Capitolo 8 - Angeli custodi

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"Si può sapere quanto ci metti a visualizzare??"

La voce di Claudia, nel telefono è talmente forte che ho la sensazione la sentano anche tutti quelli che condividono con me il vagone della metropolitana.
Siamo amiche da tempo immemorabile, e ci sono state tante occasioni in cui si è dimostrata addirittura ben più che una sorella, ma il suo modo di urlare, specie al telefono, proprio non lo sopporto.
Oggi oltretutto mi sono alzata con un mal di testa martellante, e un livello di ansia spaventoso, praticamente da attacco di panico, quindi il fastidio è decuplicato.
"Cosa dovrei visualizzare, scusa? Ah...Ciao, sì sto bene, grazie per avermelo domandato."

"Non perdere tempo con queste stronzate, e visualizza...poi ci risentiamo"

Aggancia senza lasciarmi il tempo di replicare, altra sua pessima abitudine, quindi non posso fare altro che aprire WhatsApp per cercare di capire a cosa si riferisse.
Nella chat che condivido con lei e con Mari, l'altra mamma con cui organizzavamo i turni per portare e recuperare le bambine agli allenamenti ci sono diciotto messaggi, il primo dei quali è una fotografia.

Per fortuna prima di aprirla riesco ad approfittare di un posto che si è appena liberato e mi siedo, o credo che mi sarebbero mancate le gambe per la sorpresa.

È una fotografia di Giuseppe, ieri sera, a casa mia.

È immortalato in piedi, vicino al tavolo, mentre Massimo gli sta mostrando un testo di filosofia che ha appena acquistato. Ma lui non sta guardando il libro, o Massi... lui sta guardando me, che sbircio le pagine, il viso chinato verso il testo.
E lo sta facendo con un'espressione così intensa che mi sento avvampare, come se quello sguardo mi stesse ancora accarezzando.

Il cuore comincia a galopparmi, mentre scorro velocemente il resto dei messaggi, che si rivelano essere una immensa fila di punti interrogativi.

Faccio appena in tempo a infilare gli auricolari che il telefono squilla nuovamente. È di nuovo Claudia, ovviamente, che incomincia a parlare a macchinetta:
"Ti sei dimenticata di dirci qualcosa, per caso? Una cosina da poco, eh...Vuoi farci schiattare? Di invidia e di infarto? Perché io e Mari abbiamo ragionato e sbavato su questa foto tutta la sera."
Prende fiato un attimo, ma non faccio in tempo a intromettermi. "...e siamo giunte alla conclusione che quello che ti sta mangiando con gli occhi è Giuseppe Conte. Quel Giuseppe Conte. Quello!!! Quindi, senza fretta e con parole tue, adesso dici alla tua migliore amica cosa cazzo ci fa il super sexi Premier in maglioncino grigio a casa tua! Ehhh???"

Di nuovo provo a rispondere ma di nuovo non me ne lascia il tempo.

"Allora?" mi urla, provocandomi una fitta lancinante dietro gli occhi.

"Non urlare, ti prego," riesco a dire prima che riprenda a parlare ," ho mal di testa, e sono in metro...soffro già a sufficienza"

Lei non demorde, anche se rinuncia al suo solito tono da fanfara dei bersaglieri

"Eh no, cara, non te la cavi... ora mi racconti tutto, particolari piccanti compresi. E poi io lo racconto a Mari..."

Indugio un secondo, incerta su come cominciare e lei interpreta malissimo il mio silenzio.
"Allora ci sono veramente dei particolari piccanti!!!" strilla, di nuovo.
"Vergine Santa, Anna! L'hai fatto col presidente?"

Finalmente riesco a reagire, e sono grata di non essere in videochiamata perché sono certa che le mie guance paonazze susciterebbe altri commenti assolutamente inopportuni.
In realtà mi esce poco più di un balbettio.

"Ma cosa dici? È semplicemente venuto a cena da noi..."non sono molto convincente ma almeno sono riuscita a replicare.

"Eh certo! Perché è normale che il Presidente del Consiglio vada a cena a casa dei cittadini! Cosa fa, va in ordine alfabetico? O sorteggia? Dai, smettila e raccontami tutto."

CIÒ CHE CONTA DAVVERODove le storie prendono vita. Scoprilo ora