Alcuni ci scorrono addosso senza lasciare tracce, altri invece sono destinati ad essere il punto di partenza di eventi che non saremo in grado di controllare e rimangono impressi nella nostra mente e nel nostro cuo...