«Non è un po' troppo...troppo?» arriccio il naso, davanti allo specchio. Il mio riflesso mi restituisce l'immagine del mio corpo, coperto dal fazzoletto sexy comprato con Anita e Sofia in centro.
«Guarda che stai benissimo» mi rassicura Grace, sorridendo. Io accenno una smorfia, mettendomi le mani sui fianchi.
È decisamente corto. E scollato sulla schiena.
«Beh, è davvero corto» commento tirando leggermente il tessuto luminoso sulle mie gambe. La mia coinquilina scrolla le spalle in risposta, infilando una cintura nei passanti dei suoi pantaloni bianchi.
«Ma ti sta benissimo» mi ricorda con il tono di chi ha ripetuto questa frase per ore.
«Siamo quasi ad ottobre, dove vado così?» protesto voltando le spalle allo specchio per guardarla.
«Saremo dentro a un locale» replica con noncuranza. «Non sentirai freddo, Amy, fidati» conclude la conversazione infilandosi un giacchetto di pelle, mentre io ripasso sulle mie labbra la tinta nude. Mi dò un'ultima occhiata prima di prendere la giacca e uscire dalla stanza con una strana sensazione addosso.
Da qualche giorno ormai, mi porto dietro uno strano astio nei confronti di Anita. E ho provato a fare yoga, ma non funziona.
Entro in salotto recuperando la mia borsetta per poi raggiungere Grace.«Femme fatale» Edoardo schiocca la lingua sul palato, osservandoci infilare le giacche nell'ingresso. Si appoggia al muro, schioccando un'occhiata di fuoco che di sicuro non è rivolta a me. Io mi volto, stranita, mentre Grace abbassa il viso sistemandosi la giacca.
«Vedi di non fare casino mentre siamo via. Perché non vieni a salutare anche tu Anita?» gli chiedo incrociando le braccia al petto.
«Scherzi? Ti devo ricordare cosa-»
«Va bene, era un'idea» lo blocco alzando le mani, prima di sentire per la quindicesima volta la storia di come la mia amica si sia incazzata dopo aver capito che Edoardo non avrebbe lasciato Giulia per lei, all'ultimo anno di liceo. Ricordo perfettamente che lo cacciò di casa con solo i jeans addosso, e mi ricordo anche la sensazione di disgusto provata immaginando mio fratello e Anita in situazioni intime.
Scuoto la testa, uscendo da un tunnel di immagini vietate ai minori di diciotto anni, piuttosto scioccata.
«Come non detto. Non dare fuoco a nulla» gli scocco un bacio sulla guancia ed esco di casa, accusando il vento fresco della sera sulle mie gambe nude. Salgo in macchina pochi minuti dopo, mettendomi alla guida mentre Grace avvia la sua playlist.Il locale che Anita ha scelto per il suo ventiquattresimo compleanno affaccia su piazza Cavour, a Prati, ed è esattamente il locale perfetto per lei. Una quantità incredibile di persone affolla la sala semi buia, illuminata solo dai laser rossi, neanche fosse un locale hard.
Anita ci viene incontro avvolta in un vestitino rosso, con i capelli biondi piastrati e gli occhi di chi ha già bevuto qualcosa.
Ma ha sempre avuto delle gambe così lunghe? Boh.
«Sono così contenta di vedervi» miagola stringendoci a sé.
Le facciamo gli auguri, porgendole i nostri sacchetti, che finiscono sul mucchio di pacchetti regalo accanto ai divanetti.
Salutiamo Luca e Francesco, che ci informano che Giovanni sta arrivando, Andrea è scomparso con una moretta un dieci minuti fa e che di Marco non abbiamo più notizie da quando ha preso la Cristoforo Colombo dopo aver passato la giornata ad Ostia con la sua famiglia.
Prendo un sorso del mojito che Grace mi ha messo in mano, e osservo per qualche minuto le persone presenti in sala, che sono perlopiù colleghi di Anita o ex compagni di liceo.
Sofia entra trafelata, mollando il sacchetto di Victoria's Secret sul mucchio di regali, prima di buttarsi su un divanetto.
«Non passate per San Giovanni al rientro. È un inferno»
«Guarda, non dirlo a me» Marco si fa strada tra le persone, già con un bicchiere di rum in mano e il suo regalo sotto il braccio. «Ho passato l'ultimo quarto d'ora a litigare con una donna per farla partire al semaforo. Sono stato quindici minuti all'incrocio prima della piazza, vi rendete conto?» gli sorrido, scoccandogli un bacio sulla guancia mentre lui abbandona il suo pacchetto in mezzo agli altri.
«Sei splendida» mi dice con un sorriso.
Io sorrido a mia volta, arricciando il naso mentre Sofia indica Anita.
«La festeggiata ha già decretato con quale musica violentare le nostre povere orecchie stasera?»
«Credo che Martin Garrix sia la nostra unica scelta» le dice Francesco, bevendo un sorso del suo cocktail. Io scrollo le spalle, lanciando un'occhiata ad Anita, circondata da alcuni ex compagni.
«Neanche tanto male» la rassicuro.
Pochi minuti dopo ritorna da noi anche Andrea, magicamente riapparso con al fianco quella che credo sia Vanessa Longobardi, della ex 5B.
Dopo neanche venti minuti Anita trascina me e Sofia al bagno, sostenendo di doversi ripassare il rossetto. La seguiamo nelle toilette, abbandonando i nostri comodi posti ai divani che ben presto verranno rimpiazzati da qualcun altro, oltre che inesorabilmente irrecuperabili.
«Lucia viene?» chiede Sofia alla festeggiata, mentre io mi ravvivo i miei lunghi capelli castani scuri, lasciati sciolti in morbide onde allo specchio.
«Non lo so, ma neanche m'importa. Mi ha sempre odiata. Piuttosto, spero che Adrien venga»
Eccola di nuovo, quella brutta sensazione di astio per Anita.
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Sugar lips
ChickLitAmanda non ha mai avuto una vita particolarmente semplice; non è esattamente fortunata, vanta la conoscenza di ottantaquattro ricette culinarie a memoria e nella sua sfigata esistenza perde e recupera suo fratello come se fosse un guanto. Riuscirest...